E’ un Campionato Europeo all’insegna dell’equilibrio quello che ha preso il via domenica scorsa in Olanda: nelle prime sei gare disputate sinora, infatti, nessuna squadra ha vinto con più di un gol di scarto e l’unica nazionale capace di segnare due reti è stata la Russia, vittoriosa per 2-1 sull’Italia due giorni fa a Rotterdam. Ieri è stata la volta del Gruppo C, con il successo a sorpresa dell’esordiente Austria sulla Svizzera (1-0) e la vittoria di misura della Francia grazie al rigore trasformato nei minuti finali da Le Sommer.

Dopo la sconfitta all’esordio con la Russia, le Azzurre devono necessariamente far punti con la Germania nel secondo incontro del girone in programma venerdì sera a Tilburg. Un nuovo ko sancirebbe di fatto l’eliminazione dal torneo e contro le campionesse olimpiche in carica, capaci di vincere le ultime sei edizioni dell’Europeo, servirà una partita perfetta, con un primo tempo diverso rispetto a quello incolore giocato lunedì. La squadra è tornata ad allenarsi nel pomeriggio sul campo del centro sportivo ‘De Zwervers’ di Rotterdam e nelle prossime ore saranno valutate anche le possibilità di recuperare per la sfida con la Germania Sara Gama, costretta ad uscire per infortunio in occasione del match d’esordio.

“Dopo la partita con la Russia c’è stata tanta delusione – ammette Cristiana Girelli  e ciò che più dispiace è non essercela giocata come volevamo, anche perché sapevamo quanto fosse importante partire con il piede giusto. Ieri ci siamo confrontate e ci siamo dette che abbiamo ancora una settimana da trascorrere qui e che, nonostante le due partite tostissime che ci aspettano, crederci è obbligatorio. Abbiamo lavorato tanto e quindi, se proprio dobbiamo uscire, vogliamo farlo a testa alta. Siamo tutte molto concentrate, vogliamo fare una bella figura, cosa che forse non abbiamo fatto nella prima gara”.

L’attaccante del Brescia è subentrata a Marta Carissimi nell’ultima mezzora del match con la Russia, con le Azzurre sotto di due gol e alla ricerca di un pareggio sfumato nel finale anche per una discreta dose di sfortuna: “Nel momento in cui ho capito che stavo per entrare in campo ero felicissima – racconta – non vedevo l’ora di giocare perché volevo dare una mano alla squadra. Così ho cercato di fare il mio meglio. La Cristiana di oggi, al secondo Europeo, è una Cristiana diversa. L’altro Europeo l’ho vissuto guardando e imparando da chi avevo davanti a me, ero una delle più giovani e sapevo che non avrei avuto molto spazio. Ho avuto la possibilità di giocare la partita contro la Svezia, una gara molto emozionante: eravamo in casa loro, ricordo ancora lo stadio tutto giallo. Rispetto ad allora sono cresciuta sia fisicamente che mentalmente e mi sento addosso più responsabilità, so di dover dare l’esempio alle più giovani che osservano me come io osservavo le ragazze più grandi per imparare”.

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