Ai microfoni di Otto e Mezzo ha parlato Sara Gama, difensore della Juventus Women e della Nazionale azzurra. La giocatrice, membro anche dell’Aic per il settore femminile, ha commentato la situazione del calcio italiano.

CORONAVIRUS
«La mia linea è quella che la prudenza non è mai troppa. Dobbiamo stare attenti, usciamo, possiamo far tante cose ma è giusto farle nel rispetto del fatto che abbiamo dovuto piangere tante persone. Dobbiamo rispetto alla vita e a chi non ce l’ha fatta»

LOCKDOWN
«È stato impegnativo, per noi sportivi è stato difficile star a casa e non poter calcare il campo e non sfogarci a livello fisico. Anche se ci siamo costantemente allenate in casa è stato molto differente ma sono stata bene e quando c’è la salute e la famiglia sta bene non ci si può lamentare».

CALCIO FEMMINILE
«C’è una scala di priorità e il calcio maschile porta più soldi. Anche in questo c’è una scala di priorità. Di noi si sta discutendo adesso. La Serie A femminile è stato deciso di non chiuderla, ma si è deciso di mandarci avanti proprio come i professionisti. Tutt’oggi stiamo largamente discutendo, dobbiamo valutare tutto quanto. Siamo in una posizione particolare. Riprendere può essere un’opportunità, non va fatto a tutti i costi, siamo a disposizione qualora ci fossero le condizioni come un protocollo ad hoc. È stato redatto un protocollo ad hoc ma ci sono anche condizioni di tesseramento, di tutele, di rimborso spese».

RIPRESA
«Stiamo discutendo, le giocatrici non sono deputate a decidere se scendere in campo o no ma possiamo dare visibilità ad uno sport che stavamo appena lanciando».

PROFESSIONISMO
«Ci vuole il professionismo perché c’è bisogno di tutele legate. Noi non abbiamo un contratto, ma abbiamo accordi economici per rimborsi spesa. No non avremo una pensione e non abbiamo tutele assicurative al momento. C’è da dire che veniamo trattate da professionismo dunque c’è da fare lo step. Non si tratta solo dello status.».

Credit Photo: Andrea Amato