Come la maggior parte delle famiglie australiane, anche quella Kerr era patita per il football australiano.
Era argomento alle cene, nei momenti liberi e in tv si guardava solo quello.

Samantha Kerr, come tutti i membri della sua famiglia, praticava questo sport. Era agile, veloce e non si arrendeva facilmente. Poi si fa male e la sua vita cambia.
Inizia a giocare calcio ma quel mondo non le piace, non capisce le regole, non sa cosa è il fuori gioco e non capisce perché le sue compagne non le passano la palla. Gioca sulla fascia perché è veloce, ma non si diverte. Non ne può parlare con la sua famiglia perché, come detto prima, loro vivono per il football australiano e sarebbe come parlare con uno straniero che non capisce la tua lingua. Si sente sola ma continua a giocare ed anche se un po’ acerba, dimostra di saperci fare tanto che il suo ex Allenatore della Nazionale Australiana, Tom Sermanni, la fa debuttare nel 2009, quando Sam aveva solo 15 anni e 150 giorni, in una partita persa 5-1 contro la nostra nazionale Italiana.

Inizia così  la storia calcistica di Samantha Kerr, cecchino implacabile che ormai da anni delizia tutti con le sue reti e le sue acrobazie per renderle uniche. Le sue statiche sono quelle di una giocatrice fuori dal comune: dal 2019 è il capitano dell’Australia, con oltre 100 presenze con le Matildas; è diventata capocannoniere di tutti i tempi del calcio australiano, sia femminile sia maschile, con oltre 60 reti, e sempre nel 2019 segna una tripletta al Mondiale di Francia e diventa l’unica Australiana a detenere questo record.

Da quando è entrata a far parte del suo primo club professionistico, il Perth Glory, nella competizione australiana A-League Women, Kerr ha vinto quasi tutti i premi individuali offerti e continua a riceverne ogni stagione, dimostrando ripetutamente di essere una delle giocatrici più in forma e più forti del calcio femminile Mondiale.

Tra goal in rovesciata, di testa, di precisione, da fuori area, a pallonetto e con le sue celebrazioni con tanto di backflip, Kerr si è presa tutto: una medaglia dell’Ordine dell’Australia, la chiave della sua città natale -Perth-; è l’unica calciatrice ad aver vinto il “golden boot” in tre diversi campionati nazionali e vanta il record di marcature di tutti i tempi per l’Australia e per la National Women’s Soccer League (NWSL) americana.
Quando gioca, Samantha Kerr è imprevedibile: ha una coordinazione quasi sempre perfetta, con le giuste posture, sa sempre quando calciare in porta, come calciare, che movimento fare per aiutare le sue compagne di squadra.  Forse è per questo che è diventata la calciatrice più pagata della storia, quando ha firmato per il Chelsea, con un ingaggio da 600 mila dollari più 2 milioni di bonus.

Samantha Kerr però non è solo calcio: è l’atleta femminile migliore e più influente dell’Australia; è la voce di numerosi giovani della comunità LGBTQ+ che in lei vedono coraggio, voglia di non arrendersi e lottare per i propri diritti.

Nel 2021, infatti, Kerr ha fatto ufficialmente coming out, confermando la sua relazione con Kristie Mewis, giocatrice della Nazionale Statunitense di calcio. Le due sono molto aperte sui propri social e i fan impazziscono per la coppia.

Le piace essere un role model, per aiutare migliaia di ragazzi e ragazze ma anche i bambini.
Con uno sguardo particolare alla sua Australia, ha fatto uscire in commercio una serie di fumetti per i più piccoli, in cui al centro c’è lei e la sua passione per il calcio.

“Attraverso questi libri, spero di condividere alcune delle mie storie personali di crescita, dell’oltrepassare i limiti e dell’inseguire i miei sogni. Non vedo l’ora di portare con me i lettori in questo viaggio”

Il capitano delle Matildas è inoltre protagonista di Birthplace of Dreams di Nike, un nuovo cortometraggio che racconta la sua storia, quella che parte da lontano, quando ancora non esistevano premi e copertine: 4 minuti in cui Sam si racconta, si apre, si confida e cerca di trasmettere a tutti gli spettatori valori come il coraggio, la voglia di arrivare e il non arrendersi mai.

Proprio con questa voglia di dimostrare e di arrivare, è diventata la prima donna ad essere presente su una copertina Mondiale del famoso videogioco FIFA, sedendo vicino a Mbappé e condividendo così la copertina con lui. Steph Catley era sulla copertina della versione australiana di Fifa 16, prodotta nel periodo della Coppa del Mondo femminile 2015. Alex Morgan è apparsa nell’edizione americana e Christine Sinclair in quella canadese. Ma nessuna donna ha mai partecipato a un’edizione globale.

Il suo primo eroe sportivo è stato Ashley Sampi, un ex giocatore di football australiano, indigeno:  non poteva essere altrimenti, non quando nasci con l’idea di voler giocare ad un determinato sport per tutta la vita e poi devi cambiare i piani a causa di quella stessa vita che si mette in mezzo.

La storia sportiva di Sam è una storia che ha radici lontane e che si è sviluppata in premi, riconoscimenti e tanto talento per uno sport che non aveva considerato ma che ormai è diventato il centro da cui parte tutto.