Giancarlo Dalla Riva - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Nelle scorse settimane Arianna Pomposelli, calcettista classe 1991, aveva salutato l’Audace Verona, formazione della Serie A di futsal. L’ex Kick Off, che ha vestito anche la maglia della Nazionale di calcio a 5, tramite social ha postato il lungo messaggio con il quale saluta momentaneamente la Serie A.

“Cara Serie A, ti ho guardata nascere e poi crescere, abbiamo girato insieme i palazzetti di tutta Italia coltivando il Sogno di diventare insieme professioniste.
Purtroppo non eri come immaginavo alcune volte ma ti ho amata e rispettata come fossi la cosa più preziosa al mondo. Ho fatto sacrifici per te, per essere all’altezza anche quando tu non lo sei stata.
So che hai sempre fatto del tuo meglio e di fatto mi hai regalato momenti che conserverò per sempre nel mio cuore, momenti in cui mi sono sentita viva e felice come poche volte nella vita. Quando giocavamo sul sintetico sognando le finali scudetto per giocare finalmente sul parquet ancora non eri nata e più di mille giocatrici cercavano di fare di tutto per farti esistere. Non c’eri ma ti sognavamo.
Quando sei finalmente nata avevo 19 anni ho cambiato città e vissuto la mia prima esperienza da calciatrice con lo zaino in spalla, il timore che fosse tutto più grande di me e la voglia di spaccare.
Nel 1983 è nata la serie A maschile e ben 28 anni dopo, sgomitando, come dobbiamo sempre fare noi ragazze per prenderci quello che ci spetta, sei arrivata tu. Le “più di mille” giocatrici che hanno lottato per te hanno dovuto presto lasciarti perché era ormai passato troppo tempo per loro oppure perché girare l’Italia con te era troppo difficile, troppo tempo da dedicare a qualcosa che non le sosteneva economicamente come il loro lavoro.
Per passione qualcuno l’ha fatto per un po’, anche solo per godersi questo grande traguardo, e provo stima per ognuna di loro.
Ero una bambina quando siamo partite, una ragazzina che sognava in grande, che faceva solo il pivot, si affidava ai suoi piedi e non conosceva il gioco e tutto ciò che di meraviglioso c’era dentro. Oggi sono una donna che insegna tutto quello che di meraviglioso c’è dentro questo sport, che gioca le partite prima che con i piedi con la testa e lotta dentro e fuori dal campo per farti amare da tutti anche da chi non ti conosce, perché sei bellissima ma per colpa di chi non ti rispetta non sempre sei credibile.

Le giocatrici continuano ad onorarti anche quando le condizioni in cui si trovano non sono adeguate, alcune società ti rispettano, altre si prendono gioco di te mettendoci spesso in situazioni inopportune. Arrivata qui voglio ringraziarti perché senza di te oggi non sarei quella che sono, la persona che sto diventando sa da dove è partita e sa dove vuole arrivare. La persona che sto diventando mi costerà vecchie versioni di me che dovrò inevitabilmente salutare, versioni di me che mi hanno protetto per anni, e lasciare andare tutto questo non è semplice. È un lutto, a volte silenzioso, che solo tu puoi capire. C’è solitudine nel cambiamento.
Ci sono decisioni da prendere, e scelte da affrontare. È solo un arrivederci, di questo ne sono certa, ma per oggi devo salutarti, non avrei mai voluto ma la vita ora mi chiede questo, di fare questa scelta per poterne portare avanti delle altre in cui credo e a cui tengo, che sono importanti per me, e io devo ascoltarmi.
Ti amerò sempre, e con te tutti e tutte le persone che mi hanno seguito in questi anni per i palazzetti di tutta Italia e di tutto il mondo.
Ciao mia bella, complicata e imperfetta serie A, ci rivediamo presto. Con amore, Pompo.”