La doppia sfida con la Nuova Zelanda della scorsa settimana ha rassicurato Futoshi Ikeda, l’attuale allenatore della nazionale giapponese di calcio femminile: le sue ragazze hanno vinto entrambe le amichevoli con un ampio vantaggio sulle avversarie e un’ottima media di reti. In vista delle Olimpiadi di Parigi, questi risultati sono incoraggianti, per la squadra numero 7 del mondo nel ranking, arrivata alla sua sesta partecipazione. Non è riuscita a qualificarsi soltanto nel 2000 e nel 2016.

Il debutto nella competizione a Cinque Cerchi
Al suo esordio, avvenuto nel 1996 nelle Olimpiadi degli Stati Uniti, la formazione asiatica si è fermata alla fase a gironi, piazzandosi al quarto e ultimo posto del suo girone con Norvegia, Brasile e Germania, con un passivo di 7 reti, a dimostrazione che la nazionale era ancora acerba e non competitiva a sufficienza. Tutte e tre le partite sono finite con una sconfitta, le uniche 2 reti segnate sono arrivate nella sconfitta per 3 a 2 contro la Germania, e le ragazze hanno terminato a 0 punti.

I quarti di finale del 2004
Nel 2004, il girone a tre squadre è terminato con tutte e tre, vale a dire Giappone, Svezia e Nigeria, a 3 punti. Le nipponiche hanno vinto contro la Svezia per 1 a 0, ma perso contro la Nigeria con lo stesso risultato. Ad andare in goal per la prima e unica rete del Giappone nella fase a gironi è stata Eriko Arakawa, attualmente in forza Chifure Elfen Saitama. Le ragazze hanno subito una sconfitta di misura per 1 a 0 da parte degli Stati Uniti, la squadra che ha poi raggiunto e vinto la finale della competizione, e il loro cammino si è dunque fermato ai quarti.

Il quarto posto del 2008
Quattro anni dopo, le Olimpiadi hanno avuto luogo in Cina. Le giapponesi hanno raggiunto, per la prima volta nella loro storia, la finale per il 3°-4° posto, dalla quale sono però uscite sconfitte. La fase a gironi ha visto il Giappone classificarsi tra le migliori terze della competizione a 4 punti, con una differenza reti di 3 che ha permesso loro di qualificarsi ai quarti di finale; durante il loro percorso ai gironi, le nipponiche hanno vinto con una splendida manita alla Norvegia e pareggiato con la Nuova Zelanda, perdendo soltanto contro gli Stati Uniti. Ai quarti di finale, hanno poi vinto per 2 reti a 0 contro le padrone di casa cinesi; sono andate in goal Yuki Nagasato, che oggi gioca in National Women’s Soccer League per il Chicago Red Stars, e Homare Sawa, ritiratasi dal calcio giocato nel 2015 alla conclusione del mondiale in Canada. In semifinale, la bestia nera degli Stati Uniti si è ripresentata contro il Giappone e si è imposta ancora una volta per 4 a 2; il cammino delle nipponiche è terminato con un quarto posto dopo la sconfitta subita dalla Germania.

Il secondo posto ai Giochi Olimpici di Londra
L’avventura in terra inglese ha regalato loro il miglior risultato ottenuto nella storia della competizione proprio a Londra, la capitale.
Nel girone con le giapponesi c’erano Canada, Sudafrica e la quasi immancabile Svezia, che ha tutte le carte in regola per definirsi “bestia nera” del Giappone insieme agli Stati Uniti. Il Girone F si è chiuso con le giapponesi piazzatasi a uno splendido secondo posto proprio dietro alla Svezia; pur avendo entrambe 5 punti, è stata la differenza reti a far pendere l’ago della bilancia in favore delle europee, con cui le nipponiche hanno pareggiato in una partita terminata a reti bianche.
Ai quarti di finale, la nazionale femminile giapponese ha incontrato il Brasile, che ha sconfitto per 2 a 0 grazie a Ogimi e Ono, due giocatrici che hanno avuto un ruolo centrale anche nelle precedenti partecipazioni del Giappone alle Olimpiadi. Dopo aver vinto in scioltezza per 2 reti a 1 contro la Francia, la nazionale è arrivata in finale nella bolgia di Wembley contro gli Stati Uniti per provare a sfatare il mito secondo cui le statunitensi erano imbattibili. Le ragazze non hanno spezzato l’incantesimo e ne sono uscite sì sconfitte, ma con una medaglia d’argento al collo che non sono ancora riuscite a replicare.

Le Olimpiadi in casa: Tokyo 2020 e i quarti di finale
Nel Girone E il Giappone ha dovuto vedersela con Regno Unito, Canada e Cile. Si è qualificata al turno successivo in quanto tra le migliori terze della competizione con 4 punti e un’unica vittoria contro il Cile.
La seconda bestia nera del Giappone, la Svezia, è stata di nuovo determinante per il destino delle asiatiche nel loro cammino in casa nel 2020, anno già complicato a causa della pandemia. La nazionale nipponica, dopo un primo tempo brillante in cui sembrava essere al pari della formazione svedese, è poi calata terribilmente nella ripresa, ed è stata eliminata dalla corazzata svedese per 3 reti a 1. In quell’occasione andò a segno Mina Tanaka, giocatrice che si trova ancora nelle 22 convocate del ct e che potrebbe provare a riscattarsi in questo campionato olimpico.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.