Una situazione da “raschia barile”, un effetto che potrebbe compromettere l’esistenza della realtà: è il caso del Montpellier, attualmente a rischio vendita ad acquirente anglosassone. La trattativa esclusiva pare toccare l’intero comparto femminile fondato e mandato avanti dal Presidente Laurent Nicollin.

Proprio tale figura, con a cuore movimenti e riscontri del caso, ha preso lo spazio offerto dal quotidiano regionale francese “Midi Libre”, riferendo una quasi obbligatorietà della cessione che rimanda a motivazioni di tipo economico: “Si glorifica tanto il calcio femminile ma non ci sono soldi, né entrate pubblicitarie e lo sviluppo fa fatica a concretizzarsi – ha ammesso, duro -. L’affluenza è bassa (si parla di circa 500-600 spettatori per partita), ed anche la sezione costa quasi 3 milioni di euro all’anno, senza un ritorno finanziario significativo. Se si riducesse il budget a 1,8 milioni per mantenere una squadra, poi…”.

Secondo lo stesso presidente, la gestione della investitrice americana Michele Kang potrebbe risollevare le sorti di un club che ormai sta seguendo sempre più le orme di Lione, Marsiglia e Le Havre, tutte società che presentano un grosso gap tra maschile e femminile.

Seppur la salute del club francese sia stata messa a dura prova, lo step citato sembrerebbe essere l’unica soluzione, un toccasana (in parte) per chi gestisce da anni realtà che sembrano avere vita breve.

Peccato per il momento, poiché il progetto, negli anni, è stato comunque tradotto positivamente sul campo grazie a diversi titoli conquistati come quello di campione di Francia 2004 e 2005, tre Coppe di Francia nel 2006, 2007 e 2009, oltre le parentesi in Coppa dei Campioni e una non indifferente longevità nell’élite francese forte di 30 stagioni. La trattativa, intanto, risulta ancora in corso, ma – a detta dello stesso Nicollin – la società è ormai entrata in quella fase di scambio per la quale ci si aspetta un risvolto a brevissimo.

Eleonora Mereu
Aspirante giornalista cagliaritana. Quella per lo sport femminile? Una passione nata anni fa, che mi spinge ora ad impugnare una penna per dar voce, nel mio piccolo, alle piccole e grandi realtà. Con le ragazze della Nazionale ho imparato ad apprezzare ancora di più il settore, percependo quanto scrivere sia un privilegio più che una missione, che va portato avanti con rispetto ed un reale sentimento per il movimento.