Genoa, Spezia, Gatteo Mare: il percorso di Noemi Monetini nel calcio femminile degli ultimi anni è sempre stato connesso, in un certo senso, al mare. La carriera della calciatrice del Gatteo Mare è stata ricca di momenti indimenticabili e di un continuo appaiarsi tra calcio e lavoro come psicologa, due realtà che si mischiano alla perfezione e che le permettono di avere un occhio ancora più critico sull’evoluzione di questo sport.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ha avuto il piacere di intervistarla e di affrontare con lei quei due mondi che nella sua vita s’intersecano fino a diventare indistinguibili.
La Serie B con il Genoa, conclusasi nel 2023, è stata il “la” per indossare i colori dello Spezia per due stagioni e, nel corso dell’ultima, ha toccato punte che non avrebbe mai pensato di poter raggiungere in carriera, tra cui la vittoria della Coppa Italia di Serie C e una Promozione in Serie B maturata sul campo. A suo parere, l’ultima annata con lo Spezia è stata l’apice della sua carriera professionale: «Sicuramente lo scorso anno con Lo Spezia abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, ed è stato forse l’anno più soddisfacente di tutta la mia carriera calcistica. Ho militato in tutte le categorie e credo che la serie C negli ultimi anni abbia alzato il proprio livello, e che ci siano giocatrici con ottime qualità; credo che i valori umani e calcistici, che portiamo dentro noi stessi, vadano oltre le categorie e possano essere espressi a prescindere da dove si è collocati», ha dichiarato la giocatrice. Leggere “Serie C” è un’istruzione che a volte può dissuadere dal vero valore della categoria, che a suo parere negli ultimi anni ha trovato ulteriori margini di crescita e vie per andare sempre di più verso la sua definitiva consacrazione.
Dopo lo Spezia è toccato al Gatteo Mare, che ha aperto la stagione nel modo giusto, con due vittorie di spessore. La calciatrice copre al meglio la retroguardia e, sempre con l’esempio di Lucia Di Guglielmo a cui fare riferimento, si mette a disposizione del Mister in tutta la sua versatilità. Non da meno, una parola chiave da tenere sempre a mente è “costanza”, che nella testa della giocatrice è stata essenziale: «Sicuramente essere una giocatrice versatile che può ricoprire più ruoli ti permette di essere una risorsa in più a disposizione della squadra, nel caso in cui ce ne sia il bisogno; penso che sia fondamentale continuare a lavorare sugli aspetti tecnici ed aver voglia di migliorarsi e crescere continuamente, allo stesso tempo, penso anche che sia importante lavorare sul lato mentale, che ci permette di migliorare anche sotto l’aspetto della resilienza e quindi nel farsi trovare pronti in qualsiasi situazione.»
«Chiaramente l’ambiente intorno alle giocatrici conta molto, avere una Società e uno Staff che crede nelle proprie calciatrici è sicuramente la base solida su cui poi costruire qualsiasi percorso. La fiducia nelle singole giocatrici è un ingrediente imprescindibile per la ricetta di una buona stagione calcistica. Dal punto di vista psicologico, credo fermamente che l’aspetto mentale conti tanto quanto quello fisico, e quindi tecnico-tattico, sono della filosofia che l’atteggiamento con cui ci poniamo verso i problemi o le sfide, sia davvero determinante nel risultato e faccia la differenza», ha poi aggiunto Monetini. La fiducia diventa un catalizzatore di estrema importanza nel corso di una stagione, che non va data per vinta o per persa fino all’ultima giornata. Oltre alla costanza negli allenamenti, la tenuta mentale gioca un ruolo centrale nella preparazione di un’atleta, che deve saper fare la differenza anche con il giusto approccio a ogni impegno. Se l’ambiente attorno alla giocatrice le permette di crescere, allora anche in campo ci sarà una resa diversa.
Collegata al lato psicologico c’è la crescente centralità dei social sia sul campo nel corso dei match per riprendere i punti salienti e le reazioni a caldo, sia al di fuori. L’evoluzione dello sport sta mettendo sotto i riflettori le calciatrici e le espone maggiormente a critiche, spesso formulate in modo anonimo. A parere di Noemi Monetini, inoltre, spesso ad alzare la voce dietro la tastiera sono persone che non hanno la mente aperta a sufficienza da cogliere gli aspetti positivi di questo cambiamento volto all’inclusione e alla valorizzazione delle calciatrici, mentre i calciatori “al maschile” sono ritenuti esempi da ammirare: «Al giorno d’oggi i social sono sicuramente uno strumento molto importante e potente per poter divulgare e far conoscere il calcio femminile, la maggiore esposizione porta ad una maggiore visibilità, che raggiunge però anche persone che purtroppo non sostengono il calcio femminile ma che anzi, si permettono di screditarlo. Penso che ci sia un problema alla base di ancora poca apertura mentale verso il calcio femminile, e che rispetto ad altri paesi dove questo è già sostenuto ed incentivato sotto numerosi aspetti, da noi il calcio femminile stia ancora crescendo, ricordiamoci per esempio che solo recentemente da luglio 2022, il calcio nella massima serie è diventato professionistico. Siamo sulla buona strada per l’espansione del calcio femminile, ma purtroppo siamo consapevoli che durante questo cammino, troppo spesso abbiamo lo spiacere di incontrare persone che si nascondono dietro la tastiera per diffondere messaggi spiacevoli», ha sottolineato. L’altra faccia della medaglia, quella positiva, prende però in considerazione i cambiamenti che stanno avendo luogo e che, dall’avvento del professionismo, stanno gradualmente forgiando la percezione di questo sport.
«Di base credo che la libertà di pensiero debba essere accompagnata dal buon senso, e che nessun insulto o manifestazione di odio possa essere giustificato dietro una libertà di espressione. Penso che i canali social possano essere un potente mezzo per far conoscere il mondo del calcio femminile, magari condividendo le esperienze e le realtà delle società che ne fanno parte; con la consapevolezza che a volte questa visibilità, possa incorrere nei classici leoni da tastiera o persone con arretratezza mentale», ha chiuso il cerchio la classe 1996. La “libertà di pensiero” che viene inneggiata non deve però arrivare alla deriva di “insulti” oppure “cattiveria gratuita”, perché va a gettare fango su un lato positivo dei social media, ovvero la possibilità di raggiungere un pubblico vasto provando a far conoscere anche le realtà un po’ più di nicchia, come appunto la costola al femminile del calcio.
In chiusura, Noemi Monetini ha messo sotto la lente d’ingrandimento la vita di una calciatrice, che deve coniugare studio, lavoro e questa passione in una bilancia che spesso è difficile da far rimanere in equilibrio, tanto che molte atlete devono sacrificare uno degli ambiti. A suo parere, però, non è detto che prima o poi le cose cambino e le calciatrici possano definirsi tali anche in categorie diverse dalla Serie A, in un messaggio di speranza: «Sicuramente conciliare la carriera accademico-lavorativa e sportiva non è sempre semplice, richiede molto sacrificio ed organizzazione, soprattutto in termini di tempo, perché alcune squadre ad esempio si allenano durante il giorno, e quindi diventa difficile conciliare il lavoro con l’attività sportiva; siamo ancora in una fase in cui a volte si è costretti a fare rinunce in uno dei due ambiti, per l’impossibilità di portare avanti tutti e due assieme. Il mio augurio è che piano piano si possa effettivamente arrivare al punto in cui il calcio femminile diventi una vera e propria professione riconosciuta non solo nella massima serie, credo però che per raggiungere questo obiettivo, ci sia ancora tanto lavoro da fare.»
Si ringrazia la società calcistica del Gatteo Mare ed in particolare la giocatrice Noemi Monetini, per l’intervista in esclusiva a Calcio femminile italiano, per la loro disponibilità.






