“Vorrei tornare a giocare in Serie A e sogno di indossare la maglia azzurra”
(Giorgia Casula)

Giovane ma con un passato in piazze importanti, Giorgia Casula ha l’obiettivo di tornare a giocare in un club di Serie A. Dopo le esperienze con le maglie di Torres, Atletico Oristano, Villacidro Villgomme, FC Tacoma, Fiorentina Women’s e Arezzo la calciatrice sarda, nativa di Oristano, vuole essere nuovamente protagonista nella massima serie.
In carriera, grazie alla sua grande duttilità e all’intelligenza tattica, ha saputo fornire ottime prestazioni giocando in ruoli diversi e mettendosi sempre al servizio della squadra.
Unisce la grande corsa alle doti di incontrista, con una grinta fuori dal comune.

Riportiamo alcune sue dichiarazioni:

Da attaccante a terzino, la 23enne è un vero e proprio jolly
“Ogni allenatore mi diceva che ero terzino o un attaccante. Ho cambiato tutti i ruoli, mi manca solo fare il portiere. Nasco come attaccante, tra le fila della Torres, nella Primavera, avevo 14 anni. Poi sono passata all’Atletico Oristano dove sono rimasta per due anni, in Serie A2, e giocato come esterna. Ho cambiato di nuovo ruolo quando sono passata in Serie A tornando alla Torres, facendo il terzino, dove abbiamo vinto il campionato, la Coppa Italia e abbiamo partecipato alla Champions League. Mi sono trovata molto bene in quel ruolo e sono rimasta lì, ma come ho detto ho giocato in tutti i ruoli”.

L’esperienza in America, poi il passaggio alla Fiorentina Women’s e il progetto Arezzo
“Ho giocato in America, all’FC Tacoma per qualche mese, poi sono tornata in Italia dove ho vestito la maglia della Fiorentina. Mi sono trovata molto bene e mi piacerebbe tornare lì. Tre anni fa poi ho sposato il progetto Arezzo, purtroppo non sono riuscita a dare il massimo perchè in tre anni mi sono rotta due legamenti. Ora sono tornata completamente in forma già dallo scorso anno e sono pronta per una nuova avventura, cerco nuovi stimoli. Vorrei tornare a giocare in Serie A, magari proprio alla Fiorentina, dove come ho detto mi sono trovata benissimo. Il mio obiettivo ora è la massima serie”.

Ronaldo? Totti? Del Piero? No, il suo idolo è lo zio Andrea.
Resilienza e forza di volontà

“Come ho scritto tempo fa su Facebook non ho un idolo famoso. Sono differente da altri, nessun calciatore o calciatrice famosa, il mio idolo è mio zio. Lui gioca a calcio nell’Arzachena, in Serie C. Ha 34 anni e di lui ammiro la sua resilienza e la forza di volontà di riconquistare quello che voleva. È tornato in Serie C, raggiungendo il suo obiettivo, e sottoscrivo e confermo che lui è il mio idolo assoluto”.

La passione per la fisioterapia e il sogno di indossare la maglia azzurra
“I miei infortuni paradossalmente mi hanno fatto venire la passione per la fisioterapia. Quindi sono quasi certa che riprenderò gli studi per diventare fisioterapista, però sono anche indecisa se invece diventare allenatrice. Vedremo, c’è ancora tempo. In quanto al mio sogno del cassetto, beh spero di poter indossare la maglia della Nazionale e vivere le stesse emozioni che stanno vivendo le ragazze nel Mondiale”.

Le azzurre al Mondiale hanno superato le aspettative, raggiungendo i quarti di finale
“Le ragazze hanno dato tutto, dobbiamo essere orgogliosi di loro. La sconfitta con l’Olanda ci fa capire che c’è ancora tanto da lavorare ma con questa testa e questo spirito un giorno potremo toglierci grandi soddisfazioni. Per adesso godiamoci la favola che sono riuscite a farci vivere”.

No al paragone tra calcio maschile e calcio femminile
Intanto dico che paragonare il calcio femminile con quello maschile è sintomo di poca conoscenza. Non si può fare. È ovvio che il calcio maschile sia più fisico, più veloce, più duro, è proprio una questione fisica. Non per questo il calcio non può essere praticato da noi donne. È diverso, è più tattico, più lento, ma non per questo è uno spettacolo non bello da vedere. Tutt’altro. Si guardino le partite dei Mondiali; le ragazze dell’Italia, ma anche di altre Nazionali, stanno dimostrando che nonostante la differenza ci sono partite bellissime da seguire. È importante il lavoro che si fa in campo e durante gli allenamenti, però non tutti lo sanno”.

Credit Photo: Giorgia Casula