Nella vita ci sono sogni e desideri che ci portiamo dentro, poi all’improvviso si realizzano diventando realtà. Quei sogni diventanti realtà diventano storie da raccontare, scritte con tanta passione, volontà e sacrificio soprattutto quanto a scrivere questa meravigliosa storia sono ragazze che hanno dovuto lottare per emergere in uno sport ancora pieno di tabù.

Teresa Pischetola, in meno di un anno ha provato tante emozioni, prima da calciatrice, trionfando con la Molfetta Calcio nella coppa Italia e nel campionato d’eccellenza pugliese conquistando una storica promozione in serie C,  collezionando due presenze con la maglia biancorossa nel terzo campionato nazionale femminile.

La diciannovenne è entrata nella storia del calcio femminile, per aver vissuto due finali in ruoli diversi la passata stagione come giocatrice conquistandola nella finale di Bitritto contro il Fasano e questa stagione, come assistente,  nella finale di Capurso tra Foggia e Fasano vinta dalla formazione rossonera ai calci di rigore. Un match diretto da una terna arbitrale tutta al femminile: Sig.ra Valeria PEPE della Sezione di Lecce, coadiuvata dalle assistenti Sig.re Milena NARRACCI (Bari) e Teresa PISCHETOLA (Bari).

Incontriamo la giovane protagonista barese, che alterna la sua nuova passione con gli studi universitari ed è proprio lei che ci racconta la sua storia: “È nata per puro caso, ci racconta Teresa Pischetola, trovando una locandina a scuola e iniziando a frequentare il corso arbitri. Quando ho iniziato il corso eravamo pochissime donne ma nonostante ciò ho subito compreso la bellezza dell’ambiente sezionale e dell’AIA. L’ambiente della sezione di Bari è sempre stato accogliente e ideale per crescere sia come arbitro sia come persona. Iniziando ad arbitrare le prime partite mi sono appassionata sempre più all’arbitraggio”.

Le domandiamo quale difficoltà ha incontrato per poter emergere come calciatrice e arbitro: “Il mondo del calcio femminile è un mondo completamente diverso rispetto a quello maschile, pieno di pregiudizi e a cui tutt’ora si da poco valore. All’età di 10 anni quando decisi di iniziare a giocare a calcio era presente solo un’unica squadra nelle vicinanze quindi era un po’ triste non poter affrontare altre bambine. Col passare del tempo fortunatamente il calcio femminile si è evoluto e ho avuto la possibilità di potermi allenare e confrontare con altre ragazze con la mia stessa passione. Nel mondo dell’arbitraggio mi sono ritrovata molto spesso a dover subire commenti sessisti sia dal campo sia dalle tribune che inizialmente mi toccavano particolarmente ma, col passare del tempo, ho capito che non aveva senso starci male. Molta gente che commenta nella maggior parte dei casi è solo crudele, non è informata sul regolamento e cerca di colpevolizzare l’arbitro di un qualsiasi evento negativo della propria squadra. Per essere arbitro bisogna avere molta passione perché si è continuamente sottoposti a stress, critiche e tensioni; raramente si ricevono soddisfazioni personali. Bisogna essere autocritici e lavorare costantemente sui propri limiti per poter rendere al massimo.”

Quanto ti aiuta da ex calciatrice essere arbitro e assistente? “Sicuramente essere stata nel mondo del calcio per molti anni mi ha aiutata moltissimo perché per poter arbitrare uno dei fattori più importanti è capire di calcio. Mi ha aiutata a comprendere i diversi momenti di una gara e a capire come gestirle.”

Nel giro di un anno ti sei trovata a disputare la finale di coppa Italia da calciatrice e ora da assistente quale emozioni hai provato.

“L’anno scorso ho provato emozioni uniche ed indescrivibili poiché l’ho vissuta da protagonista, lottando per novanta minuti su ogni pallone. Dopo un anno pieno di sacrifici e impegno da parte della società e di tutte, siamo riuscite a vincere il primo trofeo della Molfetta calcio femminile dunque è uno dei ricordi più belli della mia vita. Poterlo arbitrare è stato ugualmente affascinante in quanto sapevo dell’importanza della gara e quanto fosse determinante arrivare preparata e concentrata. È stato emozionante poter vedere in terza persona altre ragazze felici per un traguardo così importante.”

Arriva da Loredana Lezoche, responsabile del settore femminile della Molfetta Calcio femminile il pensiero più dolce e l’augurio di una promettente carriera arbitrale:“Ho sempre promosso i valori di educazione sportiva in questo sport insieme a quelli formativi che una disciplina come il calcio può trasmettere. Sono questi dei valori che ho sempre rimarcato in questa società tra le mie ragazze”.

Quella di Teresa Pischetola è un bellissimo esempio di crescita sportiva che con un pizzico di orgoglio il nostro gruppo si sente molto vicino. Auguro a lei di continuare questo percorso che la porterà a raggiungere obiettivi altrettanto importanti.

Ringraziamo la sezione AIA di Bari, di averci permesso in esclusiva di poter fare due parole con la giovanissima assistente Teresa Pischetola, per la sua disponibilità, e di averci concesso questa intervista.