“A dire il vero, non conoscevo molto il calcio italiano, ma ho avuto un assaggio e mi piace molto, c’è una grande conoscenza del gioco”. Così si è presentata Abigail Kim, nuovo difensore della Fiorentina. Il suo acquisto per quest’estate era solo stato rimandato, ed ora è finalmente arrivata a Firenze. Intervistata dai microfoni societari, la statunitense ha subito espresso una gran voglia di aiutare la sua squadra. Ed in questo periodo, tale spirito fa più che comodo alle toscane.

La classe 99 smentisce subito la superiorità del calcio statunitense mettendolo sullo stesso piano di quello nostrano. “Volevo provare il calcio europeo perché è più tecnico e più tattico. So che il calcio negli Stati Uniti è conosciuto per essere rapido e fisico, ma volevo misurarmi con il calcio italiano”.

Ovviamente per aiutare il suo team deve prima adattarsi al nostro stile di gioco. “La prima cosa che ho notato è quanto veloce fosse il gioco. Si gioca con passaggi di prima, al massimo due tocchi, si gioca davvero di squadra. Negli Stati Uniti stiamo ancora lavorando su questi aspetti. Le centrocampiste sono molto tecniche qui, è stata una bella sorpresa. Tutti sanno dove farsi trovare, come giocare con le compagne”.

L’innalzamento del livello della Serie A è stato notevole ed ora può considerarsi anche una palestra per i talenti del futuro. “È un calcio molto tecnico e tattico, credo che qui potrò crescere molto come giocatrice. È un campionato importante, sono contenta. Mi piacciono gli allenamenti, sto già migliorando nel controllo e nella tecnica in generale”.

L’ex Orlando Pride è entrata in contattato con le sue compagne ben prima che potesse immaginare tutto ciò. “Con l’Under-23 siamo andate a La Manga ed ho giocato contro Martina Piemonte e ci siamo rese conto che ci siamo già affrontate e ne parliamo in allenamento”. Il calcio femminile insieme all’Italia hanno sempre rappresentato un esempio sull’ospitalità e l’ospitalità. “La squadra mi ha accolto bene, sono state tutte molto gentili, mi trovo bene. Mi piace segnare, perché significa aiutare la squadra. Mi piace pensare che il goal non sia solo merito di chi lo fa, ma che sia il risultato del lavoro di tutta la squadra. La gloria va agli attaccanti, ma dovrebbe andare a tutta la squadra”.

Kim si è messa all’opera ponendosi subito degli obiettivi importanti. “Tra un anno spero di essere migliorata dal punto di vista tecnico, spero di imparare alcune abilità dalle mie compagne. Mi auguro di farmi sentire di più, chiedere la palla e riuscire ad essere più pericolosa nell’uno contro uno. Desidero di essere così tra un anno”.

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