Il campionato di Serie A Femminile 2025-26, da quest’anno a 12 squadre, sta raccontando una storia diversa dal solito. Le grandi, abituate a dominare la scena, faticano a imporre la loro legge. La Juventus Women, per anni regina incontrastata del calcio italiano, e l’Inter Women, in costante crescita nelle ultime stagioni, oggi si trovano sorprendentemente a metà classifica.
Cosa sta succedendo?
L’allargamento a dodici squadre e la crescente professionalizzazione del movimento hanno cambiato il panorama della Serie A. Non ci sono più partite “facili”: anche le neopromosse o le squadre di metà classifica hanno strutture solide, staff tecnici di qualità e giocatrici straniere di livello.
Risultato: il campionato è diventato imprevedibile. Le “big” non possono più permettersi cali di concentrazione, e i punti persi pesano subito.
Dopo anni di dominio quasi assoluto, la Juventus sta attraversando una fase di transizione. L’addio di alcune colonne storiche, il cambio in panchina e una rosa ringiovanita hanno inevitabilmente inciso sulla continuità di rendimento.
Le bianconere hanno ancora qualità e mentalità, ma sembrano meno incisive nei momenti chiave. Le sconfitte contro Milan e Roma, ad esempio, hanno evidenziato limiti di equilibrio e di concretezza sotto porta.
Non è una crisi profonda, ma un segnale: la Juve deve reinventarsi, senza più il vantaggio tecnico e mentale che la separava dal resto della Serie A.
Mentre Juventus e Inter arrancano, altre realtà si prendono la ribalta. La Roma conferma il suo status di squadra da battere, grazie a un gioco fluido e a una rosa di alto profilo.
Il Milan è tornato competitivo, capace di battere la Juve e di rimettersi in corsa per la zona alta.
E poi ci sono le rivelazioni: Como, Fiorentina, e perfino alcune neopromosse stanno raccogliendo risultati importanti, a testimonianza di una crescita diffusa del livello medio.
Per la prima volta da anni, la Serie A Femminile sembra davvero equilibrata, aperta e appassionante.
Le grandi devono adattarsi a un contesto in cui il nome non basta più: servono nuove idee, una gestione moderna e un approccio più “europeo”.
Un segnale positivo per tutto il movimento: meno monotonia, più competizione, più spettacolo.






