Tra le squadre che hanno spiccato di più fino a questo momento nel Girone C di Serie C femminile compare il Riccione guidato da Mister Andrea Tentoni, che sta navigando in acque tranquille in termini di salvezza e cariche di aspettative per quel che riguarda, invece, un futuro roseo. Una delle sue protagoniste, Aurora Remondini, ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva alla Redazione di Calcio Femminile Italiano raccontando di sé, della propria passione legata al calcio e di ciò che si aspetta dal futuro.
«Ho iniziato a giocare all’età di cinque anni insieme a una mia amica, e da lì non ho più smesso. La passione me l’ha trasmessa mio fratello, perché sono sempre andata a vedere le sue partite con la mia famiglia», ha cominciato Remondini. La giocatrice ha mosso i primi passi in questo sport molto presto ed è stata subito supportata da tutte le persone attorno a lei, anche dai compagni di squadra maschi che, contrariamente a quanto accade di solito, hanno visto in lei una vera e propria “compagna di squadra” e non “una ragazza inferiore”: «Ho sempre trovato nel mio percorso persone che mi hanno supportata, partendo dai miei compagni di squadra, perché ho giocato per anni in una squadra maschile della mia città, e li reputo ancora oggi grandi amici. Sono stata per anni il Capitano di questa squadra, ancora oggi sono molto legata a loro. Ho sempre avuto allenatori che, nonostante fossi l’unica ragazza, mi hanno aiutato molto. Anche la mia famiglia mi ha sempre seguito molto, e ha sempre amato la passione che ho per questo sport, non ho mai riscontrato grandi ostacoli.»
«Ho sempre giocato a centrocampo fin da bambina, e negli ultimi tre-quattro anni mi hanno spostato in difesa perché l’allenatore della Prima Squadra del Parma, in un’amichevole, mi ha voluta provare, e da lì mi hanno sempre lasciato in difesa. Mi piace impostare, una caratteristica che va bene sia da mediano, sia da difensore centrale, e mi piace vedere il campo frontalmente; quando mi capita l’occasione, tento ancora di salire e portare palla al piede», passare da centrocampo alla difesa non è stato un impatto violento sulla calciatrice, bensì un punto di svolta per la sua carriera, che da quell’amichevole difendendo i colori della Prima Squadra del Parma è diventata la sua certezza.
La giocatrice ha avuto un passato nelle giovanili del Sassuolo e del Parma, due Società che l’hanno fatta crescere come atleta e ancor prima come persona, mettendola davanti a delle scelte, spesso non semplici, e a un percorso che, passo dopo passo, l’ha aiutata a diventare la calciatrice che è oggi, trasmettendole valori che porterà con sé per tutta la vita: «Mi hanno lasciato sicuramente ricordi molto positivi. Sia il Sassuolo sia il Parma mi hanno lasciato tante amicizie, e penso che entrambe le Società mi abbiano lasciato una grande spensieratezza che solo nel settore giovanile ti riesce a dare. Mi hanno insegnato fuori dal campo e dentro il campo il rispetto e la disciplina nei confronti del calcio. Mi sono sempre dovuta organizzare molto con lo studio, e quindi ho anche imparato a organizzare la mia vita da studente-atleta, quando giocavo a Sassuolo ho sempre preso dei treni per spostarmi. A livello calcistico, sono entrambe Società molto importanti, sono sempre stata seguita da Staff e allenatori molto preparati e competenti che mi hanno trasmesso molti valori che ancora oggi custodisco.»
«Prima di prendere questa decisione, sono venuta qua qualche giorno in prova al Riccione, fin da subito è stato un ambiente molto familiare, molto umano e con un ottimo allenatore che mi ha accolto molto bene, anche gli allenatori seguenti sono stati come lui», il Riccione l’ha accolta per il suo debutto ufficiale come “calciatrice grande” ed è stato fin da subito capace di coccolarla e portarla verso una crescita calcistica e anche emotiva che continua tutt’ora. Lo stesso Riccione le ha trasmesso valori che sente suoi: «lo spirito di squadra che c’è sempre stato in questa Società, poi lo stile di gioco, perché penso che insegnino a giocare a calcio, e la spensieratezza nel poter sbagliare: non mi sono mai sentita giudicata, non ho mai sentito particolari pressioni.»
Remondini ha esordito con il Riccione tre anni fa, e per lei «è stato un grande onore. Avevamo un’ottima squadra ed ero circondata da persone che, nonostante fossi alla mia prima esperienza, mi hanno sempre fatto stare tranquilla, ed ero molto emozionata per essere entrata nel “mondo delle grandi”, rispetto agli anni di Primavera che ho fatto in precedenza.»
La stagione in corso, scaramanzie varie a parte, si prospetta di alto livello, come traspare dalle parole del difensore, che fin dalla preparazione si è resa conto che, nello spogliatoio e nel modo di prepararsi, c’era qualcosa che le lasciava presagi positivi e che cominciava a gettare le prime basi per una nuova annata in Serie C da disputare non da comparsa: «Fin dalla preparazione, ho notato che avremmo potuto fare molto bene quest’anno: avevo notato una buona squadra, e così sta andando. Poi (ride), sono abbastanza scaramantica, e speriamo che la stagione possa continuare bene. Ci teniamo molto a fare bene, e faremo il possibile per raggiungere gli obiettivi che ci sono stati dati a inizio anno, penso che abbiamo la capacità di potercela fare, basta crederci. Ad ora, in classifica siamo in una buona posizione, stiamo migliorando sempre di più, ci possiamo provare. Stiamo continuando a crescere e secondo me, essendo un gruppo molto unito e molto solido, possiamo provare a sognare qualcosa di positivo.»
Dal suo approdo al Riccione, Remondini ha già notato una serie di cambiamenti e di miglioramenti in positivo su se stessa come atleta e come persona al di fuori del rettangolo verde, a riprova che il calcio non è solo uno sport: «Dalla Primavera mi sono imposta, rispetto a ciò che avevo lasciato, di crescere molto a livello calcistico, perché il modo di giocare è molto diverso, e anche caratterialmente: sono sempre stata una ragazza abbastanza insicura, fragile e sensibile, e secondo me questo percorso mi ha fatto cambiare in maniera positiva, può essere anche grazie al fatto che sono cresciuta e che sono fuori casa. Ho imparato a prendere più sicurezza in me stessa, maggior senso di responsabilità e, di conseguenza, si riflette anche in campo.»
«All’inizio della stagione, come ogni anno, mi sono imposta di fare il meglio possibile sia per me stessa che per la squadra per cercare di fare un buon campionato, e sicuramente continuare a crescere, perché non si smette mai di imparare», gli obiettivi personali che vuole invece perseguire nel corso di questa stagione sono soprattutto intrecciati al suo desiderio di fare sempre meglio, di migliorare di giorno in giorno e di dare una svolta costante alla propria carriera, che dev’essere in costante divenire.
«Devo migliorarne tante, saranno sempre tante! La cattiveria in campo, è anche una cosa che mi piace, in realtà, però è da migliorare: voglio giocare sempre troppo ‘pulita’ ed essere troppo elegante anche in situazioni in cui, probabilmente, non serve. Devo migliorare la finalizzazione in porta, che per il ruolo che ho non capita molto spesso, però è comunque importante sfruttare le occasioni che mi capitano», l’attitudine e l’approccio grintosi della calciatrice vengono corredati da una puntuale autocritica circa gli aspetti da migliorare, ma anche da una profonda conoscenza dei propri punti di forza, che sono tanti e determinanti in ogni fase di gioco: «Non sono molto fisica, mi reputo una calciatrice abbastanza tecnica, mi piace giocare palla bassa, infatti non sono una cima con i lanci… Mi piace giocare sull’anticipo, mi capita spesso anche di salire palla al piede e di impostare il gioco, mi piace saltar di testa nei calci piazzati.»
Si ringraziano Aurora Remondini, l’addetta stampa Camilla Fuzzi e il Riccione Calcio Femminile per il tempo, la disponibilità e la bella chiacchierata.






