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Due giorni fa dalla Spagna arrivava l’ufficialità, ormai nell’aria, dell’esonero di Montse Tomé, sollevata dall’incarico da commissario tecnico delle spagnole, nonostante la finale conquistata all’Europeo e persa solo ai rigori con l’Inghilterra.
A 48 ore dall’annuncio di Sonia Bermúdez come nuova coach delle vicecampionesse d’Europa Montse Tomé ha parlato in collegamento con la trasmissione ‘El Larguero’.
Non sono mancate le frecciate e l’ammissione alle mancate promesse di Radael Louzan
a capo del Consiglio di Amministrazione della Federazione calcistica spagnola con le seguenti parole:
“Prima del torneo mi era arrivata la fiducia totale dei vertici della federazione con la promessa di conferma con un buon Europeo fatto in Svizzera. Dopo la finale avevo parlato con il presidente ma ho avvertito una maggiore freddezza. Poi nessuno mi ha detto più nulla e lunedì mi hanno riferito della loro scelta. Ho scoperto che non avrei più guidato la nazionale tramite un messaggio del mio rappresentante.
Sono rimasta molto delusa in particolare per i modi nel quale il tutto è stato gestito e comunicato. In pratica prima Louzán mi ha detto che se avessimo fatto un buon Europeo, sarei rimasta poi le parole sono state rimangiate.
Poi Montse Tomé, nonostante i pochi messaggi pubblici arrivati dalle calciatrici, sottolinea: “Molte giocatrici mi hanno scritto messaggi e mi hanno chiamato. Mi sono sempre sentita molto rispettata e molto amata. Non do molta importanza al fatto che non mi abbiano salutato sui social network. Ho trattato allo stesso modo chi ha giocato e chi non ha giocato. Dalla Federazione mi è stato sempre detto che le giocatrici erano contente in nazionale”. Sulla possibilità di una decisione arrivata dopo la mancata convocazione di Hermoso o la sostituzione in finale di Putellas invece minimizza: “Non voglio pensarlo, perché il mio modo di lavorare non lo contempla. Una nazionale non è composta da una, due o tre giocatrici. Una nazionale è composta da 23 quando ne arrivano 23, e altre 23 quando arriva un’altra convocazione. Un giorno sei lì e domani te ne vai, a seconda delle prestazioni e delle decisioni che prendiamo. E ci deve essere assoluto rispetto, a prescindere dal nome”.