Che le differenze tra calcio femminile e maschile sono evidenti il fatto è assodato ma in Portogallo si sta sorpassando ogni limite.

La FPF, federcalcio portoghese, ha fissato per la prossima stagione un tetto salariale non maggiore di 550mila euro per ogni squadra, provvedimento non attuato per le squadre maschili. La riforma è stata firmata il 29 maggio, data in cui 140 giocatrici hanno preso il sentiero di guerra contro la lega portoghese.

Le giocatrici assicurano che si tratta di una discriminazione di genere ed hanno “assoldato”  un avvocato per avviare misure legali contro la Federazione. Le 140 calciatrici appartengono ad ogni livello del calcio femminile portoghese; prima, seconda e terza serie. Hanno anche spiegato che questa misura adottata dalla Federazione sarà sottoposta ai tribunali nazionali, alla Corte europea dei diritti dell’uomo e alla Corte di giustizia, la cui giurisprudenza difende il principio di uguaglianza. Queste le dichiarazioni del gruppo di giocatrici: “l’FPF viola drammaticamente il principio della parità di trattamento tra uomini e donne, limitando l’accesso alle pari opportunità per i giocatori di calcio nazionali e stranieri”.

La furia delle giocatrici è stata scatenata anche dall’assenza di un salario minimo per le calciatrici portoghesi come accade in altri campionati femminili europei. L’affermazione del calcio come sport globale con questo tipo di provvedimenti viene seriamente minata e si spera che la situazione sia risolta quanto prima.