La Women’s Premier Soccer League si può considerare la seconda divisione statunitense, ma è molto di più: tutti i college che vi prendono parte contribuiscono alla crescita di questo sport al femminile e coinvolgono centinaia e centinaia di ragazzine che vi transitano prima di sperare di arrivare al professionismo o, più semplicemente, perché vogliono continuare a praticare lo sport che amano. Un esempio di questa passione è l’allenatrice dello Sporting CT, Tiffany Weimer, che ha condotto la squadra verso la vittoria del torneo contro la campionessa in carica.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano è riuscita a entrare in contatto con lei e a porle alcune domande in esclusiva su un campionato che in Italia è poco conosciuto e che andrebbe invece visto come un ottimo orizzonte d’interesse per le ragazze che vogliono giocare a calcio anche solo per passione in un ambiente che lo trasforma in uno sport totalizzante.
Weimer ha affermato che la stagione disputata dallo Sporting CT è partita fin da subito con la necessità di scendere in campo dando il giusto peso a ogni impegno, senza considerare avversarie “di Serie A” e “di Serie B”, ed è stato questo l’atteggiamento che ha premiato la squadra anche in finale, messa subito in discesa con quattro gol segnati in una ventina di minuti, i frutti del lavoro di tutta la preparazione: «Ci siamo concentrate moltissimo su di noi, in ogni singola partita. Il nostro motto era di non avere aspettative da nessuna partita e contro nessun’avversaria, anche se questa l’avevamo già incontrata o aveva una nomea importante, persino la campionessa in carica a livello nazionale. Questo ci ha aiutato molto a focalizzarci sul nostro percorso per tutta la stagione. Iniziare subito forte in finale ci ha messo in condizione di indirizzarla, e ce l’ha semplificata parecchio. Vorrei riuscire a segnare sempre quattro gol nei primi venti minuti!»
L’allenatrice, che si occupa dello Sporting CT supportata dal collega Matt Cameron, ha descritto che cos’è lo Sporting CT sia dentro, sia fuori dal campo, cioè una Società che crede moltissimo nelle sue calciatrici e che vuole prenderle per mano verso la crescita anche personale. Lo scopo più importante è “fare squadra” in campo e fuori, creando una comunità in ogni senso del termine che ha ben chiaro il percorso da seguire: «Il progetto dello Sporting CT femminile è prima di tutto creare una comunità, poi vengono autonomia, crescita e sviluppo. Le calciatrici possono vedere i primi due aspetti che ho elencato come valori fondanti di ciò che siamo come persone e di ciò che creiamo come ambiente, il terzo viene da sé come risultato, perché fanno la loro parte quando sono con noi, e persino quando non lo sono. Siamo bravi ad aiutare le persone a essere se stesse come calciatrici e come persone, siccome pensiamo che quest’aspetto vada a creare la versione migliore di una squadra. In quanto allenatori, abbiamo standard molto alti che vengono accompagnati da un grandissimo supporto da parte di tutti.»
Lo Sporting CT milita nella Women’s Premier Soccer League, che viene, in maniera del tutto semplificata, valutata come “la seconda divisione statunitense” ma, a onor del vero, si tratta di un campionato peculiare che coinvolge una rosa in continuo divenire il cui unico obiettivo è, a prescindere dalle interpreti, trovare la vittoria: «Il gruppo cambia nel corso di tutta la stagione, visto che le calciatrici arrivano e partono a seconda dei loro college o delle loro stagioni da professioniste. Negli Stati Uniti è estate, ci possono anche essere delle vacanze, delle cerimonie di diploma o di laurea, e via dicendo, ma noi rimaniamo ben fermi sui nostro valori dentro e fuori dal campo, quindi non importa chi c’è e chi non c’è in rosa, non possiamo raggiungere più o meno gli stessi risultati. Nel corso dell’ultima parte di stagione, che dura soltanto tre mesi, si vede abbastanza chiaramente che cominciamo a giocare in modo più coeso e “da squadra”: da quel momento, comunque, la stagione è terminata e le calciatrici sanno che i giochi sono fatti.»
Weimer ha infine svelato l’arcano, descrivendo il funzionamento di questo campionato così importante e rinomato negli Stati Uniti e invece sconosciuto in Italia e che nasconde un messaggio importante, ovvero quello di giocare a calcio divertendosi e continuando a migliorarsi anche lontano dai Club: «La WPSL è, in una parola, “diversa”: è una stagione che dura tre mesi. Le giocatrici che provengono dalle scuole superiori, dai college, chi ha giocato da professionista, donne un po’ più “anziane” (come me), possono competere tutte insieme per alcuni mesi e avere un’opportunità particolare e speciale. A volte le giocatrici non fanno minutaggio giocando nei Club, e quindi hanno l’occasione di giocare di più in estate per migliorare senza pressioni. Avendo l’opportunità di giocare e allenare in questo ambiente, riesco a percepire la gioia dalle calciatrici, che si ricordano il motivo per cui amano questo posto, lo Sporting CT. Siamo anche felici di prepararlo per loro, perché loro si meritano di sentirlo, di mettersi alla prova qui, a prescindere da chi sono.»
In chiusura, l’allenatrice ha affermato che la squadra quest’anno proverà a riconfermarsi la campionessa a livello nazionale, e spera inoltre che il ricambio delle calciatrici possa portarne di sempre più giovani a debuttare con lo Sporting CT, in un certo senso il trampolino di lancio verso la loro consacrazione come atlete. In un circolo virtuoso, le calciatrici che lasciano lo Sporting CT per il professionismo possono cedere il loro posto ad altre giovani, e quindi favorire forze fresche e un grande entusiasmo in campo: «Quest’anno speriamo di avere un maggior numero di calciatrici che riescono a giocare da professioniste e di dover riempire il loro posto con delle calciatrici più giovani e nuove da aggregare al gruppo. Le calciatrici più giovani sanno già che cosa ci si aspetta da loro, quindi significa dare loro una grande opportunità. L’anno scorso abbiamo avuto calciatrici nate nel 2007 a giocare la finale con noi, e vogliamo che la storia si ripeta, vedendo giocatrici di volta in volta più giovani che rispecchino chi siamo e cosa facciamo. In conclusione, il nostro obiettivo è di ripeterci come campionesse e continuare ad aiutare la calciatrici a migliorarsi andando oltre, anche come persone.»






