In un’amichevole di grande prestigio allo stadio “Ennio Tardini” di Parma, l’Italia femminile ha ceduto 0-1 al Brasile, in una sfida di alto livello tecnico contro una delle selezioni più forti al mondo che ha offerto ad Andrea Soncin indicazioni preziose in vista del futuro. Il gol decisivo, firmato da Luany al 68’, ha premiato le verdeoro e punito un’Italia generosa, ma ancora alla ricerca della giusta continuità.
Protagoniste e contesto
Andrea Soncin ha scelto di cambiare molto rispetto alla gara contro il Giappone, concedendo spazio a nuove interpreti e testando assetti diversi. Tra i pali Durante, chiamata a sostituire Giuliani, nella retroguardia spazio a Salvai, Lenzini e Linari, con Soffia e Oliviero sulle corsie esterne, a centrocampo il giovane trio Schatzer–Greggi–Tomaselli, mentre in avanti si è vista una coppia offensiva rinnovata, con l’intento di dare ritmo e varietà al gioco: Cantore e Piemonte.
L’unica rete della serata è arrivata nella ripresa: cross preciso di Dudinha dalla destra e inserimento puntuale di Luany, che ha battuto Durante da distanza ravvicinata. Le Azzurre hanno provato a reagire, ma le brasiliane hanno mantenuto il controllo del ritmo fino al fischio finale.
Punti di forza
1. Spirito combattivo e resistenza mentale
Nonostante il divario tecnico e fisico, l’Italia ha mostrato compattezza e determinazione. Anche nei momenti più difficili, la squadra non ha smesso di lottare e ha mantenuto ordine tattico.
2. Idee offensive in costruzione
In diversi frangenti si sono viste trame interessanti, triangolazioni e cross che hanno messo in affanno la retroguardia verdeoro. È mancata la concretezza, ma l’impianto di gioco lascia intravedere progressi.
3. Buone risposte dalle nuove protagoniste
Le giocatrici subentrate hanno mostrato personalità e voglia di emergere. Il turnover di Soncin sta ampliando le soluzioni disponibili e rafforzando la concorrenza interna.
Cosa non ha funzionato
1. Ritmo e intensità discontinui
Il Brasile ha preso il controllo quando ha aumentato la velocità del palleggio. L’Italia, invece, ha faticato a mantenere un pressing costante e ha perso metri nella seconda parte di gara.
2. Transizioni difensive lente
Il gol di Luany nasce da una lettura difensiva tardiva: troppo spazio concesso sul cross e copertura insufficiente sul secondo palo. Le ripartenze brasiliane hanno messo in luce un problema già noto.
3. Mancanza di precisione sotto porta
Pur arrivando in zona offensiva con buone intenzioni, le Azzurre non hanno saputo concretizzare. Scelte di passaggio affrettate e poca freddezza nei momenti decisivi hanno pesato.
4. Calo fisico nel finale
Negli ultimi venti minuti la squadra ha perso brillantezza, concedendo ancora più campo al Brasile e riducendo la propria pericolosità.
Una lezione utile per crescere
Il risultato non premia l’Italia, ma il valore dell’amichevole è evidente. Contro una nazionale come il Brasile, ogni errore si paga caro, ma ogni minuto diventa esperienza. La strada di Soncin resta quella giusta: consolidare il gruppo, lavorare sulla continuità di ritmo e sulla rapidità di lettura, senza perdere fiducia.






