Portogallo-Norvegia
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Un’analisi della FPF (Federazione portoghese di calcio) con ricercatori dell’ Universidade di Évora, Universidade di Porto, Instituto Universitário di Maia, Universidade di Beira Interior e Universidade Nova di Lisbona, hanno contraddetto la classificazione della Direzione Generale della Salute che aveva inserito il calcio come attività a medio rischio per la trasmissione al Covid 19. Lo studio calcola due misure per l’esposizione respiratoria: le posizioni e i movimenti di due giocatori e degli arbitri durante una partita di calcio attraverso un sistema con telecamere super-HD e tecnologia di trasmissione dell’immagine utilizzata per i campionati come la Premier League, Bundesliga, LaLiga, l’Eredivisie, la Champions League e i match internazionali UEFA e FIFA.
La prima misura si è basata sul tempo passato ad una distanza inferiore di 2 metri rispetto agli altri individui. La seconda misura è stata calcolata aggiungendo alla prima misura il tempo d’esposizione a nubi di particelle respiratorie formata dai movimenti degli altri individui. I risultati segnalano che questa metodologia di analisi potrà essere utilizzata per valutare l’esposizione respiratoria derivante dal contatto interpersonale e la classificazione di rischio degli allenamenti e delle competizioni dei diversi sport e attività fisiche, contribuendo allo svolgimento delle attività nel contesto della pandemia del Covid 19.
Bruno Gonçalves dell’ Universidade di Évora segnala che il tempo massimo d’esposizione che identifichiamo a meno di 2 metri è stato di 6 minuti e mezzo tra due giocatori avversari. Questo metodo è facile da utilizzare per i club che abbiano questa tecnologia che può essere applicata sia in un allenamento che in una partita. In questo modo si possono facilmente capire i contatti di un caso sospetto di positività da Covid 19. I risultati dello studio dimostrano che il calcio non sembra essere un’attività d’alto rischio per la trasmissione da SARS-CoV-2. Anche Adalberto Campos Fernandes della Scuola Nazionale di Salute Pubblica all’Universidade Nova di Lisbona, segnala che con questa tecnologia innovativa si può approfondire la conoscenza della relazione tra la pratica sportiva di gruppo e il rischio associato in un contesto epidemiologico avverso.
Henrique Barros, dell’Istituto di Salute Pubblica all’ Universidade di Porto, segnala che attraverso questo studio si può decidere con maggior sicurezza sulle strategie di prevenzione dall’infezione. In questo modo, alcune attività sociali possono essere realizzate senza pericoli. La pratica sportiva è consigliata, anche in gruppo. Come spettacolo e soprattutto come esercizio fisico e stimolo mentale. Dobbiamo trovare strategie e soluzioni per trovare le migliori regole di convivenza. E attraverso questi studi, si può dare un grande contributo per prevenire le patologie mentali. Lo studio, realizzato dalla revista Sensors e diffuso dalla FPF, è disponibile e gratuito.

Foto: FPF