Adesso è un fatto certo: nelle gare di calcio femminile a Tokyo 2020, ci si inginocchia.

Abbiamo conosciuto questo fenomeno negli Europei di calcio maschili, quando alcune nazionali prima del calcio d’inizio hanno così manifestato per solidarietà al movimento “Black Lives Matter”. 

In Italia era divenuto un caso politico: l’Italia di Mancini prima si è inginocchiata con metà dei calciatori, poi non lo ha fatto dicendo che avrebbe aperto ad altre iniziative per combattere il razzismo, poi si è inginocchiata ma solo per rispetto di un avversario che eventualmente lo facesse (ed è stato così contro Belgio e Inghilterra, non contro la Spagna).

Una polemica che ha avuto l’effetto di gettare ombre sui giocatori azzurri, quasi giudicati solo per l’inginocchiamento o il mancato inginocchiamento, e in certi casi distoglieva le attenzioni dal campo, dove invece l’Italia è stata straordinaria e alla fine ha vinto gli Europei.

Adesso a Tokio sono iniziate le Olimpiadi, in uno dei primi eventi (prima ancora della cerimonia di apertura dei giochi) nelle fasi a girone del calcio femminile olimpico è emerso questo nuovo impegno sociale delle calciatrici presenti.

Nella gara tra la Gran Bretagna e il Cile, partita inaugurale, le giocatrici della nazionale Britannica si sono inginocchiate. Inevitabilmente, ci si è chiesti se la cosa fosse consentita: l’articolo 50 della Carta Olimpica sancisce infatti il divieto di manifestazioni di dissenso da parte degli atleti.

Tuttavia Thomas Bach, il presidente del Cio, è già intervenuto in merito e reso noto che inginocchiarsi alle Olimpiadi 2020 Tokyo sarà consentito: “È permesso e non viola la regola 50”.

Il Comitato Olimpico ha sfruttato una sorta di zona grigia nel testo: che ci si potesse inginocchiare o meno era un fatto ancora non chiaro, nella Carta si parla di aree di gara e premiazioni ma inevitabilmente in uno sport di squadra il gesto deve avvenire, se avviene, sul campo di gioco.

Da qui dunque la deroga, perché possiamo chiamarla soltanto così, per evitare guai e polemiche peggiori: ci si può inginocchiare, l’articolo 50 è salvaguardato. Evidentemente però non si potrà farlo sul podio: pena la multa o addirittura la squalifica con la revoca della medaglia conquistata.

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.