Credit Photo: AIA - Associazione Italiana Arbitri

Un altro ‘Capolavoro’ che testimonia quanto l’arbitraggio contribuisca alla crescita caratteriale dei ragazzi che lo praticano. Il testo di questo elaborato, nel progetto che rientra tra i Percorsi scolastici per le Competenze trasversali e l’orientamento, porta stavolta la firma di Maria Pia Caminiti, ragazza arbitro di Palmi iscritta da un anno alla Sezione AIA di Taurianova e maturanda del Liceo Scientifico ‘Pizi’ di Palmi.

“Si tratta di un’attività che richiede preparazione fisica, mentale e una grande capacità di gestione del gruppo. Non solo bisogna essere pronti a prendere decisioni in frazioni di secondo, ma bisogna anche essere autorevoli, giusti e imparziali, rispettando le regole, ma anche mantenendo sempre il controllo della situazione”, ha scritto Maria Pia nel suo Capolavoro che sta per portare all’esame di Stato. “Le donne che decidono di intraprendere questa carriera si trovano spesso ad affrontare pregiudizi e difficoltà che non si presentano ai colleghi maschi. Tuttavia, questa diversità non è stata un ostacolo per me, ma una spinta in più per migliorarmi continuamente e dare il massimo ogni volta. Ho dovuto imparare fin da subito che il mio ruolo non dipendeva da quanto fossi ‘femminile’ o ‘maschile’, ma dalla mia competenza e dalla mia capacità di interpretare il gioco con lucidità e fermezza”, ha proseguito.

Nel ‘Capolavoro’ di Maria Pia la ferma condanna agli stereotipi di genere nell’arbitraggio

Maria Pia ha così concluso il suo elaborato, che serve a segnalare alla commissione esaminatrice le competenze maturate dallo studente anche in ambito extrascolastico: “Ho imparato a non ascoltare chi cercava di sminuire la mia figura solo perché donna, ma a concentrarmi sul migliorarmi e sul cercare sempre il rispetto attraverso le mie azioni. La vera lezione che ho appreso è che anche l’arbitraggio deve essere aperto a tutti, indipendentemente dal sesso, dall’etnia o dalla cultura di appartenenza. Non bisogna mai arrendersi di fronte agli stereotipi o alle aspettative degli altri. Essere una ragazza in questo ambito non è una difficoltà, ma un’opportunità per dimostrare che il talento e la preparazione non conoscono limiti”.

Soddisfazione per questo elaborato è stato espresso dal Presidente sezionale Adriano Polifrone: “Mariapia, già sportiva di altra disciplina, ha impostato il suo ‘Capolavoro’ sull’arbitraggio e i suoi stereotipi di genere, risaltando al contempo che l’AIA è una palestra di vita che ti forma giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, riunione dopo riunione, gara dopo gara proponendoti come elemento positivo nella società. La sua testimonianza è un’ottima pubblicità per noi”.