“In realtà non ricordo un momento preciso in cui ho deciso di iniziare a giocare a calcio: è stato tutto molto spontaneo” Chi parla è Paola Diletta Baccaro, difensore e capitana di quell’Arezzo under 19 che, nell’avvio del campionato di categoria, sta quasi realizzando dei… miracoli, tanto da ritrovarsi nelle prime posizioni della classifica, alla pari con tutto il gotha del calcio femminile italiano. Classe 2007 (è nata il 4 agosto), Paola ha vissuto praticamente in simbiosi con il pallone, tanto che, prosegue lei stessa “A sei anni ho iniziato a praticare il karate, ma sin da subito ho capito che non era il mio ambiente, perché il pensiero era sempre alla piccola palla di spugna che ogni tanto il maestro ci faceva usare per divertirci”

L’influenza del calcio si è quindi fatta sentire molto presto, sulla nostra giovane promessa: “Le continue partitelle al parco, con mio fratello Mattia ed i suoi amici, hanno fatto si che il presidente della scuola calcio del mio paese, Grecia Calcio Cursi, mi notasse…” ricorda ancora la Baccaro “…contattasse mia madre e mio padre che, insieme, hanno deciso di portarmi a fare qualche allenamento: da lì, è stato amore infinito nei confronti della Società, dei compagni che non mi hanno sempre trattata alla pari, non facendomi mai sentire inferiore, ma soprattutto nei confronti di quella palla che rotolava nel campo roccioso e spesso fangoso, che mi faceva ritornare a casa felice nonostante i graffi ed i lividi”

La passione, si sa, va spesso a braccetto con l’impegno, e così la nostra protagonista ha proseguito la sua strada senza tentennamenti: “Mi sono sempre allenata con costanza e determinazione, sin da subito con in testa un solo obiettivo: ovvero diventare una calciatrice” “I mister hanno sempre creduto in me ed hanno fatto il massimo per far si che i miei sogni diventassero realtà, insieme alla mia famiglia ed alle persone a me vicine” prosegue il racconto “A 10 anni ho messo piede in quello che è il mondo del calcio femminile, grazie alla Nitor Brindisi che mi ha accolto a braccia aperte. Nel frattempo ho continuato ad allenarmi con la squadra del mio paese, per migliorare sempre di più, ed a 16 anni ho lasciato casa per iniziare un nuovo percorso in quella che, ora, è come la mia seconda famiglia: l’ACF Arezzo”

Probabilmente, Paola non lo dice, ma il posizionamento da difensore è arrivato più tardi, perché “sin da piccola mi hanno sempre affascinato la brillantezza dei dribbling e delle giocate di Ronaldinho, la dedizione e l’eleganza di Del Piero”. Due che, a quelli del suo ruolo, li hanno sempre fatti… impazzire!

Da capitana della primavera amaranto, Paola Baccaro ci può forse svelare quale segreto ci possa essere, dietro alla brillante partenza in campionato della formazione aretina? “Sicuramente la voglia di dimostrare quello che ognuna di noi ha: chi per un riscatto personale, chi per fame e chi per voglia di fare sempre meglio”

Di carattere sicuramente forte, Paola ha anche le idee molto chiare sui traguardi, personali e di squadra, che vorrebbe raggiungere in questa stagione: “Un traguardo personale è dimostrare a me stessa di poter abbattere i pregiudizi calcistici, che mi hanno sempre fatta sentire inferiore. Traguardo di squadra, invece, riuscire ad arrivare a fine stagione fiere di quello che abbiamo fatto e consapevoli di aver dato il massimo per raggiungere il traguardo migliore”

Ma proprio il ruolo di capitana, nell’ambito di una formazione, quale impegno comporta e può risultare troppo gravoso? “Essere il capitano non deve essere un peso, ma una delle cose più belle del mondo. Io personalmente, mi ritrovo ad essere il capitano di una squadra che mette il massimo impegno in tutto quello che fa: sono molto fortunata ed onorata di rappresentare questa città”

Per una ragazza diciottenne, il futuro è ovviamente ancora tutto da scrivere: ma come se lo immagina, Paola Baccaro? “In futuro mi vedo sicuramente all’interno del mondo del calcio: o dentro al campo o a bordo campo, in un modo o nell’altro voglio fare della mia passione il mio lavoro…” Ambizioni sicuramente chiare e precise, per una ragazza che di fatto ‘vive’ quasi solo di calcio: tanto che “non ho mai pensato di praticare altri sport, perché da subito ho capito di aver trovato lo sport perfetto…”