Nell’Eccellenza regionale veneta una delle squadre partecipanti al campionato regionale femminile è l’Altivolese Maser. La formazione rossoblù, presieduta da Santino Silvestri, è guidata da Paola Garbujo vede in rosa Marzia Zambon e Mila Favero, capitano e vice della formazione trevigiana. Abbiamo raggiunto Marzia, difensore classe ’86 di Refrontolo alla sua dodicesima stagione in squadra, e Mila, attaccante di Cornuda classe ’92 alla sua seconda annata con l’Altivolese, per conoscere meglio la realtà rossoblù.

Ragazze come vi siete avvicinate a questo sport?
Marzia: “Ho iniziato a giocare all’età di 6 anni, insieme a mio fratello, con il Refrontolo maschile. A 14 anni è cominciata, poi, la mia esperienza nel calcio femminile. Sono partita dal Real Piave in Serie C, per passare poi nel 2000-2001 al Villanova. Nel 2008-2009 il mio approdo all’Altivolese Maser, dove ho disputato tornei d’alta classifica. Con questa maglio ho vinto una Coppa Veneto, una Coppa Disciplina e ottenuto una promozione in Serie C”.
Mila:Mi sono appassionata a questo sport fin dai tempi dell’asilo. Ho iniziato ufficialmente a giocare nel Cornuda Crocetta all’età di 10 anni con i ragazzi. A 14 anni poi la prima squadra femminile: il Barcon. Dopo 7 anni a Barcon sono passata in Serie B col Trevignano, fallito purtroppo per problemi economici. Ho deciso poi di spostarmi a Bassano, in Serie C, dove ho raggiunto le soddisfazioni più grandi : due campionati di Serie C vinti e due Supercoppe . Tre anni indimenticabili. Purtroppo anche qui per problemi economici abbiamo dovuto rinunciare alla Serie B e la società è stata poi sciolta . Le ultime esperienze sono legate a Cittadella e Union Villanova, prima di approdare all’Altivolese Maser dove gioco attualmente”.

Marzia sei il capitano di questa squadra, cosa significa portare quella fascia al braccio?
“Indossare la fascia di capitano è per me motivo di orgoglio e di responsabilità. Cerco di trasmettere alle mie compagne tutta la mia determinazione e la mia passione in ogni singolo allenamento”.

Mila come è andata la scorsa stagione per voi?
La scorsa stagione era iniziata bene, i risultati c’erano e il gruppo è sempre stato unito. Poi ci sono state delle difficoltà durante il percorso a livello di costanza di prestazioni e vari infortuni che c’hanno un po’ penalizzato nei risultati. La vera forza, nonostante tutto, è sempre stata la voglia di giocare e di far parte di questo gruppo per tutte. Lo stop forzato per il COVID-19 non è stato facile. Smettere di giocare per così tanti mesi, sia a livello fisico che psicologico è difficile da metabolizzare. Il calcio unisce le persone. Per noi giocatrici poi è una passione molto forte della quale non vorremmo mai fare a meno”.

Marzia un estate siete ripartite, il gruppo si è rinnovato rispetto al passato campionato?
Il nostro gruppo parte dalla base solida della scorsa annata. Sono state integrate, poi, ragazze giovani di buon livello che si sono trovate a proprio agio sin da subito. Dopo mesi di stop forzato, dove ci siamo organizzate con allenamenti online, ci siamo ritrovate il primo settembre per iniziare questa nuova stagione. L’entusiasmo è stato da altissimo e personalmente rivedere l’intero gruppo è stata una forte emozione. Abbiamo cominciato ad allenarci, con la nostra nuova allenatrice, con la stessa voglia che metterebbe un bambino affiancato dal suo idolo”.

Mila come è cominciata la stagione?
In questa stagione purtroppo abbiamo disputato solamente due partite di campionato, seguite dal nuovo stop causa pandemia, troppo poco per dare una valutazione. Sperando di poter ricominciare presto, affronteremo la stagione con l’obiettivo di toglierci importanti soddisfazioni”.

Marzia come valuti il campionato di Eccellenza in Veneto?
“In questa stagione sono dieci le squadre presenti e non vedo grossa differenza tra le varie formazioni. Possibile, a mio avviso, gare molto equilibrate con esiti mai scontati. Tutto lascia spazio ad una stagione stimolante per tutte le società partecipanti”.

Mila come sta crescendo a tuo avviso il movimento rosa nella tua regione?
La percezione del movimento femminile, nella nostra regione, è che stia a poco a poco cambiando. Le possibilità rispetto al passato sono maggiori e la visibilità è aumentata, vedere una bambina che gioca a calcio oggi non è una cosa così strana rispetto a un tempo. Purtroppo però c’è ancora molta strada da fare, ad oggi una ragazza che gioca in Serie A non guadagna tantissimo e in Serie B molto spesso niente. Serve più considerazione per le donne e più riconoscimento, speriamo che le cose cambino nel tempo”.