credit photo: Beatrice Cirronis

Pierpaolo Casu, allenatore della Women Torres, neopromossa in serie C, ci ha concesso un’intervista in esclusiva per parlare della stagione eccelsa della sua squadra.
Quattro sono stati gli ingredienti principali di questo, meritatissimo, successo: forza, grande coesione, visione di gioco e mentalità vincente. La mentalità è, infatti, ciò che è necessario per trovare una quadra anche nei momenti che possono sembrare più complicati.
Grande merito hanno avuto, non bisogna dimenticarlo, anche le atlete che coerentemente con il loro motto “NOI INSIEME” hanno dimostrato come un gruppo unito, che lavora con i propri mezzi per il raggiungimento di un obiettivo comune, possa fare la differenza.

Un campionato che strizza l’occhio alla Women Torres, oggi definitivamente in serie C. La compagine da Lei allenata si è così distinta per forza, coesione tra reparti e capacità di gioco, riuscendo nell’intento in termini di salto di categoria. Come spiega questo successo?
“È stato sicuramente un successo fortemente voluto. Oltre che forza, coesione tra reparti, io aggiungerei mentalità vincente frutto di un lavoro speciale da parte dello staff intero che ha visto la massima disponibilità di ragazze splendide perché sempre collaborative. Con tanta presunzione dico che siamo stati la squadra che ha espresso il miglior gioco del campionato: sempre ordinate in campo, idee chiare e precise e tanto senso di appartenenza alla maglia, tutte doti e qualità che con il passar del tempo hanno sicuramente fatto la differenza soprattutto contro avversari molto fisici ed esperti, che sino alla fine hanno provato a contenderci la vittoria finale.”

In cosa è riuscito maggiormente a distinguersi il gruppo?
“Il nostro motto “NOI INSIEME” parla da sé. Il gruppo ha fatto sempre la differenza nei confronti delle squadre avversarie ed è sempre emerso nei momenti di difficoltà e, soprattutto, nelle sfide più equilibrate.”

Eppure, ad inizio stagione, per quanto auspicabile la vittoria in Campionato non risultava poi così ovvia (almeno sino a gennaio) ma tutto il percorso fino all’obiettivo è stato vissuto nel modo più giusto: con fame, voglia di fare e umiltà

Risultati che non lasciano dubbi: quello che si può fare è certamente un bilancio stagionale positivo, a dirlo le le 14 vittorie su 16 gare disputate, valse il primo posto in graduatoria. In che modo sono stati affrontati questi mesi?
“Il bilancio è più che positivo. Vi posso garantire che inizialmente non era poi così scontato. La squadra era ed è molto giovane, composta prettamente da ragazze dal 2002 al 2009, che l’anno precedente ha disputato il campionato di primavera nazionale e che quest’anno aveva perso anche alcuni elementi di spicco.
A gennaio, poi, una “giovanissima” Veronica Sotgiu ci ha fatto fare il salto di qualità. Vincere 14 partite su 16 senza mai perdere, realizzare 109 gol e subirne solo 3 in due partite specifiche, è tanta roba.
Come sono stati affrontati questi mesi? Con tanto lavoro, tanta professionalità (difficile da vedersi in queste categorie), tantissima umiltà e tanta “fame” nel voler raggiungere l’obiettivo.”

Quando è stato il momento in cui si è preso reale coscienza che il sogno della Serie C poteva diventare realtà?
“La risposta è semplice: alla penultima giornata del girone di andata contro l’Athena. Perdevamo 2-0 e questo risultato avrebbe consentito alle nostre avversarie di scavalcarci in classifica. Ogni altra squadra non avrebbe retto l’urto, mentre noi insieme lo abbiamo fatto. Con una prova di orgoglio e grande maturità abbiamo riequilibrato il risultato e sfiorato più volte di ribaltarlo.
In quell’occasione ho capito che avremmo raggiunto l’obiettivo. Da lì in poi ci sono state 8 vittorie consecutive con 62 gol fatti e 0 subiti in un girone di ritorno da record e da protagonisti indiscussi.”

Obiettivi ed ambizioni per la prossima stagione?
“L’obiettivo per la prossima stagione è di ben figurare, raggiungere una salvezza tranquilla e fare crescere le giovani locali così da creare una base solida per il futuro. La società si sta già attivando in questo senso.”

Come si dovrà programmare nel futuro per dare maggiore solidità alla gestione tecnica della squadra?
“La programmazione è alla base di tutto. Qui siamo un po’ in salita… La mancanza di una struttura di allenamento propria e la carenza di un settore giovanile adeguato è un handicap, attualmente, ma anche su questo la Società sta cercando di porre rimedio”.

Come vorrebbe si evolvesse il progetto Women Torres e quali sono le intenzioni in termini di maturità? Il suo parere sulla realtà del calcio femminile in Sardegna e quali potrebbero essere le strategie per potergli dare la luce che merita?
“A parer mio, per evolversi, il progetto Women Torres ha necessità di più collaborazione da parte di enti locali, soprattutto per quanto riguarda struttura di allenamento e campo da gioco. Per quanto riguarda le ragazze mi piacerebbe più collaborazione da parte delle società locali che hanno delle atlete valide ma che, per un motivo o per l’altro, continuano a giocare campionati maschili o, relativamente alle più grandi di età, a spostarsi in altre città per giocare. Mi piacerebbe veramente vedere ed avere a disposizione una prima squadra unicamente formata da calciatrici sarde.
In Sardegna il calcio femminile finalmente sta iniziando ad evolversi ed il fatto che quest’anno, per la prima volta da quando è nato, il campionato di Eccellenza vedeva nove squadre iscritte, ne è una conferma.
In Serie C purtroppo il Caprera è già spacciato ma la Tharros, che è un’ottima squadra, credo sia in grado di mantenere la categoria ed è già un ottimo sponsor per l’isola intera.”

Ora che risposta vi aspettate dal pubblico sassarese?
“Il problema “pubblico”, dal punto di vista delle presenze, c’è e credo ci sarà sempre fino a quando non si raggiungeranno categorie superiori. Il fatto di giocare in concomitanza con le maggiori squadre maschili locali o appassionati che rimangono a casa a vedere le partite a pagamento sono un dato di fatto. C’è da dire, però, che noi quest’anno non ci possiamo lamentare, soprattutto negli scontri diretti nei quali c’è stata buona affluenza, ma si trattava sempre di genitori (capaci di seguirci anche a 500 km di distanza tra andata e ritorno), parenti e amici piuttosto che di curiosi o veri tifosi.”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano, ringrazia la Società della Women Torres Calcio per la disponibilità ed il tempo dedicato per questa nostra “intervista in esclusiva”.

 

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.