Nel cuore di una serata dedicata al trionfo del calcio femminile inglese, Lucy Bronze ha raccolto il frutto di un’annata intensa: è stata infatti eletta Giocatrice dell’Anno della nazionale inglese per la stagione 2024-25. Un riconoscimento che somiglia più a una consacrazione, dopo una serie di momenti da ricordare e un percorso fatto di dedizione e costanza.
Bronze ha vissuto una stagione “da slogan”: con la maglia delle Lionesses è scesa in campo 16 volte, 15 delle quali da titolare, mettendo a segno 5 gol e diventando punto fisso in difesa, ma anche in fase d’attacco. Ha avuto il suo momento-chiave nei quarti di finale degli Europei contro la Svezia: al 79’ ha sferrato un colpo di testa che ha riaperto la partita, e poi ha trasformato il rigore decisivo nella lotteria finale dei tiri dal dischetto. Questo tipo di rendimento – che unisce incisività e presenza costante – ha catturato l’attenzione di tifosi e compagne.
Bronze ha ricevuto il premio davanti al gruppo, in una cerimonia a St. George’s Park, e ha dichiarato che vestire la maglia dell’Inghilterra “è qualcosa che mi riempie il cuore e l’anima”. Quello che colpisce è la sua leadership. Non urla, non cerca riflettori, ma fa parlare i fatti: dietro ogni scelta, ogni spunto offensivo, ogni chiusura difensiva, c’è la convinzione che una carriera di vertice non si costruisca solo sul talento, ma sulla testa. A 34 anni, Bronze non è nel crepuscolo della carriera: appare invece in piena maturità sportiva, carica di esperienza e ancora affamata di vittorie.
Per la nazionale inglese, il suo contributo trascende i numeri. In un momento in cui il calcio femminile cresce sotto i riflettori e in platea, avere una giocatrice che incarna professionalità, sacrificio e successo fornisce un modello alle giovani e un riferimento per tutto il movimento. Il riconoscimento le arriva in un contesto favorevole: la squadra ha vinto l’Europeo 2025, e la sua prestazione nei momenti più importanti ne ha fatto una protagonista.
Adesso però comincia una nuova fase: mantenere lo standard altissimo, continuare a trascinare anche fuori dal campo, e magari puntare a obiettivi ancora più grandi. Il premio di Giocatrice dell’Anno non è la vetta, ma forse il trampolino per il capitolo successivo.






