“Credo che il movimento italiano non lo aspettasse da così tanto tempo. In realtà non si può aspettare qualcosa che per anni è stato persino più grande dei sogni”. A dircelo è stato Aida Xhaxho, incontenibile quando si parla di futsal, che sui Mondiali disputati poche settimane fa nelle Filippine aggiunge: “Negli ultimi anni il futsal femminile è cresciuto tantissimo e, proprio da lì, questo sogno ha iniziato piano piano a prendere forma”.
Aida, che ha lasciato il futsal la scorsa estate, per tanti anni ha vestito la maglia Azzurra della Nazionale di calcio a 5. Senza troppi peli sulla lingua Xhaxho ci confessa: “Un pizzico di rammarico c’è stato per non averlo giocato. Ho fatto parte della Nazionale per tanti anni e vederla in TV giocare il primo Mondiale un pensiero me l’ha fatto venire. Allo stesso tempo però ho tifato con enorme orgoglio per le mie compagne e il mio pensiero è andato anche a tutte quelle che, prima di loro, hanno contribuito a rendere possibile tutto questo”.
Sulla manifestazione poi l’ex calcettista continua: “Durante il Mondiale ho sentito parecchie compagne che mi hanno confermato quanto l’organizzazione FIFA sia stata impeccabile: accoglienza, atmosfera, tutto davvero unico. Il Brasile è salito sul tetto del mondo, ma di quelle casette di montagna con il tetto altissimo e ben inclinato, perché è lì che merita di stare. Ha disputato un Mondiale impeccabile sotto ogni aspetto: tecnico, tattico, e questo lo sapevamo, ma soprattutto mentale. Mi ha colpito tantissimo la determinazione, pur sapendo di essere la grande favorita, lo ha dimostrato partita dopo partita senza mai concedere spiragli alle avversarie. Portogallo e Spagna, invece, hanno fatto un percorso lineare e assolutamente coerente con il loro ranking mondiale”.
La classe ’93, nata a Tirana, invece sulle Azzurre evidenzia: “Secondo me l’Italia ha fatto un buon Mondiale. Fare di più, e andare oltre le aspettative, sarebbe stato bellissimo, perché nel calcio e calcio a 5 c’è magia e tutto può succedere. Le Azzurre hanno vinto bene le partite che dovevano vincere, hanno fatto più fatica contro squadre più organizzate e con una storia più consolidata. La vera vittoria che ci portiamo a casa è l’esperienza: non si sono mai risparmiate, sotto nessun aspetto, e questo è un valore enorme per il futuro”.
L’ex di Tikitaka, Lazio, Montesilvano e Falconara, tra le altre, poi sposta l’attenzione sulla Serie A sulla quale ci dice: “È stato un inizio di campionato particolare, con il Mondiale di mezzo, immagino che per le giocatrici convocate non sia stato semplice avere la testa completamente sul campionato nelle prime giornate senza pensare già alle Filippine. Ma è assolutamente comprensibile. Vedo una sola vera favorita rispetto a tutte le altre, poi subito dopo Roma e il resto del gruppo. Questa stagione , più che in passato, il CMB ha qualcosa in più”.
Poi, però, corregge il tiro: “Non è mai detto che la favorita vinca, lo so bene perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Ho la sensazione che stia iniziando una nuova dinastia, pronta a dominare il campionato italiano per diversi anni, un po’ come hanno fatto Falconara e Bitonto negli ultimi cinque”.
Campionato che ha mostrato, però, di avere diverse squadre per il primato come ricorda la stessa Aida: “Mi aspetto delle sorprese. È un campionato ancora difficile da decifrare, senza il CMB sarebbe un torneo ancora più particolare e, per certi aspetti, anche sorprendente.
C’è chi ha carattere, chi entusiasmo, chi ha investito tanto, chi può contare su giocatrici di grande talento ed esperienza in Serie A. Poi però, tornando al punto di partenza, il CMB in questa stagione ha tutte queste caratteristiche insieme”.
In estate Aida ha annunciato l’addio al calcio a 5 giocato ma ha iniziato subito un percorso da conduttrice del podcast ‘Perché Parquet’ insieme a Daniele Mennini. A riguardo ci spiega: “È stato facile, perché non ho preso la classica pausa di riflessione che si prende una coppia. Non ho mai messo in dubbio l’amore che provo per l’altra persona, in questo caso il futsal, ma sentivo che questo stacco fosse necessario per una mia realizzazione personale e per raggiungere alcuni obiettivi che mi ero posta da tempo. Noi atleti ragioniamo così, e per questo dico che è stato facile: nel mio cuore so che non è finita qui. La mia carriera è stata bellissima, guardandomi indietro lo posso dire con serenità. Ho vinto tanto, ho sempre giocato in squadre di vertice, viaggiato tanto e collezionato tanti ricordi indimenticabili. Ora devo mettere in bacheca ancora un paio di obiettivi e poi tornare a dedicarmi al gioco con quella spensieratezza che hanno i bambini quando giocano. Per me questo sport è così: per farlo bene devi stare bene fisicamente, ma soprattutto avere la testa libera, la voglia di allenarti sempre e di divertirti anche dopo una trasferta di dieci ore, magari con compagne molto più giovani di te”.
Aida, arrivata sino alle telecamere di Sky Sport, poi aggiunge: “La trasmissione è nata quasi per gioco, ma quando si inizia a giocare sul serio poi tutto diventa estremamente seri. Ho pensato al nome, al format e ho trovato persone appassionate di futsal, Silvia, Antonio e Daniele, che hanno creduto tantissimo in me. Mi sento a mio agio perché mi diverto: è un modo per sentirmi ancora dentro al campionato, con entrambe le scarpe. Vedere e sentire che le persone apprezzano ciò che raccontiamo mi riempie di gioia. Non sono mai stata una di quelle persone che nasce facendo una sola cosa e cresce senza darsi l’opportunità di scoprire nuovi talenti o nuove passioni”.
Xhaxho, infine, conclude: “Credo che questo sia anche un grande merito dei miei genitori, che hanno sempre creduto in me e lasciandomi ampia libertà nelle scelte, dall’università al lavoro, dallo sport alla vita. Sono stata per tutta la vita un’atleta, poi allenatrice, da tre o quattro anni insegnante e oggi mi sto raccontando in una veste nuova, quella di podcaster. Non vivo questi ruoli come mondi separati: nella mia testa sono tutti collegati, con un incastro molto logico. Al centro di tutto c’è sempre lo stesso principio: qualunque cosa faccia, cerco il modo di renderla piacevole e leggera per me, perché è così che riesco a metterci davvero energia, dedizione e passione”.






