Lisa Boattin e Sofia Cantore hanno lasciato la Juventus per dare inizio a una nuova avventura in National Women’s Soccer League, e anche l’attuale numero 10 della squadra bianconera, Cristiana Girelli, ha affermato durante la trasferta d’oltreoceano in azzurro che un’esperienza nel campionato statunitense sarebbe una grandissima opportunità di crescita sotto ogni profilo – psicologico, tecnico-tattico, personale.
D’altra parte, invece, negli ultimi tempi la competitività dell’Europa calcistica ha stuzzicato le giocatrici del campionato statunitense. Christen Dunn è approdata al PSG dopo una vita a casa; Catarina Macario, in forza al Chelsea, vi si è ritrovata insieme ad Alyssa Thompson, la calciatrice più pagata in assoluto dal punto di vista del cartellino, che ha salutato l’Angel City per ricongiungersi con la compagna di Nazionale in Blues. Anche Trinity Rodman, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe lasciare la NWSL per scegliere il campionato europeo.
Possono piacere o meno il suo estro e la sua appariscenza dentro e fuori dal campo, ma la qualità di Trinity Rodman non può esser messa in discussione – benché, a differenza di altre calciatrici, si tratti di un’atleta in costante divenire che alterna prestazioni eccelse ad altre meno competitive. La giocatrice della Nazionale statunitense, attualmente in forza al Washington Spirit, è stata oggetto di chiacchiere, supposizioni e speculazioni circa una sua probabile partenza alla volta del Vecchio Continente. Emma Hayes, allenatrice della nazionale a stelle e strisce, aveva incentivato le calciatrici a testare il suolo europeo.
Indubbiamente una giocatrice della sua velocità, dalle sue giocate d’esperienza in area di rigore e della sua intelligenza straripante nella metacampo avversaria sarebbe una suggestione per tutti i top club europei, è inutile negarlo. Resta un interrogativo che pesa come la spada di Damocle sulla testa di quest’affare chiacchierato e che potrebbe prendere piede: chi potrebbe permettersi Trinity Rodman, allo stato attuale?
Be’, di sicuro il campionato italiano potrebbe vederla come un sogno proibito, visto che non ci sono, al momento, Società in grado di garantirle l’ingaggio da lei percepito allo Spirit o di essere captivating, per dirlo all’inglese; per quanto possa essere competitivo e in crescita a vista d’occhio, lo stesso vale per la Frauen Bundesliga, mentre la Première Ligue potrebbe farle gola solo o sponda Lione, o sponda PSG (al momento probabilmente fuori dai giochi per motivi di ordine sportivo, vista l’eliminazione dalla Champions).
Dei top campionati solo la WSL le potrebbe garantire un futuro certo, ma va anche detto che non sempre è stato rose e fiori per le giocatrici statunitensi. L’esempio lampante è Jenna Nighswonger dell’Arsenal, difensore ex Gotham che ha abbandonato la squadra newyorchese convinta di poter fare fortuna nella North London che ha poi vinto la Champions. Al momento, invece, qualcosa pare essersi rotto tra lei e le Gunners, tanto da vederla come una delle possibili partenti in questa finestra di mercato. La sua parentesi in Europa potrebbe essere già arrivata al capolinea, e questo perché? Perché il calcio europeo è diverso, perché Renée Slegers si è affidata ad altre calciatrici – tra cui la compagna di Nazionale Emily Fox – e perché non ha trovato la sua dimensione nel campionato inglese e, soprattutto, la titolarità che si sarebbe aspettata. Non tutte le calciatrici, forse, sono tagliate per l’Europa o disposte a cambiare la propria visione di gioco. Trinity Rodman, come detto poc’anzi, è una giocatrice di grandissima qualità, ma sarebbe disposta a mettersi al servizio di una squadra già collaudata che potrebbe scegliere di non darle piena titolarità, che invece nello Spirit ha sempre avuto?
All’inverso ci si potrebbe chiedere: l’Europa ha davvero bisogno di Rodman? Sarebbe un apporto di grandissimo valore, ma i top club europei sono seriamente intenzionati a dare spazio a una calciatrice d’oltreoceano, mentre il movimento cresce pian piano e valorizza le giovani nate e cresciute nel Vecchio Continente? Può sembrare una versione quasi autarchica, riduttiva e da visione col paraocchi del calcio, ma è anche vero che al calcio europeo per crescere non servono solo le campionesse di squadre blasonate, perché serve dare valore alle giovani che scelgono di giocare a calcio e di avere una chance nei rispettivi campionati. Per questo, dunque, l’arrivo di Rodman sarebbe sì ben accetto, ma da vedersi come una specie di “sconfitta” per via della scelta di andare a pescare d’oltreoceano anziché scegliere di far crescere un talento della propria Nazionale – vedi, tra le altre, Giulia Dragoni, Eva Schatzer, Chiara Beccari, Monica Renzotti.
Sarà l’ennesima giocatrice degli States che sceglie la Women’s Super League per continuità linguistica? Si lancerà nel vuoto come Dunn? Solo il tempo – e l’influenza di Kang – lo diranno. Per ora, il contratto rimane ancora con qualche spiraglio per il rinnovo.






