“Non era scontato, ma è stato bellissimo. Le Azzurre hanno mostrato coraggio, identità, una mentalità più matura. Soncin ha dato al gruppo sicurezza e una visione europea”.
A dircelo è stata Maria Parente, giornalista e conduttrice, che parlando della Nazionale Femminile e dell’Europeo disputato in estate ha aggiunto: “Quel percorso in Svizzera dice che l’Italia femminile non è più una scommessa, ma una realtà che sta crescendo davvero. Ora serve continuità, per trasformare questo risultato in un nuovo punto di partenza”.
La presentatrice campana, laureata in legge, a proposito di calciatrici poi ci confessa: “Mi piacerebbe tantissimo dialogare con una calciatrice e ascoltare una voce femminile che vive il campo dall’interno sarebbe prezioso. Intervisterei Marija Banušić, attaccante Napoli Women e le chiederei cosa si prova in quell’attimo di pura adrenalina in cui sei davanti alla porta e il pallone entra. È un’emozione che noi raccontiamo, ma loro vivono sulla pelle”.

Maria Parente, con un master in giornalismo sportivo presso Il Sole 24 ORE, ricorda poi il suo approccio al pallone da piccola che fotografa cosi:Giocavo spesso per strada o in cortile con gli amici, erano momenti bellissimi. Porto dentro una nostalgia dolce di quelle partite improvvisate. Non ho mai pensato davvero di diventare calciatrice, ma la vita sorprende sempre. Non direi mai di no a quella possibilità, nemmeno oggi”.
La conduttrice della trasmissione Cronaca Azzurra ci parla, poi, del suo legame con il calcio: “Il mio amore per il calcio è nato insieme a me, davvero. Ho ricordi nitidi di quando, a cinque anni, entravo allo stadio San Paolo con i miei genitori. Quel rumore, quei colori sentivo che mi appartenevano. L’amore per il calcio è qualcosa di luminoso, struggente e inesauribile: una presenza che ti accompagna, che ti emoziona sempre e che non smette mai di sorprenderti”.

L’opinionista in tv della trasmissione Goleada Azzurra sul passaggio al professionismo e sui tanti club che si avvicinano sempre più al calcio femminile poi ammette: “È stato un cambio di passo enorme. Togliere diffidenza significa aprire porte, creare entusiasmo, permettere alle ragazze di vedersi dentro questo sport senza sentirsi fuori posto. L’ingresso dei grandi club del maschile ha portato strutture, visibilità, investimenti e soprattutto normalità. Oggi una bambina può dire ‘voglio giocare a calcio’ senza sentirsi diversa. Ed è qui che inizia la vera crescita”.

Maria, con un master presso RCS Academy, conclude l’intervista parlando poi dell’album Panini dedicato alle calciatrici descritto cosi: “È un traguardo enorme. Non solo un riconoscimento, ma una forma di rispetto e visibilità che le calciatrici meritavano da tempo. Per una bambina vedere una giocatrice su una figurina significa che quel posto può essere anche il suo. E quando sogno e possibilità iniziano a coincidere allora il divario tra maschile e femminile smette davvero di esistere”.

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