Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Melania Gabbiadini.
L’ex calciatrice, con 121 presenze e 51 reti in Nazionale, parte facendo un plauso sul passaggio al professionismo:
“Lo repiuto senza dubbio un riconoscimento importante, dopo aver fatto tanti sacrifici negli anni passati. Ora cambia molto in positivo senza dubbio, speriamo di  tenere questo status perchè la nostra realtà merita di esserci. Forse ce lo aspettavamo un po’ prima. L’ Italia doveva togliere quel gap con altre nazioni, prima però bisognava mettere fondamenta solide”.
Sullo storico passaggio arrivato in Italia il primo luglio l’attuale tecnico della Primavera del Cittadella aggiunge:
“L’ingresso delle società maschili, che hanno portato comunque visibilità ed interesse al movimento, ha spinto, poi, a questo tipo di passaggio epocale. 
Ora dovranno essere brave le società a sostenere costi diversi, dobbiamo aspettare però qualche anno per cogliere davvero i primi frutti sulla scia di quello fatto nel passato.
Dobbiamo essere bravi anche a gestire l’arrivo delle straniere, che comunque portano valori importanti in Italia, per salvaguardare le giovani che stanno emergendo”.

L’attenzione  dell’ ‘ex punta del Verona poi si sposta sulla prestazione in Inghilterra delle Azzurre:
“Onestamente come tutti mi aspettavo qualcosina di diverso. Avevamo  fatto un bel Mondiale e la speranza era ripetersi anche all’Europeo. Conosco il valore delle ragazze e meritavano di più, però il calcio è anche questo. Forse la prima partita con la Francia ha lasciato lati negativi, soprattutto sull’ aspetto mentale all’interno dello spogliatoio”.
Sulle critiche però la bergamasca classe ’83 frena:
Ce da dire che però il nostro non è un passo indietro, anche le altre nazionali stanno crescendo. La Francia, ad esempio, è completissima avendo tante calciatrici di primissima fascia abituate a giocare partite importanti. Avevamo fatto una buona prova in amichevole con la Spagna, probabilmente la mancanza di pressione  in quel frangente ci ha agevolato“.
Sugli intrecci con Islanda e Belgio la Gabbiadini, con un trascorso anche nel calcio a 5, ci dice.
Nelle altre due gare ho visto segnali di miglioramento ma serviva una scossa diversa. Il gol con l’Islanda a freddo è stato pesante, si è vista una reazione ma poteva starci qualcosa in più. Peccato per le azioni non concretizzate, la fortuna non è stata proprio dalla nostra.
Con il Belgio, poi,  non era semplice. Si sono dimostrati una squadra compatta, dovevamo vincere e forse si poteva osare di più dal punto di vista offensivo. Finita la gara però  si può dire di tutto e serve a poco”.

Ottimo, secondo l’ex calciatrice che ha vinto 5 scudetti in carriera, il prodotto offerto dall’Europeo:
“In questo Europeo il livello generale si è alzato tantissimo, con squadre cambiate, con nuovi innesti, rispetto allo scorso Mondiale. Ho visto miglioramenti notevoli, con formazioni sempre più difficile da affrontare dal punto di vista tecnico-tattico.
Come rivelazione dico Inghilterra, si è dimostrata davvero in palla giocando su ritmi altissimo e con calciatrici di livello importanti. La Francia forse è più completa, credo che questa sia la finale giusta per questa manifestazione”.
Sui ricordi in maglia Azzurro, vestita negli Europei del 2005, 2009, 2013 e 2017, invece la sorella di Manolo, calciatore della Sampdoria, non ha dubbi:
“La maglia Azzurra è il raggiungimento di tutto quello che fai durante la tua carriera, vestirla è stata sempre un’emozione ed uno stimolo continuo.
In Nazionale ho tantissimi ricordi. In particolare di Euro2017 che è stato la mia ultima manifestazione a livello internazionale.
L’ho vissuta in maniera diversa avendo già maturata la decisone di smettere, in me quindi ho un ricordo diverso per le sensazioni forti che ho provato in Olanda”.
La chiusura è sugli inizi e sulla visione diversa che ha oggi del calcio la Gabbiadini:
“Quando ho iniziato davanti a me avevo gente come Gazzoli e Panico, che erano davvero forti. Io mi ispiravo maggiormente a loro, posso dire che sono state le mie guide calcistiche. 
Oggi sono passata dall’altra parte del campo e ho un’attenzione nei dettagli diversa. In particolare, essendo il movimento in crescita, nella preparazione fisica e mentale delle atlete e fisico e mentale”.