Sofia Cantore sta vivendo il climax ascendente più importante della sua vita professionale. La nuova calciatrice del Washington Spirit, in gol al suo debutto nell’undici titolare – e che gol, tra l’altro – con la maglia della formazione statunitense, ha cominciato a far parlare di sé anche fuori dal pubblico italiano, ancora un po’ ristretto, interessato alla controparte femminile del calcio.
Sofia Cantore è diventata un nome che adesso si conosce e che si pronuncia con una consapevolezza diversa: la prima italiana a vestire una maglia in NWSL, la prima a segnare, facendolo nel migliore dei modi, con una delle squadre più forti del panorama mondiale, non solo d’oltreoceano, ha fatto notizia. Più del trasferimento più oneroso nella storia del calcio femminile italiano.
Fresca di Europeo, dov’è stata brillante dalla prima all’ultima partita in coppia con l’ex compagna di squadra Cristiana Girelli, Cantore ha poi ricevuto la bellissima notizia della candidatura al Pallone d’Oro insieme, guarda un po’, a Girelli. Due italiane in lizza per il premio più importante, un traguardo che non si era mai visto nella storia del calcio “in rosa” in Italia. Sarebbe meglio dire che il calcio sta assumendo tinte sempre più Azzurre, com’è azzurra la maglia della Nazionale vestita da Cantore prima di quella bianconera dello Spirit. Il bianconero le ha portato fortuna in Italia, e sembra donarle anche negli USA.
Chi si sarebbe mai aspettato di vedere un’italiana scendere in campo vicino a Trinity Rodman e contro Mallory Swanson, Ann-Katrin Berger e Marta al di fuori del contesto legato alla maglia Azzurra? Nessuno, di certo neanche lei. Nella lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Sofia Cantore ha tratto un primo e significativo bilancio della sua nuova vita negli Stati Uniti, nella Capitale.
«Non me lo aspettavo e sono contenta di condividere questo orgoglio con Cristiana. Lo considero un punto di partenza per dare valore a quello che ho fatto. Nella mia carriera ho avuto momenti sì e momenti no. Questo è un momento sì e mi spinge a migliorare ancora», ha dichiarato la calciatrice parlando del Pallone d’Oro, consapevole del livello incredibile delle contendenti. In fondo, però, se c’è anche lei in quel magico 30 è perché se l’è meritato. Ma Sofia Cantore è così: timida, sorridente, in una costante ricerca della crescita e del miglioramento personale puntando alla perfezione, che pensa di non riuscire a raggiungere, perché “forse è scarsa”, per citare in parte le sue parole.
La giocatrice ha analizzato come il campionato di NWSL richieda sempre di dare il massimo e di scendere in campo tenendo bene a mente l’obiettivo finale, senza mai perdere d’intensità in tutti i momenti della gara. A corredare un ambiente così impegnativo c’è però una squadra che l’ha subito accolta come una di famiglia: «Le compagne di squadra fanno di tutto per farmi ambientare. Nel gruppo c’è energia positiva. Lavoriamo molto con la palla, e devo abituarmi all’intensità. Il coraggio in campo è apprezzato, voglio vincere il più possibile per essere in buona posizione ai play-off.»
«L’Italia ha fatto tanti passi avanti, grazie anche alle straniere che sono arrivate nei club e al contributo della FIGC, come Arianna Caruso, Aurora Galli. Per crescere c’è bisogno di nuove esperienze. Farà bene anche alla Nazionale. Vincere qualcosa con la Nazionale è il mio sogno più grande», ha perciò affermato, smentendo tutte le voci che ritengono possibile un impoverimento del calcio femminile in Italia a causa delle partenze dei suoi gioielli. Cantore è categorica: l’esperienza all’estero farà bene in primis alla Nazionale, che potrà coccolarsi giocatrici di altissimo livello e abituate a campionati che, per forza di cose, hanno una storia diversa e più radicata nel movimento femminile.
«Non sono una persona capace di imporsi. Sono qui per portare la Sofi di sempre, quella che sono. E scoprire anche qualcosa di me.» Qualcosa di te l’hai già portato, Sofi: la tua grinta, la tua voglia di vincere, la tua genuinità, anche quando saluti le tue vecchie compagne di squadra della Juventus, dicendo che tiferai sempre per loro. Te stessa.
Forse le parole di Alisha Lehmann in quel video pubblicato qualche mese fa sui canali ufficiali della Juventus in cui la svizzera diceva che sarebbe diventata “la più forte al mondo” hanno assunto un significato quasi profetico. Sofia Cantore non si riterrà la più forte al mondo o la migliore, ma è una campionessa d’umiltà che si merita tutto il suo successo. Questo è poco, ma sicuro.






