Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Silvia Fuselli.
L’ex giocatrice della Nazionale, che ha collezionato 50 presenze ed 11 reti, apre parlando dell’eliminazione Azzurra all’Europeo di Inghilterra:
Contro il Belgio purtroppo la Nazionale ha proseguito con l’andamento poco positivo che l’ha caratterizzata in questo torneo. Il grande impegno non è stato sufficiente, credo sia importante che tutti gli errori commessi diventino fonte di stimolo e di crescita altrimenti tutte le analisi si riducono a futili giudizi. Questo sarà soprattutto compito degli addetti ai lavori e delle calciatrici che vivono tale delusione sulla loro pelle. Oggi siamo fuori dal torneo con un girone decisamente alla nostra portata. La critica è facile e secondo me anche giusta, ma fa tutto parte del gioco e da qui si deve ripartire. Sono sicura che le ragazze sapranno trovare le risorse per farlo”.

Sull’esordio contro la Francia la classe ’81 invece sottolinea:
“Contro la Francia ho visto un’Italia che non è riuscita ad esprimersi nella coralità, che forse è da sempre stata la sua forza, e la differenza fra le due squadre è risultata ancora più evidente a tal punto da sorprendere molti, soprattutto chi probabilmente non conosce bene il calcio europeo. L’Italia ha disputato una brutta gara, penso sia giusto essere sinceri, le motivazioni possono essere tante e diverse ma credo anche che quella partita abbia messo in mostra la strada da percorrere e i livelli ai quali bisogna aspirare per essere competitivi in campo internazionale”.
Il tecnico con una recente esperienza nello staff del Verona non nasconde la delusione nemmeno dopo il pari con l’Islanda:
“La partita contro l’Islanda è stata quella che per me ha sottolineato una condizione con la quale è difficile ottenere grandi risultati, e non mi riferisco esclusivamente al quella fisica, ma a tutte quelle componenti che permettono ad un atleta di esprimersi al meglio senza troppe interferenze. Penso che la prestazione sia l’insieme di tanti aspetti e in una competizione come l’Europeo se non riesci ad esprimerti al meglio purtroppo vai poco lontano. Il gol iniziale ha sicuramente creato una difficoltà maggiore e il pareggio ci ha fatto sperare per l’ultima partita ma si sono viste le difficoltà di gioco che hanno portato a questi risultati”.

Per l’ex giocatrice nata a Cecina, ex anche di Brescia, Torres e Torino, un passato in maglia Azzurra con la partecipazione ad Euro2009:
“Da piccola non sapevo neanche che esistesse una Nazionale di calcio femminile quindi prima di tutto ricordo l’emozione e l’orgoglio, ma anche il prestigio di essere selezionata fra le migliori e il grande senso di responsabilità per essere all’altezza in ogni momento della mia carriera. Ricordo l’impegno e la resilienza, quell’andare avanti nonostante tutto perché prima o poi le cose cambieranno grazie al lavoro e infine ricordo i confronti con le avversarie e le compagne. Non c’è un momento particolare ma tante cose, un sfida continua, un incentivo ad essere migliore che sicuramente ha inciso sulla mia formazione di atleta e di persona”.
La chiusura è, invece, sul passaggio al professionismo:
“Il professionismo naturalmente porta notevoli cambiamenti nella condizione delle calciatrici per tutti quegli aspetti che lo sport dilettantistico non supporta e garantisce. E’ frutto di un percorso lungo condotto da tante generazioni di calciatrici, io non lo vedo come un punto di arrivo ma come mezzo per lavorare ad un ulteriore miglioramento del nostro calcio che passerà attraverso l’impegno degli interpreti del momento e del futuro. Direi una nuova partenza, un gradino in più che richiederà ancora grandi sacrifici perché tutto ciò che ci porta in alto non può prescindere da questo. Il passato non va dimenticato, va consolidato come esperienza ma oggi più che mai è il momento di lavorare perché il calcio femminile italiano si avvicini a quello delle grandi squadre europee. Il professionismo deve creare le condizioni ideali per farlo”.