Photo Credit: Frosinone Calcio Femminile

Il Frosinone di Mister Francesco Foglietta si sta certamente imponendo nella serie cadetta come una delle rivelazioni più inattese alla vigilia della stagione. Le giallazzurre sono arrivate al giro di boa con un buon bottino e possono sperare di giocarsi le loro carte per terminarlo nel migliore dei modi. Come il Verona, le laziali sono state protagoniste di un breve documentario su VivoAzzurroTV che racconta la loro storia e tutto l’impegno che la Società ha portato avanti nel tempo per favorire la crescita di questo gruppo, partito dall’Eccellenza e arrivato nel giro di pochi anni a competere nella serie cadetta.

«La Ciociaria è il paese delle “cioce”, ovvero delle vecchie calzature, però io ho preferito gli scarpini», Elisa Leone è chiara e concisa quando afferma che per lei il Frosinone e il territorio circostante sono più di una tradizione legata alle scarpe, perché è, in qualche modo, una sua evoluzione: dalle vecchie calzature passa infatti agli scarpini da calcio.

Leone sente un grande attaccamento alla maglia, essendo nata e cresciuta a Frosinone, e per lei «Vestire la maglia del Frosinone è motivo di orgoglio: qui non rappresentiamo solo la città, ma anche tutta la provincia e la Ciociaria. Per me, sentire questi colori, è naturale, ma posso dire che anche per molte altre della squadra», questo senso di appartenenza sta cominciando a diventare un tratto distintivo di tutto il gruppo, anche di quelle ragazze che la Ciociaria e Frosinone li conoscono solo per via del calcio.

«Il “Matusa” è stato il primo stadio del Frosinone, e là sono arrivate anche le grandi squadre di Serie A e resterà per sempre nel cuore dei tifosi del Frosinone, anche se oggi abbiamo lo “Stirpe”; anche se è un parco, rimarrà sempre il vecchio stadio», così ha commentato il papà di Elisa Leone, che si è poi concentrato sulla figlia: «Elisa è nata con il pallone in mano. Da piccola cercava sempre le palline, ed essendo sorella di altre due gemelle notavo che le altre due giocavano con le bambole e lei sempre con il pallone», la passione per il calcio era quasi innata nella numero 14 giallazzurra, che preferiva giocare a calcio che non con le sorelle.

«Quando ho iniziato a seguire il calcio, il Frosinone era già “fra le grandi”, faceva già categorie come la Serie B e la Serie A qui, al “Matusa”. Ho iniziato a giocare a calcio con mio cugino, verso l’età di sei anni sono andata alla squadra del mio paese, sempre con i maschi. A otto anni sono arrivata al Frosinone, e da lì è iniziato tutto. Ho visto la crescita di questo Club: all’inizio non c’erano tante ragazze, c’era una sola squadra, venti persone, soltanto ragazze della provincia. Poi pian piano il Club è cresciuto e sono arrivate anche ragazze da fuori regione», anche Leone ha cominciato la propria carriera e si è appassionata al calcio grazie alla famiglia, che è una parola ricorrente anche nel DNA del Frosinone, che ha sempre accolto le ragazze cercando di farle sentire a casa, in primis attraverso il lavoro sapiente del tecnico: «Mister Foglietta è sempre stato un punto di riferimento, mi ha preso per mano da quando ero piccolina fino ad arrivare a oggi. Anche lui è del luogo, e quello che ci ripete spesso è di portare con orgoglio questo stemma.»

Il rispetto nei confronti della maglia giallazzurra viene ricordato prima che ogni partita arrivi al fischio d’inizio: «Prima della partita ci riuniamo in cerchio dentro lo spogliatoio e ci carichiamo con il nostro rito: “Onora questa maglia, e non tradirla mai”; il simbolo del Frosinone è il Leone, ma oltre ad avercelo sul petto ce l’ho anche dietro le spalle»

Anche Silvia Antonucci, Team Manager delle Leonesse di Frosinone, ha raccontato quale significato ha per lei questa maglia e quanto sente la responsabilità, in altre vesti, di continuare a far provare questo senso di appartenenza e di attaccamento al territorio anche alle calciatrici arrivate da poco: «Sono arrivata al Frosinone quando era al secondo anno di Eccellenza e ho giocato fino all’anno scorso, poi ho smesso. Abbiamo fatto due bellissime stagioni in C e adesso affrontiamo la B, dove ci sono comunque, anche se in veste diversa. Quest’anno faccio la Team Manager, e la decisione di smettere l’ho presa l’anno scorso. Il fatto di aver giocato fino all’anno scorso e di aver vissuto per tanto tempo lo spogliatoio del Frosinone in realtà mi dà una marcia in più per aiutarle e capirle meglio. Due anni fa eravamo poche ragazze di Frosinone, e durante la cena di fine anno cantavano solo cori del Frosinone, che non partivano da me, e spingo tanto per farle partecipare a tutte le feste per farle entrare nelle tradizioni, perché la Ciociaria è tradizione», Antonucci è una ‘ragazza del territorio’ che l’ha vissuto fin da subito e ha anche partecipato in prima persona all’evoluzione del gruppo, della Società e della squadra, che adesso è ricca di ragazze che vengono da altre regioni e che stanno pian piano allargando il bacino d’interesse.

«L’obiettivo principale di questa stagione è la salvezza, e dall’inizio dell’anno ci siamo già tolte qualche soddisfazione. Quello che è cambiato sono gli allenamenti, il ritmo, l’intensità, il modo di allenarsi, perché l’obiettivo che abbiamo è importante e lo vogliamo raggiungere il più presto possibile», la salvezza è l’obiettivo primario della squadra, come veniva perpetuato fin dal primo pallone calciato in Serie B, ed è fondamentale tagliare questo traguardo il prima possibile.

Leone ha assaggiato la Serie B in una partita difficile, vale a dire quella contro il Como 1907, l’attuale capolista, e la calciatrice ha raccontato le emozioni provate da lei al momento di scendere in campo: «Non mi aspettavo di esordire contro il Como; quando ho capito che era arrivato il mio momento, ero molto felice. Tra i consigli che il Mister mi ha dato c’è quello di prendere spunto dalle ragazze più esperte e di rubare qualcosa della loro esperienza per crescere un po’ di più.»

Per concludere, la Team Manager ha affermato che adesso sono i genitori a voler spingere le bambine a giocare nel Frosinone, una realtà che si sta confermando tra le migliori del territorio e tra quelle che, passando in pochi anni dall’Eccellenza alla Serie B, hanno gli strumenti giusti per puntare in alto: «Abbiamo già fatto tanti passi dall’Eccellenza alla C alla Serie B, e spero che tra qualche anno il Frosinone arrivi dove penso che debba stare. Adesso sono i genitori a chiedere alle bambine di andare a giocare nel Frosinone!»

Ilaria Cocino
Appassionarmi allo sport è stato semplice: qualche gol degli Azzurri al Mondiale 2006, qualche punto spettacolare di dritto, qualche schiacciata nel campo avversario, qualche canestro impossibile. Sono un'aspirante giornalista sportiva che segue con passione il movimento calcistico al femminile da ormai qualche anno e tenta, attraverso il suo piccolo contributo, di trasformarlo nella quotidianità di chi legge e di renderlo qualcosa di più di una semplice meteora: il potere delle parole è inestimabile, e spenderle per queste ragazze è un privilegio immenso e una grande responsabilità.

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