Photo Credit: Pagina Facebook Nicole Peressotti
Il difensore classe 98 Nicole Peressotti ha salutato attraverso i propri canali social  il Cittadella Women. Con un lungo post ha ricordato tutte le emozioni legate a questa fondamentale tappa di crescita della sua vita dentro e fuori dal campo.
 
“Ciao Citta,
Ho tardato a trovare le parole per dirti “ciao”… la verità è che ancora non ce le ho. Ho fatto una scelta, ma non riesco a capire se sia giusta o sbagliata perché non riesco proprio a pensarci; mi fermo alla superficie e non riesco ad indagare più a fondo. Dirti ciao è come salutare la ragazzina di sedici anni che è ancora in me… è questo che probabilmente fa male.
Riguardo le nostre foto, rivedo la maglia da gara, ricordo i sorrisi (e i pianti), le risate (e gli scleri), le battute (e le bestemmie). Quando sono tornata a casa, era la mia vecchia vita a sembrarmi una parentesi, non Cittadella. Mi sono accorta di capire il valore delle cose sempre quando ormai decido di lasciarle indietro.
Riescono a mancarmi pure i muri gialli stonacati del ceppo, ci pensate?
La verità è che è stata una stagione strana, non posso dire il contrario; vissuta con le paranoie a far da padrone supreme della situazione (su questo non cambierò mai). Ma è stata anche una stagione che mi ha insegnato tanto, come calciatrice e come persona. Ho condiviso campo e, per la prima volta, anche la panchina. Ho condiviso gioie e dolori (tanti dolori, soprattutto fisici penso). Ho condiviso uno spazio abitativo con dieci persone e caratteri totalmente diversi; e ho imparato a conviverci (con il tempo).
Permettetemi di iniziare dal mio ceppo. È stato l’anno delle tigelle di Gegia, delle gridolina di Otta che ti risvegliavano nel pomeriggio, della bonarietà infinita di Sara, della genuinità di Giannina, dell’equilibrio in tutte le cose di Ripa; è stato l’anno del caratterino tosto di Azzu (e di un cuore infinito), di Cate, che ha iniziato a parlare da sola come me, di Franci… che è semplicemente Franci; del sorriso e della volontà di Vale, di Chiaretta Repetti e le mucche, di Totta, che è stata poco con noi, ma che ci è entrata dentro uguale.
E poi c’è stata la grinta di Peru, immensa; le battute pessime di Mene (compensate dal suo carattere dolce e dalla sua determinazione); è stato l’anno di capitan Bea… che è da conoscere, non si può descrivere; della fragilità di Greis, che ha sempre manifestato in altro modo; del sorriso grande di Ila e dei suoi occhi azzurri (sì Bea, sono più belli i suoi); di Greta, sempre pronta a una parola buona; di Lucy e il suo accento argentino; di Giudi e la sua “durezza” caratteriale (passami il termine)… mi ricordavi sempre i primi riferimenti con cui ho iniziato a giocare; di Sed… che non ho mai realmente inquadrato. È stato l’anno delle mie piccoline, di Marty, Ali, Jas e Pizzo, a cui auguro tutto il meglio che questo sport può dare. È stato anche l’anno di Annina, che chiudeva insieme a me il centro sportivo dopo gli allenamenti ed era la prima a sedermisi affianco nelle serate più storte.
Mi porto dentro tutto questo, e di più; mi porto dentro anche quelle persone che ho conosciuto per poco, ma che in quel poco mi hanno dato qualcosa, come Ile, Ele Lovato, Mela e Fabi.
Mi sono chiesta spesso se questa stagione è stato un successo o un fallimento. Mi sono chiesta seriamente se ho fallito. Sono arrivata a Citta con degli obiettivi, me ne sono andata con tutt’altro in testa. Scenderò di categoria. Non so se sia stata una scelta di coraggio o di codardia, di volontà di crescere in ambito lavorativo o paura di non essere all’altezza del calcio.
Ma no, non penso di aver fallito. Volevo dimostrare che con tanta costanza ci si può riuscire, si possono superare gli ostacoli. Scelgo io di scendere di categoria, non il mio fisico. Cittadella mi ha restituito una risposta importante, mi ha velatamente detto che lì in mezzo ci potevo stare. A tratti, in stagione, sembrava potessi andare anche oltre.
Quindi, a tutti quelli che nella mia storia un po’ si rispecchiano, perseverate, sempre.
A Zeudi e a tutto lo staff, GRAZIE per aver accettato questa grande scommessa sfortunata.
Alle mie compagne, amiche, e conviventi… in bocca al lupo per tutto quello che verrà.
CIAO CITTA. Col cuore Nick”.