Questo mese, Stéphanie Frappart è entrata nella storia diventando la prima donna ad arbitrare una gara di UEFA Champions League, quella tra Juventus e Dynamo Kyiv alla quinta giornata.

Anche se la sua designazione ha fatto parlare i giornali e le TV di tutto il mondo, per la UEFA è stata normale amministrazione, avendo scelto Frappart perché è una dei migliori arbitri d’Europa.

Frappart, che aveva destato una simile attenzione nel 2019 dirigendo la gara di Supercoppa UEFA a Istanbul, non è assolutamente l’unica donna che arbitra con regolarità nel calcio maschile.

Come lei, quest’anno l’ucraina Kateryna Monzul ha arbitrato sia in UEFA Nations League che nella fase a gironi di UEFA Europa League, mentre la partita del 3 dicembre tra Gent e Liberec, sempre diretta da lei, è stata la prima organizzata dalla UEFA in cui una donna è stata affiancata da due assistenti di sesso femminile, Oleksandra Ardasheva e Maryna Striletska.

Un approccio di successo
Le designazioni vengono fatte per merito e queste donne meritano grandi elogi per il duro lavoro e la dedizione che le hanno portate a questo livello”, ha dichiarato Roberto Rosetti, capodesignatore UEFA.

“La presenza di direttrici di gara nelle competizioni maschili non deve più sorprendere. Negli ultimi anni, la UEFA ha lavorato molto per far crescere allo stesso modo gli arbitri europei di entrambi i sessi. Quello che vediamo oggi è la prova che il nostro approccio funziona”.

Donne ai massimi livelli
Oltre agli arbitri, sempre più assistenti donne acquisiscono esperienza nel calcio maschile di più alto livello.

La greca Chrysoula Kourompylia viene designata regolarmente per le partite UEFA maschili dal 2014/15; l’inglese Sian Maassey-Ellis è assistente in Europa League e Nations League dal 2019, mentre la spagnola Guadalupe Porras Ayuso ne ha seguito le orme in questa stagione.

La tedesca Bibiana Steinhaus, che si è ritirata quest’anno dopo una carriera in Bundesliga, oggi lavora regolarmente in sala VAR in Champions League ed è stata assistente nelle ultime partite della fase a gironi.

Per quanto riguarda il futsal, le russe Irina Velikanova e Tatiana Boltneva hanno diretto la recente gara di UEFA Futsal Champions League tra United Galati e Dolphins Ashdod: è stato il primo duo arbitrale femminile nella storia delle competizioni UEFA maschili di futsal.

I programmi della UEFA per le donne arbitro
Progressi simili nel dare pari opportunità agli arbitri non sono casuali. Sono il frutto della strategia a lungo termine della UEFA che ha avuto inizio nel lontano 2003, quando Nicole Petignat è diventata la prima donna a dirigere una partita UEFA maschile: quella del primo turno preliminare di Coppa UEFA tra AIK e Fylkir.

Dal 2013, le donne affiancano gli uomini ai corsi estivi e invernali per arbitri organizzati dalla UEFA, che riuniscono gli arbitri d’elite con i nuovi arrivati nelle liste internazionali FIFA per prepararsi per la nuova stagione e analizzare i progressi al giro di boa. I corsi prevedono prove atletiche, formazione e sedute pratiche per consolidare la preparazione.

“Siamo contenti della risposta dei migliori arbitri, sia uomini che donne, a questa sfida – spiega Rosetti -. Si preparano da grandi professionisti e curano al massimo la condizione fisica e la salute. Negli anni, con il nostro aiuto, sono arrivati ad avere prestazioni simili a quelle dei giocatori. Siamo molto orgogliosi di loro”.

Missione CORE
Il Centro di Eccellenza Arbitrale della UEFA (CORE) è un altro aiuto importante ai giovani arbitri. In cicli biennali, le federazioni UEFA sono invitate a mandare un giovane e due assistenti per una sessione introduttiva di 10 giorni, seguita da un corso di consolidamento di otto giorni che permette di acquisire ulteriore esperienza arbitrando in Svizzera e Francia.

Ogni corso CORE coinvolge otto terne arbitrali che lavorano a stretto contatto con quattro istruttori per arbitri, due istruttori per assistenti e due preparatori atletici. La parte introduttiva è dedicata alla formazione, mentre il corso di consolidamento valuta i progressi compiuti e gli obiettivi raggiunti dai direttori di gara per quanto riguarda l’arbitraggio, la condizione atletica e la lingua inglese. Tra il corso introduttivo e quello di consolidamento, gli arbitri si tengono regolarmente in contatto con gli istruttori.

Credit Photo: Massimo Pinca/Reuters