“Per tutte le squadre partecipanti è stato un Mondiale pieno di emozioni e di altissimo livello tecnico e tattico. Il Brasile si è confermato la madre di questa disciplina, con Portogallo e Spagna capaci di tenergli testa per intensità, organizzazione e qualità di gioco. È stata una manifestazione che ha pienamente rispettato le attese”. A dircelo nelle ore scorse è stata Pamela Presto che ha lasciato ai nostri microfoni tanti spunti parlando di futsal come sul Mondiale disputato qualche settimane fa nelle Filippine: “Per le Azzurre è stata un’esperienza preziosa che fornisce indicazioni concrete, ha tracciato un percorso e sta a noi percorrerlo. L’Italia è arrivata al Mondiale inevitabilmente penalizzata dai limiti del nostro campionato, che oggi non garantisce ancora il livello, l’intensità e la continuità necessari per competere stabilmente con le migliori nazionali al mondo. Nonostante questo, la Nazionale ha saputo affrontare la competizione con grande dignità”.

La coach poi sulle Azzurre aggiunge: “La prima vittoria è stata netta contro una squadra ancora in difficoltà nel gioco del futsal, mentre il secondo successo ha messo in evidenza soprattutto il carattere del gruppo, permettendo la qualificazione, un traguardo importante e non scontato. Le sconfitte contro Brasile e Portogallo, poi finaliste, hanno mostrato chiaramente il gap che ancora ci separa da queste realtà”.
Sulla storica competizione disputata in Asia, poi, l’ex calcettista ammette:” Si tratta di un evento che noi tutti amanti di questo sport aspettavamo da una vita. Si tratta di un sogno diventato realtà, carico di emozioni. L’impatto sicuramente è stato fortissimo, per chi lo ha vissuto in prima persona, per chi era presente sugli spalti, per tutti coloro che lo hanno seguito a distanza. Si tratta di un Mondiale che segna l’inizio di una nuova fase per il futsal femminile da far crescere, consolidare e valorizzare ancora di più”.
Pamela, con un lungo trascorso da calcettista anche in Nazionale, alla domanda su un eventuale rammarico per non aver disputato mai un Mondiale in carriera sottolinea: “Il rammarico vero e proprio non c’è. Da ex giocatrice sarebbe stato naturalmente il sogno di una carriera poterlo disputare, ma prevale solo tanto orgoglio e soddisfazione di vedere dove siamo arrivati, ogni cosa arriva quando deve arrivare”.

La classe ’83, nata a Reggio Calabria, poi parlando di Serie A Tesys ci dice: “Mi aspettavo un CMB cosi, è una squadra che sulla carta non ha rivali costruita fin da subito per vincere tutto. Il campionato ci insegna ogni anno che non sempre le favorite riescono a imporsi, soprattutto nei playoff scudetto, dove le partite possono cambiare facilmente. Sul podio non vedo solo la Roma, ma anche Falconara e Bitonto”.
L’ex calcettista, con trascorsi tra Lazio, Ternana e Reggina tra le altre, poi sulla Serie A continua: “Bene Altamura, che rappresenta una bella sorpresa di questa stagione è una società emergente e spero riesca a dare continuità al suo percorso. In generale sto vedendo il solito campionato diviso in tre fasce: le solite quattro società che lottano per il titolo, quelle subito dietro che cercano di mantenere la categoria e le ultime che, quando affrontano le prime, faticano a reggere il confronto sul piano tattico e qualitativo”.

Sul suo presente e sul futuro invece spazio ai giovani, infatti Pamela ci confida: “Mi piace lavorare su progetti che mi diano stimoli importanti dove posso offrire un contributo reale per la crescita di questo sport. Ci diciamo spesso che i giovani rappresentano il futuro di ogni squadra e di ogni disciplina, ma bisogna crederci davvero e investire in modo concreto, non solo a parole. Servono attività strutturate, con una logica chiara e una visione a lungo termine. I giovani di questa nuova generazione sono più fragili, sotto tanti aspetti, per questo cerco di trasmettere non solo aspetti tecnici e tattici, ma soprattutto quei valori che oggi si sono un po’ persi umiltà, sacrificio e rispetto”.
In chiusura poi Presto, che ha vissuto l’esperienza da selezionatrice nella Kinto Future Cup, ci dice: “Allo stesso tempo penso che club e allenatori abbiano una grande responsabilità, le giovani vanno messe nelle condizioni di giocare, sbagliare e crescere. Senza spazio reale nei campionati è difficile costruire il futuro del movimento e, di conseguenza, quello della Nazionale. Mettere la mia esperienza e preparazione a loro disposizione è qualcosa che faccio con grande piacere e responsabilità, e spero, che ciò che lascio possa essere utile per il loro percorso umano e sportivo”.

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