Photo Credit: Emanuele Colombo - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

“A febbraio per motivi personali ho deciso di ritornare a casa dalla mia famiglia e metterla in primo piano rispetto a tutto il resto”. A dircelo in esclusiva è stata Greta Adami, che ha iniziato questa stagione lontana dai campi. “Inizialmente il mio pensiero era di smettere completamente – precisa Greta- poi mio marito mi ha convinto a continuare in Serie C ed è stata una scelta che mi ha ripagato per le persone che ho incontrato e perché credo di non riuscire a stare senza giocare”.
Sulla parte conclusiva della scorsa annata poi la classe ’92 aggiunge: “Con lo Spezia abbiamo vinto il campionato, purtroppo la squadra non si è iscritta in B. Oltre allo Spezia sono fallite anche il Pietrasanta ed altre squadre vicine. In estate ho avuto varie offerte, ma erano tutte squadre troppo lontane da casa mia e la mia decisione è stata la stessa di febbraio. Purtroppo in Toscana ci sono pochissime squadre, quindi ad ora sono ferma, sto bene così perché avevo la necessità di stare a casa, ma il calcio, come sport, mi manca tanto”.

Nel frattempo Greta ha ripreso a toccare il pallone come ci confida: “Da due settimane sto comunque giocando con una squadra di calcio a 5 della mia città, e se ci fossero offerte di squadre qua vicino probabilmente le prenderei in considerazione”.
Nel futuro c’è il corso di Coverciano per l’abilitazione al ruolo di coach, frequentato in compagnia di  Vivien Beil, Giulia Orlandi, Alia Guagni e Stefania Zanoletti. A riguardo l’atleta viareggina precisa: “Sto seguendo il corso Uefa B. Il calcio è sempre stato la mia vita e, nonostante io adesso stia benissimo a casa, probabilmente sarà difficile stare senza, quindi non si sa mai che non possa riavvicinarmi, vedremo”.
Guardando alle spalle, invece, l’ex di Fiorentina, Milan, Lazio e Sassuolo ricorda: “Sono tanti i momenti che rimarranno impressi nella mia mente. Penso sicuramente alla vittoria dello scudetto con la Fiorentina, molto bella ed emozionante, ma anche l’esordio con la Nazionale in Francia e la partita all’Allianz contro la Juventus”.
Tre momenti non scontati nella carriera della centrocampista che poi ci confida: “Quando ho iniziato a giocare pensavo principalmente a divertirmi in campo. Quando ho deciso di trasferirmi a Firenze, a 19 anni, è iniziata un’evoluzione continua del movimento, della mia carriera e delle mie soddisfazioni, e questo ha reso tutto più bello”.

Adami si è tolta la grande soddisfazione di vestire la maglia della Nazionale femminile di calcio e di quella di beach soccer. A riguardo ci dice: “L’esordio in Nazionale è stato molto emozionante, in uno stadio con 20 mila persone in una bellissima partita. Ricordo anche il gol siglato al Galles, ma l’emozione più grande è cantare l’inno indossando quella maglia, ti dà una carica incredibile. Mi è dispiaciuto non fare parte del Mondiale in un periodo in cui sentivo di meritarmelo”.
Sull’esperienza azzurra sulla sabbia, invece, aggiunge: “Ultimamente ho iniziato con il beach soccer, sport che mi ha sempre affascinato ma difficile da praticare quando giochi in Serie A. È uno sport diverso, la sabbia era il mio avversario principale nelle prime partite, quando ci si abitua è molto bello, ed è stato veramente emozionante per me giocare con la maglia della Nazionale a casa mia. Spero di replicare il prossimo anno con risultati diversi”.

Tornando alla sua carriera ricorda con affetto alcune ‘ex compagne’: “Sento ancora tante ragazze, soprattutto con cui ho giocato a Firenze per tanti anni come Guagni, Durante e Binazzi, ma anche Fusini, Fusetti e tante altre. Cosa mi metteva in difficoltà? Ci sono alcune caratteristiche di varie giocatrici che forse soffrivo,  più di tutte la rapidità”.
In chiusura la calciatrice sull’evoluzione del movimento, vissuto sulla sua pelle, conclude: “Probabilmente l’ingresso della Fiorentina mi ha fatto capire che le cose potevano veramente cambiare per il nostro mondo. Da quel momento abbiamo iniziato a vivere il calcio come delle professioniste e quando si sono aggiunte Milan, Juve e tutte le altre si è alzato il livello in tutto il campionato. Credo che si possa ancora crescere, soprattutto nelle categorie inferiori perché c’è un abisso incredibile e queste squadre se non vengono aiutate hanno moltissime difficoltà. Basta vedere appunto quante squadre non si iscrivono ogni anno”.