Credit Photo: Paolo Comba Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La vita di una calciatrice può cambiare con un gesto istintivo, un dribbling, un gol o con il coraggio di spostare l’asticella. Per Sofia Cantore, quel cambio di ritmo si chiama America. Dalla Serie A italiana alla National Women’s Soccer League, il campionato femminile più competitivo del mondo per club, la giovane attaccante ha visto crescere le sue aspettative, i suoi sogni e la consapevolezza di essere parte di qualcosa di più grande del singolo risultato. In un’intervista rilasciata ad Assist Women, Cantore racconta cosa significhi davvero affrontare questo salto, dentro e fuori dal campo, e come il calcio possa diventare un motore di visibilità, opportunità e riscatto.

“Qui i tifosi ti incitano per la bella giocata – racconta Sofia – ma se la sbagli non ti puntano il dito contro. E questo dà la spinta per provare anche cose meno semplici”. La fiducia e la qualità in campo si traducono in momenti da campionessa: “Poco dopo aver fatto il primo gol di tacco mi sono chiesta cosa mi fosse saltato in mente”. È questione di istinto: “Ero rilassata, mi sono immaginata all’oratorio a giocare con i miei amici… e allora ci ho provato”. Il risultato è stato perfetto. L’esultanza, quasi da dj, racconta il lato più spontaneo della calciatrice: “Qualche settimana prima eravamo andate a sentire Hardwell con un paio di compagne, a fine serata mi hanno detto ‘al prossimo gol fai l’esultanza da dj’ io ho annuito. Era da un po’ che volevo farla”.

Il percorso personale di Cantore è segnato anche da grandi traguardi e momenti di emozione intensa. La giovane attaccante ha scoperto di essere 24ª nella lista del Pallone d’Oro: “Tutti mi dicevano che sarei stata nell’elenco, ma non me l’aspettavo; quando è successo mi è sembrato surreale. È il mio traguardo personale più grande nel calcio”. Guardandosi indietro, ricorda anche i momenti più difficili, come l’infortunio al perone: “Se penso che tre anni fa piangevo perché mi ero rotta il perone…“. Nonostante tutto, Cantore mantiene leggerezza e orgoglio, come quando è stata nominata Ambasciatrice dello Sport italiano nel mondo: “Sono orgogliosa, vuol dire che hanno visto che qui in America posso portare qualcosa d’importante rappresentando l’Italia per come sono, ed è per questo che devo rimanere me stessa”.

L’inserimento negli Stati Uniti è stato rapido e positivo: “Qui si vive bene, il mood è molto chill. Vivo in un piccolo quartiere a 50 minuti dal centro, ma c’è tutto”. Il calcio americano, racconta Cantore, si vive con più relax: “In campo c’è meno tattica rispetto all’Italia e se in Serie A riuscivo a sfruttare spesso la mia velocità qui sono nella media”. Per superare le avversarie, spiega, bisogna trovare altre soluzioni: “Provo ad anticipare qualche movimento sfruttando la velocità sì, ma di pensiero”.

Cantore apprezza anche la presenza di altre italiane in campionato: “È bello che qui ci sia anche Lisa Boattin. Ogni tanto ci sentiamo, è bello sapere che c’è un’altra italiana nel campionato; mi ha detto che sta bene, abbiamo entrambe la sensazione che possa essere una bella esperienza”. L’amicizia con Caruso e Benedetta Glionna rimane solida nonostante la distanza: “Prima di partire ero un po’ preoccupata per paura di perdere qualche rapporto, ma con lei sapevo che non sarebbe successo perché ci vogliamo un gran bene. I primi tempi mi mettevo qualche promemoria per ricordarmi di scriverle, ora ci sentiamo spesso e si sta creando un rapporto ancora più stretto. Sono grata di avere un’amica come lei”.

La calciatrice guarda anche alla Nazionale con ambizione: “Il secondo gol di Girelli contro la Norvegia è stato il momento più bello, lì ho pensato che ce l’avremmo fatta”. L’orgoglio e la voglia di migliorare la spingono verso nuovi obiettivi: “Punto al Mondiale con la Nazionale e a vincere il campionato con Washington”.

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