Il Gatteo Mare è un club al suo secondo anno consecutivo di militanza nel panorama di Eccellenza dell’Emilia Romagna. La squadra presieduta Attilio Nicolini, capitanata da Nicole Succi, è stata affidata alla guida tecnica di Erika Lisi. Abbiamo raggiunto per qualche battuta Alessia Morelli, centrocampista classe ’92 alla sua seconda stagione con le rossoblù.

Alessia come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
Ho sempre avuto la passione per il calcio, sicuramente dovuta al fatto che sono cresciuta in una famiglia di calciatori, mio babbo prima, e mio fratello poi. Ho fatto il mio primo anno di scuola calcio all’età di 6 anni nell’Asd Sant’Ermete, non mi sono trovata benissimo perché ero l’unica femmina e mi ricordo che i compagni mi prendevano in giro, quindi anche su consiglio della mia famiglia ho deciso di portare a termine l’impegno preso. Pertanto ho finito la stagione, ma non mi sono più iscritta a quella successiva. La passione però non mi mancava e ho sempre continuato a giocare al parco con mio fratello più grande di me e con i suoi amici. All’età di 12 anni, poi, è arrivata una chiamata al telefono di casa ed era un dirigente dell’Asd Castelvecchio Calcio femminile, ovvero l’attuale Cesena Femminile. Loro chiedevano la disponibilità ad entrare a far parte della loro squadra di Giovanissime. Cercavano proprio me, perché grazie ad un passaparola, la società era venuta a conoscenza del fatto che io volessi giocare a calcio ma che purtroppo non conoscessi nessuna squadra femminile nelle vicinanze”.

Cosa ricordi di quei periodi?
Non mi scorderò mai l’emozione che ho provato mentre sentivo mia mamma parlare al telefono con questo signore, avevo capito che la chiamata mi riguardasse, mi ricordo che mia mamma appuntava su un post i giorni e gli orari dell’allenamento. Come ha chiuso la chiamata io ero al settimo cielo e ovviamente non ci ho pensato su due volte, quindi l’indomani mi sono presentata al campo per il mio primo allenamento. Mi sono trovata bene sin da subito, è stato bellissimo ricevere la tuta di allenamento, finalmente potevo avere anche io la mia divisa da calcio di una squadra vera, cosa che ho sempre invidiato a mio fratello, il quale ovviamente dato il numero elevato di squadre maschili, ha sempre e solo avuto l’imbarazzo della scelta. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno permesso di giocare per 10 anni in quella società che non era vicinissima a casa. Rimini città da dove abito, ovvero Savignano sul Rubicone, sono sono 20 minuti di macchina. Non mi hanno mai fatto saltare un allenamento e nessuna partita, hanno fatto dei grossi sacrifici ma sapevano che era una cosa che mi avrebbe reso tanto felice”.

La tua carriera inizia dal Castelvecchio giusto?
Ho giocato a Castelvecchio per 10 anni. Ho fatto tutta la trafila, giovanissime, primavera e prima squadra. Ho vinto un campionato Primavera e purtroppo appena terminato quel campionato, in un torneo estivo, ho subito un brutto infortunio al ginocchio con rotta del crociato. Cosi sono dovuta stare lontano dal campo per tutta la stagione successiva. Dopodiché sono stata aggregata in prima squadra militante in Serie B, ho esordito contro l’Inter Femminile ma non ho trovato molto altro spazio tant’è che al termine della seconda stagione ho deciso di lasciare la società, a malincuore, in cerca di fortuna altrove. Quello che ho imparato sul campo lo devo sicuramente al Castelvecchio, mi hanno fatto crescere sotto tutti i punti di vista, era una società pura e genuina, eravamo una famiglia, abbiamo condiviso tante gioie sul campo e tanti momenti extra calcio che rimarranno per sempre nei miei ricordi. Io però avevo voglia di giocare con più continuità”.

Poi il tuo passaggio al Rimini, come è andata?
“Passai cosi a giocare nel Rimini Calcio Femminile, militante nel campionato Serie D. Con la società creatasi, e unica realtà rosa del riminese, sono rimasta per 3 stagioni, poi purtroppo la società si è sciolta. Dopodiché ho scelto la Virtus San Mauro Mare, militante nel campionato di Eccellenza e l’anno seguente noi giocatrici insieme allo staff tecnico ci siamo trasferirti a pochi metri di distanza, a Gatteo Mare, dove abbiamo trovato il presidente Nicolini che da tempo cercava di creare una squadra femminile”.

Come è stata la passata stagione per voi?
“L’anno passato è stato caratterizzato dallo stop, accolto come un fulmine a ciel sereno ovviamente, in una situazione assurda e mai vista prima. È stato giusto fermarsi data la situazione di emergenza, ma sicuramente questo ci ha spiazzato, noi abituate ad allenarci con continuità e a giocare ogni domenica. Gli obiettivi che ci eravamo date ad inizio anno sono crollati in un attimo. Questo per uno sportivo, abituato sempre a migliorarsi e a non mollare mai, è sicuramente una situazione che influisce negativamente sul profilo psicologico, oltre che su quello fisico”.

Quanta voglia avevate di ripartire?
La voglia di ricominciare quest’anno era tanta, dettata soprattutto dallo stop forzato dell’anno precedente. Spesso, infatti, si sente maggiormente la mancanza delle cose quando non si possono più avere. Ricominciare è stata veramente una grande gioia, il campo ci mancava tantissimo. Abbiamo iniziato la stagione con uno staff tecnico nuovo e questo ha sicuramente portato tanto entusiasmo, stavamo lavorando bene, con tanta motivazione, voglia di migliorarci e consapevolezza che avremmo potuto toglierci qualche soddisfazione. Purtroppo la situazione che si è presentata è sulla falsa riga di quella accaduta lo scorso anno, per cui siamo di nuovo a casa, speranzose si possa riprendere ma a conoscenza del fatto che sicuramente in un momento così delicato il calcio ai nostri livelli è sicuramente qualcosa a cui si può rinunciare”.

Quale erano gli obiettivi stagionali?
“Puntavamo a migliorarci rispetto allo scorso anno. Noi ci siamo rinforzate con qualche innesto di qualità, siamo un gruppo numeroso che non fa mancare mai la presenza agli allenamenti. Da quando siamo qui a Gatteo il livello si è alzato molto. Abbiamo la possibilità di allenarci in un campo a 11 in sintetico quindi con ogni condizione atmosferica”.

Come avete metabolizzato il nuovo stop?
“Non ho capito la scelta fatta di portare avanti solo alcuni campionati. Se la discriminante è la possibilità di sostenere, economicamente parlando, da parte delle singole società i tamponi alle ragazze e allo staff posso affermare che non tutte le società, a parte quelle di Serie A che hanno finanziamenti dalla squadra maschile, che stanno proseguendo il campionato, hanno la possibilità di eseguirli. Non è poi paragonabile il calcio a 11 con il futsal, che sta proseguendo il campionato di Serie A2 di calcio a 5. Senza nulla togliere a queste ragazze non credo che tutte abbiano una società ricca alle spalle: Le ragazze non vengono stipendiate, non conducono una vita da professionista, cioè allenamento – casa. Sono ragazze che lavorano, che vedono persone quotidianamente, quindi il rischio di contagio è lo stesso che corre una ragazza di Eccellenza, solo che giocano semplicemente in una categoria più alta, ma questo è grazie anche al fatto che il numero di squadre di calcio a 5 non è elevato quindi è più semplice conquistarsi categorie di vertice”.

Noti un maggior interesse verso questo sport?
Per quanto riguarda la crescita del movimento femminile credo che sia sotto gli occhi di tutti. Io stessa, che ho sempre e solo giocato a calcio senza mai interessarmi alle giocatrici d’élite che ne facessero parte, ho iniziato a guardare con piacere qualche partita dal vivo, o in televisione dove ora posso dire di ammirare e cercare di apprendere qualcosa da alcune di loro. In Emilia-Romagna ci sono varie realtà importanti che sono nate da qualche anno e che stanno dimostrando di non avere nulla da temere in confronto alle blasonate Juventus, Milan e Inter, vedi il Sassuolo, Cesena, Ravenna e la stessa San Marino che sta dimostrando sul campo di meritarsi la permanenza nella massima serie”.

Quale è stato il momento più bello della tua carriera?
“Il momento più bello della mia carriera è stato qualche anno fa quando ho vinto il campionato Primavera con il Castelvecchio all’ultima giornata di campionato. Il calcio è stupendo per questo, non eravamo le favorite, nessuno aveva scommesso su una nostra vittoria e invece abbiamo dimostrato carattere e voglia di vincere più delle nostre avversarie sicuramente hanno preso sotto gamba l’impegno di quel sabato pomeriggio. Abbiamo rimontato due gol vincendo 3 a 2 e io ho segnato uno splendido gol su punizione. Questo sport mi ha regalato tanti momenti belli e se penso a quelli più recenti, nell’ultima partita giocata il 25 ottobre contro la Union Sammartinese, sono entrata nel secondo tempo e ho siglato ben 3 gol. Lo sport ti permette di vivere esperienze indimenticabili e la cosa più bella è poterle condividere con le proprie compagne, gli abbracci dopo un gol e i festeggiamenti negli spogliatoi nel post partita, sono le cose che più mi mancano”.