In un’intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni della nostra testata, l’allenatrice e del Vado F.C., nonché responsabile del settore femminile, Nadia Galliano, ha presentato la prossima stagione e i progetti della sua squadra. Tra i temi trattati non è mancata la storica convocazione di Noelia De Luca nella nazionale dell’Uruguay, evento che ha riempito di orgoglio e gioia l’intera società ligure, lo spogliatoio e, naturalmente, il suo mister. Prima di raccontarvi l’intervista, la nostra redazione ringrazia il Vado F.C., l’ufficio stampa ed il tecnico per la disponibilità e la collaborazione.

Cosa aspettarsi da questa stagione? A cosa può puntare la squadra?
L’importante è iniziare a giocare, poi faremo le nostre prime valutazioni in base a cosa dirà il campo. Il nostro obbiettivo da un punto di vista propriamente sportivo sarà poi vincere il campionato. A livello di rosa, invece, cercheremo di far crescere molto le giocatrici più giovani.

Qual’è il bilancio dei primi tre anni sulla panchina del Vado?
Le ultime due stagioni, in particolare, sono state decisamente inusuali. Durante la penultima abbiamo disputato solo metà campionato, nell’ultima invece abbiamo giocato una sorta di mini-torneo avendo iniziato ad aprile. Il bilancio è comunque molto positivo.

Come procede lo sviluppo del settore femminile giovanile?
Sono ormai quattro anni che sono al Vado e stiamo cercando di riformare il settore giovanile partendo dalle leve più piccole. A tale scopo si sono dimostrati fondamentali gli open-day e altre iniziative promozionali. Nonostante ciò, il nostro settore giovanile è ancora in formazione. Non abbiamo infatti ancora delle leve pure ma un gruppo di bambine e ragazzine di diverse età, tuttavia siamo riusciti a formare una prima squadra interamente femminile che parteciperà alla categoria “primi calci”.

A livello progettuale, quali sono i prossimi obbiettivi da raggiungere?
L’obbiettivo principale è sicuramente riuscire ad avere tutte le categorie a disposizione, dai “primi calci” fino ad una “juniores”. Certo è che ci vorrà un po’ di tempo ma lavoreremo sodo per raggiungere questo traguardo quanto prima!

Al termine della preparazione pre-campionato, quali sono, a suo avviso, i punti di forza e quelli ancora da migliorare di questa squadra?
Tra i punti di forza inserirei senza dubbio la presenza in rosa di alcune giocatrici di grande qualità con importanti esperienze in categorie superiori. Per questo motivo potranno dunque rivelarsi un valore aggiunto alla squadra. Tra gli aspetti su cui lavorare, a livello di mentalità, annovererei invece l’inserimento delle tante giovani in gruppo. Piano piano, infatti, dovranno integrarsi bene nel contesto della prima squadra.

Come si svolge una giornata di allenamento tipo?
Noi ci alleniamo di sera per tre volte a settimana. A seconda del giorno, le giocatrici sono sottoposte ad un lavoro differente. Una parte fondamentale di ogni seduta è, ovviamente, quella dedicata al riscaldamento e alla prevenzione infortuni, a cui seguono quella atletica, la fase tecnica e tattica individuale e, infine, la partita o esercitazioni tattiche collettive.

A che punto è, secondo lei, il calcio femminile in Italia e in Liguria?
In Italia, lo sviluppo del calcio femminile ha subito un’importante spinta negli ultimi anni. Sono state infatti prese decisioni importanti quali il coinvolgimento delle società professionistiche e l’aumento della visibilità televisiva e mediatica. Anche il numero di appassionati è cresciuto e, per questo, penso appunto che si stia lavorando molto bene. In Liguria abbiamo la fortuna di avere persone in Federazione ricche di entusiasmo e voglia di fare. Di contro, però, c’è da dire che la nostra regione ha numeri molto ristretti che rendono il percorso per lo sviluppo del calcio femminile un po’ più lungo. Senza dubbio, la chiave del successo sarà partire e curare soprattutto il settore giovanile. Ci vorrà sicuramente un po’ di tempo ma alla fine sono sicura che si riuscirà ad ottenere un risultato incredibilmente positivo.

Cosa ha significato per lei l’incredibile convocazione in nazionale di Noelia De Luca?
Per me è stata una grandissima gioia sicuramente perché abbiamo giocato molti anni insieme ed ho avuto dunque modo di conoscerla dal suo arrivo in Italia da piccola fino a diventare sua amica dentro e fuori dal campo. Da due stagioni, inoltre, sono la sua allenatrice e questo mi rende doppiamente soddisfatta, specialmente perché questo vuol dire che ho potuto contribuire, nel mio piccolo, al suo stato di forma e di grande preparazione che gli ha permesso di essere convocata in nazionale. È un traguardo che ha conquistato meritatamente grazie a tutti gli sforzi e agli ottimi risultati calcistici ottenuti negli ultimi anni ad alto livello. Un’avventura del genere le permetterà sicuramente di aumentare incredibilmente anche il valore della nostra rosa dal punto di vista del ritmo, dell’esperienza e di mentalità. Quando tornerà con noi, dopo aver giocato a determinati livelli con giocatrici di grande spessore, potrà infatti arricchire le compagne di squadra con importanti consigli e con il bagaglio d’esperienza acquisito.

Lasci un messaggio finale per tutti quelli che non conoscono ancora bene il calcio femminile o che hanno ancora alcuni pregiudizi a riguardo. Ed anche uno per i tifosi del Vado.
Innanzitutto direi che lo sport dev’essere sempre passione. È questo, dunque, l’aspetto più importante a cui porre attenzione quando si porta un bambino a praticare una disciplina sportiva insieme al divertimento, naturalmente. Essendo il calcio uno sport di squadra, inoltre, ha ed avrà un ruolo fondamentale, specie per i più piccoli, soprattutto in questo periodo storico così difficile. Per non parlare degli effetti benefici sul corpo e sulla mente dello sport! Specialmente nei settori giovanili e nelle scuole calcio viene infatti curata meticolosamente l’aspetto motorio da istruttori qualificati e competenti.
Questa grande preparazione degli staff tecnici ha poi permesso di sfatare il mito secondo cui questo sport influisse negativamente sul corpo delle bambine e delle ragazze. Il calcio femminile, a differenza di quello maschile, può infine definirsi completamente sano ed estraneo a certe dinamiche non positive.

Alessandro Gargiulo
Anacaprese atipico, ho lasciato l’isola alla volta di Udine per seguire il corso di laurea triennale in Mediazione Culturale. Durante gli anni in Friuli ho avuto modo di conoscere ed amare la cultura slovena inizando a seguire la Slovenska Ženska Nogometna Liga. Laureato in Informazione ed Editoria presso l'Università di Genova, coltivo la passione per il giornalismo sportivo ed il calcio femminile. Essendo stato, in passato, responsabile della rubrica sportiva presso LiguriaToday, ho avuto inoltre la fortuna di assistere dal vivo e raccontare gli incontri di alcune squadre della provincia di Genova. Nutro infine un forte interesse anche per gli eSports ed ho avuto modo di seguirne i match più importanti, intervistando alcuni dei suoi principali protagonisti.