Canoa o canotaggio? Ma non sono lo stesso sport? Durante un’intervista esclusiva con Calcio Femminile Italiano, Silvia Crosio, atleta classe 1999 di canottaggio, qualificatasi per la prima volta a un’edizione dei Giochi Olimpici, ha sottolineato la differenza tra canoa e canottaggio:

“So che può essere spesso motivo di confusione. Diciamo che le principali differenze sono che noi andiamo “all’indietro” e cioè mentre remiamo vediamo la partenza e non il traguardo, mentre i canoisti vanno in avanti. E noi nel movimento muoviamo anche le gambe dato che siamo sedute su un carrello con le guide, mentre in canoa si usa principalmente la parte superiore del corpo”.

Silvia, cosa ti ha avvicinata inizialmente allo sport del canottaggio e come ti sei avvicinata a livello agonistico?

“Sono andata per la prima volta in barca a 9 anni sul Po, a Torino, nella società per cui sono ancora tesserata adesso, gli Amici del Fiume. Ho iniziato dato che anche mia sorella remava e i miei genitori avevano fatto canottaggio, e mi sono pian piano appassionata anche io a questo sport all’aria aperta.
A 14 anni ho iniziato a fare agonismo e quattro anni dopo, nel 2017, ho partecipato per la prima volta a un mondiale junior con la maglia azzurra. Negli anni successivi ho fatto parte della nazionale under23, vincendo tre mondiali di categoria. Dalla fine del 2021 ho iniziato a partecipare ai raduni con la nazionale assoluta e alle gare internazionali con loro”.

Puoi descrivere le esigenze fisiche e mentali del canottaggio, in particolare come atleta donna in uno sport tradizionalmente dominato dagli uomini?

“Il canottaggio è sicuramente uno sport che richiede un grande impegno fisico, ma la tecnica é un aspetto fondamentale della remata che può fare la differenza nelle nostre gare, dove durante la gara ti puoi trovare con molti equipaggi sulla stessa linea”.

Come concili l’allenamento e la competizione in canoa con altri aspetti della tua vita, come per esempio l’istruzione?

“Conciliare gli allenamenti e studio non è facile, soprattutto quando siamo in raduno con la nazionale e ci alleniamo due volte al giorno tutti i giorni; si cerca quindi di incastrare lo studio dopo pranzo o alla sera e ‘sfruttare’ i giorni in cui siamo a casa.
Io sto facendo la magistrale in ingegneria meccanica al politecnico di Torino, dove il programma dual career dell’università cerca di aiutare noi studenti atleti a conciliare le due cose, permettendo ad esempio di fare esami fuori appello”.

Puoi condividere qualche momento o risultato memorabile della tua carriera in canoa che ha avuto un impatto significativo su di te?

“Sicuramente il risultato più importante é stata la qualifica del doppio senior per le Olimpiadi di Parigi che io e la mia compagna Stefania Buttignon abbiamo ottenuto l’anno scorso arrivando settime al mondiale. É stato ancora più bello riuscire a ottenere questo traguardo dopo aver gareggiato tutta la stagione nella categoria pesi leggeri e non essendomi quindi mai confrontata prima con le senior. L’altro risultato più importante per me è stata la vittoria del mondiale in singolo pesi leggeri under23 nel 2021, siccome è stato il raggiungimento di un obiettivo ambizioso, dove in barca ero da sola, ma consapevole di avere un sacco di persone che mi hanno aiutata a ottenere questo risultato”.

Che consiglio daresti alle ragazze o alle donne interessate a praticare la canoa come sport?

“Alle ragazze che vogliono fare canottaggio direi di andare a fare una prova in una delle tantissime società in tutta Italia e di non farsi spaventare da chi dice che é uno sport da maschi, dato che non esistono gli sport da ragazzi e quelli da ragazze. Il canottaggio permette di utilizzare tutti i muscoli del corpo, facendo una attività all’aria aperta, facendo bene quindi sia al corpo che alla mente. E poi la connessione che si crea quando si sale in barca con le proprie compagne é una cosa unica, che aiuta tutte a crescere insieme”.

Guardando al futuro, quali sono le tue aspirazioni e i tuoi obiettivi per la tua carriera in canoa e come pensi di continuare a superare i limiti di questo sport?

“Sicuramente adesso l’attenzione è focalizzata su questa stagione. Io e Stefania abbiamo qualificato la barca, ma le persone che andranno a Parigi verranno selezionate dal direttore tecnico durante la stagione. Inoltre a maggio a Lucerna ci sarà una ultima occasione per qualificare altre imbarcazioni. L’impegno é quindi massimo ogni giorno per cercare di migliorarsi sempre di più”.

La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia calorosamente Silvia Crosio per la disponibilità e per la condivisione della sua esperienza.

Niccolò Larocca
Nato il 6 agosto 1995. Laurea triennale in Lingue e letterature straniere presso l’Università degli studi di Milano conseguita nel 2019 e master di giornalismo multimediale presso la 24 Ore Business School completato nel 2024. Da sempre appassionato di calcio e sport, con le sue dinamiche e le sue storie da raccontare. Credo nei valori che accompagnano il calcio femminile e nella sua potenziale crescita.