Holly Murdoch, Chief Operating Officer (COO) del Women’s Professional Game in Inghilterra, ha annunciato che in WSL e WSL2 (Women’s Super League 2) verrà introdotto il salario minimo per le calciatrici.
Non è ancora stato rivelato quale sarà l’importo minimo, il quale probabilmente verrà comunicato quando saranno pubblicati i regolamenti ufficiali durante la stagione. Tuttavia, è stato descritto come un salario a tempo pieno, che varierà in base alla lega in cui giocano le calciatrici, alla loro esperienza e alla loro età, secondo quanto concordato con la Professional Footballers’ Association (PFA).
Allo stesso modo, non è ancora stato reso noto il tetto massimo di spesa. Secondo quanto emerso, il nuovo regolamento consentirà ai club di destinare fino all’80% dei propri guadagni agli stipendi, con un contributo limitato da parte dei proprietari. In precedenza, i salari erano vincolati al 40% dei guadagni, senza un limite definito per i contributi dei proprietari.
Inoltre, i club dovranno rispettare determinati criteri, come avere centri di allenamento di élite, un numero minimo di staff a tempo pieno, supporto al benessere delle giocatrici e sufficienti ore di contatto con loro.
Alcuni club non sono riusciti a soddisfare questi requisiti: ad esempio, il club Wolverhampton Wanderers W.F.C, che milita nella FA Women’s National League North, ha deciso di non richiedere la partecipazione alla WSL2, nonostante lottasse per la promozione.
Questa novità segue l’annuncio di una collaborazione pluriennale con Nike, che fornirà scarpini e guanti a tutte le giocatrici di WSL e WSL2 prive di accordi di sponsorizzazione, per consentire loro di dare il massimo.
Un’altra iniziativa importante è la collaborazione con Kyniska Advocacy, un’organizzazione no-profit fondata da Kate Seary e Mhairi MacLennan, con l’obiettivo di promuovere ambienti sportivi sicuri, equi e rispettosi per le donne. Grazie a questa collaborazione, tutte le calciatrici potranno usufruire di un servizio riservato e indipendente per segnalare eventuali problemi legati al loro benessere.
Si tratta di un passo fondamentale, poiché fino a poco tempo fa molte calciatrici erano costrette a svolgere un secondo lavoro accanto alla loro carriera sportiva. Questo è un segnale chiaro: il calcio inglese sta supportando e accompagnando la crescita del movimento femminile, costruendo un futuro più equo e professionale per le atlete.






