Quando lo “sponsor” diventa un messaggio sociale e solidale, forse anche il gol ha un gusto diverso. E non serve essere il Barcellona per poterselo permettere. C’è un cuore bancoscudato che negli ultimi mesi ha abbracciato due grandi cause, come quella di Avis per il Padova femminile e di Admo per il Padova calcio a 5.

La collaborazione tra Avis (donatori di sangue) e Padova femminile ha poco più di un anno. Da quando Giancarlo Agostini, presidente del club “Avis biancoscudata”, diventa uno dei tifosi più sfegatati delle ragazze di via Vermigli. Un seguito costante, con bandiere e striscioni, fino alla decisione di sostenere, concretamente, la squadra. Avis diventa un vero e proprio partner del Padova, disegna una prima muta tutta verde e nei prossimi giorni presenterà un restyling completo delle divise, bianche e rosse, realizzate per le varie formazioni, con il logo di Avis, ovviamente, in bella vista.
«Il plauso più grande va fatto a queste calciatrici che portano in giro per tutta l’Italia un messaggio di speranza»
, spiega Agostini, «La nostra filosofia si sposa perfettamente con quella della società. Da quando abbiamo dato vita al club, nella provincia i donatori sono aumentati del 27%, e mi piace pensare che una piccola parte del merito sia anche nostra. Gli sportivi rappresentano il prototipo perfetto del donatore e a Natale ho regalato a tutte le calciatrici un pensierino corredato da una “promessa di donazione”».
Di sicuro la collaborazione con Avis sta portando anche fortuna alla società, in forte espansione: «Questa partnership ci onora e speriamo sia lunga e duratura», il commento del direttore generale Massimo Mingardi, «Il club è in crescita, abbiamo superato le 100 iscritte, la Primavera è prima e la prima squadra lotta per il vertice. Ci sono le premesse per un ottimo 2017».

Admo e Padova C5, invece, hanno sottoscritto un contratto ricco e articolato, che veicola le iniziative promozionali, certifica la stampa del logo sulle maglie e, tra le altre cose, dà la possibilità al club di segnalare altre realtà che, quanto a valori, possono essere in grado di collaborare con l’associazione donatori di midollo osseo. Racconta il laterale biancoscudato Federico Crepaldi: «Abbiamo partecipato a un incontro con l’Admo e siamo rimasti molto colpiti. Io con 4 compagni abbiamo deciso di sostenere gli esami per entrare nella banca dati dei donatori. Questa causa ci ha coinvolto molto e cerchiamo di diffonderla il più possibile». Per diventare donatori di midollo osseo, bisogna avere dai 18 ai 35 anni, una fascia d’età perfetta per chiamare in causa una società sportiva: «Abbiamo un progetto comune di sensibilizzazione, radicato nel territorio», spiega il presidente del Padova C5, Mattia Arisi, «Speriamo di portare in alto, oltre alla nostra bandiera, anche quella dell’Admo. La società va a gonfie vele, la partnership con il Padova è solida, al momento la prima squadra è quinta in C/1 e l’obiettivo sono i playoff».