Credit Photo: Rahma Mohamed - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Ebbene sì, ci ho sperato…mi era andata bene una volta tanti anni fa per cui non vedevo come non avrebbe potuto tranquillamente ripetersi l’impresa anche oggi.

Era il lontano 1984…25 Aprile per l’esattezza e la Juve di Platini e Rossi stava per affrontare il Manchester United al Comunale di Torino nel ritorno della semifinale di Coppa delle Coppe.

Avevo il biglietto ormai da settimane. Dopo ore di coda presso la biglietteria in Galleria San Federico il tanto agognato biglietto era mio, gelosamente custodito nel diario ed in attesa di essere orgogliosamente presentato all’ingresso della Curva Filadelfia. Vedete ? eccolo, è mio, io stasera posso entrare.

I biglietti di una volta non erano nominativi e spesse volte racchiudevano in se piccole opere d’arte.

Il biglietto di Juventus Manchester United se non sbaglio rappresentava piazza Carignano e, come tutti i biglietti dell’epoca, era suddiviso in tre parti traforate che venivano staccate all’ingresso dello stadio da personale poco “incline al collezionismo” tanto che si cercava il più possibile di mostrare solo la parte da staccare per il controllo così da evitare che ti distruggessero il biglietto strappandotelo in due.

L’1 a 1 dell’andata all’Old Trafford era un risultato che si poteva ribaltare e più ci si avvicinava al giorno della partita e più cresceva la tensione. La cosiddetta febbre prima di un big match saliva sempre più velocemente.

Idealizzai talmente la cosa che il giorno prima dell’incontro mi ritrovai a letto con 39.5 di febbre e la mia presenza allo Stadio Comunale inevitabilmente compromessa.

Ero felice come un mazzo di crisantemi sotto la neve, ma non per questo meno concentrato verso l’obiettivo. Vincere ed andare in finale a Basilea. Detto fatto…..

Passano 40 anni e sento quasi la stessa atmosfera…. e la stessa sfiga..

In campo nel maschile non ci sono più solo 18 giocatori in rosa come Scirea, Tardelli, Gentile che si sparavano 46 partite in stagione (intere ndr.) senza fiatare, senza farsi male e senza chiedere l’aumento d’ingaggio ogni dieci partite….

Ecco perché a distanza di così tanto tempo, la febbre la sento, ma per il mondo femminile, ultimo mio baluardo a difesa della genuinità delle emozioni e delle persone che cloravano la mia vita quando ero ragazzino. Non posso scrivere che il calcio maschile ormai mi faccia schifo, però se lo affermerete voi al posto mio non lo negherò.

E così, per transizione empatica più che tecnologica o ipocritamente green, mi ritrovo anche stavolta a 24 ore dalla partita Juventus Women – Manchester United a letto con 39.5 di febbre. E che cavolo, me la perdo di nuovo…

Ad incitare le mie eroine bianconere non ci saranno 65000 spettatori come nel 1984, ma dieci volte di meno, che peccato.

La politica del turn over nel fine settimana di Campionato non ha pagato per nulla e così col Napoli dopo un primo tempo orrendo, parte delle titolari di Champions ha dovuto scendere in campo e fare gli straordinari, forzando il ritmo per rimettere in piedi una partita che per la terza volta nelle ultime quattro partite le vedeva sotto nel risultato al termine del primo tempo. Non è un record, era già successo a Montemurro una volta e a Guarino ad inizio stagione 2018-2019.

La scellerata idea di mettere in campo le seconde linee con tanto di centrocampo mai provato da inizio stagione ci ha regalato anche l’infortunio di Bonansea che a conti fatti ci ha tagliato una gran bella fetta di imprevedibilità contro un Man Utd in Champions che è tutto meno che fantasia al potere.

E così, nonostante un buon avvio di partita e le solite pecche emotive che dopo anni di carriera si dovrebbero agilmente bypassare, il formicaio Manchester ci prende le misure, passa in vantaggio con la fotocopia britannica di Noemi Visentin e ci tiene a bada per tutta la partita.

Manca cattiveria nei contrasti e verticalità da chi ne possiede la visione…troppi compitini in orizzontale e poco raddoppio sulla fascia per scappare e crossare. Ma siamo sicuri che l’errore sia stato sempre e solo delle singole incapaci di trovare il varco vincente e non di chi girava a vuoto per il campo di volenterosa ed europea memoria impedendo finalizzazioni migliori ? E’ stata forse l’ultima partita in bianconero per una giocatrice in particolare o è stata semplice ed ottusa ostinazione del Coach ? Delle due una per forza è vera.

Sta di fatto che invece di arrivare per il rotto della cuffia almeno quarte, ci si ritrova a dover spareggiare a Febbraio con la più forte della seconda fascia e cioè il Wolfsburg.

Due partite, la seconda in casa dagli orari talmente bovini che una toilette pubblica la domenica sera si vergognerebbe di sicuro di meno.

Già è difficile riempire un solo settore di uno stadio, se poi costringi le persone a vedere una partita alle 18.45 dopo una giornata di lavoro allora te la vai a cercare…o lo fai apposta, anche perché chi gioca la sera alle 21.00 c’é……tutte le altre (almeno una volta)

Caro personaggio dal curriculum falso, ti verrà un coccolone un bel giorno, magari ad Oslo quando vedrai vincere chi odi.

Magari non ti presenterai… causa una inspiegabile febbre improvvisa.

Nota a margine (Complimenti per la scelta del pigiama azzurro al posto di una degna divisa portiere)

Fino alla Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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