L’eccesso di competizione, bramare un obiettivo, riuscire ad effettuare quel determinato “trick”, possono portare l’atleta all’estremo psico-fisico, scatenando problematiche che possono rasentare la patologia. La triade dell’atleta è una sindrome con tre condizioni correlate tra loro, dove alla presenza di una possono susseguirsi tutte le altre.

I sintomi della triade dell’atleta possono essere vari, tra cui: disordini alimentari (BED, Bulimia, Anoressia nervosa), stanchezza, perdita di capelli, mani e piedi freddi, pelle secca, perdita di peso, rischio di fratture e amenorrea, senza escludere anche depressione e bassa autostima. Sicuramente saranno presenti: disfunzione del ciclo mestruale, osteoporosi e fratture, anoressia atletica.

La triade dell’atleta non riguarda solo le atlete di serie A e studi più recenti hanno dimostrato che la causa della sindrome è dovuta da un disequilibrio tra le energie spese per gli allenamenti e quelle introdotte attraverso la dieta. Forse un po’ riduttivo perché sicuramente è coinvolta anche una componente culturale, caratteriale e comportamentale che coinvolge la sfera emotiva dell’atleta donna.

La dieta è il fattore comune di partenza ma il campo di interesse si allarga alle influenze ambientali e sociali nonché genetiche. Un’atleta può manifestare segni di un’alimentazione restrittiva ma non soddisfare i criteri clinici per un disturbo del comportamento alimentare.
Può avere anche irregolarità mestruali, come modificazioni della durata del ciclo, anovulazioni, difetti della fase luteale, senza per forza arrivare all’amenorrea.

Diagnosticare la Triade è il primo passo verso il trattamento. Anamnesi, Esame obiettivo, esami clinici ed ematici sono necessari per avere una diagnosi ben precisa. Il medico può notare elevati livelli di beta-carotene, anemia, ipotensione ortostatica, squilibri elettrolitici, ipoestrogenismo, atrofia vaginale e bradicardia.

TRATTAMENTO
Il trattamento della triade dell’atleta deve essere multidisciplinare  coinvolgere la famiglia e, necessariamente, il preparatore atletico, la figura più vicina alla vita e abitudini dell’atleta.

Sarà necessario ristabilire un equilibrio energetico (tra nutrienti, micro e macro nutrienti, spesa energetica) e sociale. La difficoltà non riguarda solo il ridare all’atleta il peso corporeo ideale (con il giusto rapporto tra massa magra e grassa) ma ristabilire la corretta fisiologia ormonale ( ciclo mestruale ). Il percorso può essere più o meno lungo per questo è fondamentale giocare in anticipo, tenendo in considerazione la soggettività dell’atleta e conoscere la sua storia clinica, familiare e sociale.


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