Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Camilla Rotella apprezzata content creator che sul momento calcio femminile ci dice: “Negli anni l’interesse è sicuramente aumentato, ma in Italia siamo ancora molto indietro rispetto ad altri paesi. Qualche anno fa, a Torino, ho assistito alla finale di Champions tra Lione e Barcellona e sono rimasta colpita nel vedere così tante persone seguire con passione il calcio femminile. Credo che questa crescente visibilità possa ispirare molte ragazzine a intraprendere questo meraviglioso sport”.
La classe ’97 ligure, seguitissima sui social, poi sposta l’attenzione sull’uscita dell’album Panini dedicato al femminile: “Può sembrare un dettaglio da poco, ma in realtà è un grande traguardo e manda un messaggio potentissimo. Per una bambina che sogna di diventare una calciatrice, sfogliare quell’album e ammirare le giocatrici è come dirsi: “posso farcela, un giorno anche io potrò essere lì”.
In Italia un passo importante è arrivato con il professionismo che ha portato il nostro campionato ad essere più appetibile anche dall’estero. A riguardo la creator che rivolge tante attenzioni al mondo del calcio poi aggiunge: “Un passo che in Italia si sarebbe potuto compiere anche prima, ma l’importante è esserci arrivati. Questo traguardo ha segnato un’evoluzione sotto molti aspetti come 666visibilità, miglioramento delle strutture, tutela e contratti più solidi per le giocatrici. L’ingresso di società affermate nel calcio maschile secondo me ha portato credibilità e, soprattutto, visibilità al movimento. I tifosi di grandi club come Inter, Milan e Juventus si sono inevitabilmente avvicinati al calcio femminile, contribuendo alla sua crescita”.
Camilla, da amante del calcio, sul suo approccio con il pallone, invece, ricorda: “Da piccola giocavo a calcio con gli amici o con mio papà e mio fratello nel prato di casa, perché nella mia zona non c’era, e non c’è, un settore giovanile per bambine. Se volevi giocare, dovevi farlo con i maschi o fare i chilometri per trovare una squadra femminile”.
Poi l’annata vissuta in campo con le ragazze del Sanremo Leadies: “Tre anni fa ho deciso di provarci, spinta anche da motivi di salute. Per una stagione mi sono allenata con una squadra a Sanremo, vicino a casa mia, ma mi sono ritrovata in un gruppo già formato, con ragazze che giocavano da una vita. Io, invece, ho sempre praticato altri sport, ma il calcio è rimasto negli anni il mio preferito”.
Poi l’esplosione sui social che l’ha portata a percorrere altri ‘sogni’: “Mi sarebbe piaciuto diventare una calciatrice e credo anche che mi sarei potuta togliere qualche soddisfazione perché ho sempre avuto una predisposizione innata per questo sport. Oggi mi limito a seguirlo, con infinita passione”.
Visibilità che oggi tocca tantissime calciatrici come evidenzia proprio Camilla: “Parlando di visibilità nel calcio italiano, penso a Eleonora Goldoni, che mi piacerebbe molto incontrare, anche perché condividiamo la stessa fede, e tra l’altro, ci seguiamo già a vicenda su TikTok. Credo che le chiederei quello che vorrei sapere da ogni calciatrice ovvero cosa le ha portate fin lì, qual è la loro storia e quanti sacrifici hanno dovuto fare”.
Tra poco spazio alla Nazionale che proverà a portare gioie all’Europeo in Svizzero. Sulle Azzurre Camilla ci dice: “Un cambiamento alla guida della Nazionale era necessario e Soncin ha avuto un impatto positivo, tuttavia, credo che ci siano ancora ampi margini di miglioramento. Per quanto riguarda Euro2025, penso e spero che la squadra possa fare una bella figura in Svizzera, dove ho in programma di andare, tra l’altro. Non ho mai visto una partita della Nazionale femminile dal vivo e mi piacerebbe davvero supportare le ragazze”.
In conclusione di chiacchierata Camilla rimarca: “Il calcio femminile è una realtà solida, stimolante e credibile. Tante figure con grande esperienza e professionalità alle spalle si sono approcciate al movimento. Sono fondamentali nella gestione del gruppo, trasmettendo quella mentalità vincente tipica di ogni sportivo”.