A giudicare dai numeri e nel raffronto con i grandi Paesi europei, quello italiano non è un calcio per donne, ma qualcosa si muove. Per merito delle riforme avviate dalla Figc ma anche di notizie che fanno audience e riaccendono i riflettori su un settore considerato ancora un parente povero nel pianeta calcio. E qualche volta anche peggio.
Ha 33 anni e si occupa dei giovani Elisabet Spina, prima con il massimo dei voti al corso di tecnico professionista: da oggi potrà allenare fino alla Lega Pro; forte dei suoi 700 gol in carriera, leader della Nazionale, Patrizia Panico è il nuovo vice dell’Under 16 maschile al fianco di Zoratto.
Se nella storia del calcio italiano Carolina Morace resta l’unica donna ad aver guidato una squadra professionistica (la Viterbese di Gaucci in C/1 nel 1999), il lavoro e la passione di un campione del mondo dell’82 hanno rilanciato in questi anni la Nazionale femminile: Antonio Cabrini ha accettato 4 anni fa la sfida di guidare le Azzurre e le ha portate alla fase finale dei prossimi Europei, luglio 2017 in Olanda.
Allargare la base e far crescere il movimento è l’ambizione della Figc, di fronte a numeri ancora molto modesti, che ci vedono al 15.mo posto in Europa: circa 22 mila tesserate contro le 258 mila della Germania e le 170 mila della Svezia, ma anche le 30 mila della Spagna o le 28 mila dell’Austria.
Di qui, la creazione di nuove Under, una realistica riforma dei campionati e soprattutto il coinvolgimento del calcio professionistico: obbligo per i club di A e B di aprire una sezione femminile tesserando almeno 20 ragazze, ma anche la possibilità di assorbire società di settore. Su questa strada, il buon esempio arriva da Lazio, Fiorentina e Sassuolo.
A sfidare vecchi pregiudizi, ci pensano anche 1626 arbitri e assistenti donne, quasi tutte tra i Dilettanti: vai a lavare i piatti o vai a stirare sono gli inviti più cortesi che piovono dalle tribune. All’insegna di una volgarità senza aggettivi, molte altre sono frasi irripetibili, in questa e mi auguro in qualsiasi altra sede. Sarebbe ora di piantarla.