Che il calcio femminile si stia espandendo è fuori da ogni dubbio, ma con ciò sempre più gente malintenzionata si avvicina al movimento. E non per lo sviluppo sano, ma per intenti ben lontani dai veri valori del calcio in rosa. Questa situazione poco piacevole peggiora un quadro già precario costellato di abusi sessuali e violenze psicologiche. L’ultimo caso è quello portato alla luce dal quotidiano sportivo Equipe riguardo delle molestie sessuali al centro tecnico di Clairefontaine.

Questa struttura è il fiore all’occhiello del mondo calcistico francese da cui negli anni sono usciti giocatori e giocatrici che hanno fatto la storia di questo sport. Purtroppo il buon nome dell’impianto si va a macchiare di questa incresciosa vicenda. Il fatto risale al 2011, anno in cui una giocatrice ha deciso di denunciare la sua ex allenatrice, non specificata dal giornale, per degli abusi intimi. Relazioni nascoste, spesso anche con minorenni, avute con giocatrici che oggi sono ai vertici del calcio mondiale. La querela è stata esposta dopo che l’allenatrice ed una ragazza sono state trovate a letto. Con il primo caso venuto fuori, anche un’altra ex calciatrice ha segnalato un altro episodio risalente al 2005 con le violenze sessuali purtroppo al centro.

In seguito a questa denuncia, nel 2013 la FFF (Federcalcio francese) ha fatto abbandonare alla coach incriminata il plesso di Clairefontaine per molestie sessuali. Atto più che dovuto ma che pecca di comunicazione. Né le ragazze né tantomeno i genitori hanno ricevuto delle informazioni sulle reali cause dell’allontanamento. Mancanza di diffusione anche con il resto del panorama francese che ha continuato ad assumere il tecnico in svariati ruoli.

Nel 2015, l’udienza è caduta in prescrizione e con lei tutte le speranze di giustizia. Nello stesso anno, si è seduta sulla panchina di una squadra della D1 Arkema mentre dal 2019 è la responsabile del vivaio di una squadra d’alto rango.