Il Torino Women ha sconfitto domenica scorsa le Azalee per 2-1, salendo così al secondo posto del Girone A di Serie C con 19 punti. Durante la partita hanno giocato Annalisa e Stefania Favole, con la prima che è una centrocampista classe’ 96 e veste il Toro da due anni, mentre la seconda indossa da pochi giorni la divisa granata.
La Redazione ha raggiunto ai nostri microfoni le sorelle Favole.

Annalisa tu giochi a centrocampo, mentre Stefania sei in difesa: che significato hanno per voi questi ruoli?
Annalisa: «Io sono più una trequartista, e mi piace molto di più rispetto al centrocampista centrale perché ho più libertà di andare avanti. Per me vuol dire effettuare l’ultima giocata e dare il passaggio decisivo alle mie compagne. Lo reputo un ruolo di fantasia».
Stefania: «Sono difensore da sempre e faccio il terzino. I piace, perché mia piace spingere in avanti, fare sovrapposizioni e correre che è la cosa per cui sono portata».

Come vi è partita la passione per il calcio?
Annalisa: «Ho iniziato quando avevo sei anni e vedendo nostro vedere giocare nella squadre del nostro paese, Bricherasio, abbiamo iniziato anche noi la passione».
Stefania: «Vedevamo nostro fratello allenarsi e da lì è partita la nostra passione per il calcio che non ha smesso».

Qual è la vostra emozione più bella che avete vissuto col pallone?
Annalisa: «Diciamo che ho die momenti: il primo quando ho avuto il Torneo d’Arco di Trento col Torino Femminile, dove in finale ho fatto due gol alla Fiorentina, il secondo il raduno con le Nazionali».
Stefania: «La vittoria dello scudetto con la Primavera del Torino, la vittoria in Coppa Italia col Pinerolo e aver disputato in A con la maglia del Luserna».

La vostra avventura calcistica è legata tutt’ora con la maglia del Torino: cosa vuol dire per voi giocare per quella maglia?
Annalisa: «Sono tifosa del Toro come tutta la nostra famiglia, quindi è una grande emozione per noi. Abbiamo fatto tutto il settore giovanile fino alla prima squadra con questa maglia».
Stefania: «Anch’io la penso uguale: quella del Toro è una passione che abbiamo da sempre, iniziata con nostro nonno, poi a nostro papà e infine a noi».

Avete giocato anche nel Pinerolo e nel Luserna: che anni sono stati per voi?
Annalisa: «Nel Luserna abbiamo fatto il primo anno in B dove poi siamo state promosse in A. Per noi è stata una bella esperienza confrontarsi con campionati importanti. L’anno dopo ci siamo trasferite al Pinerolo: siamo scese di categoria per stare vicine a casa, ma abbiamo vinto il campionato di Eccellenza e la Coppa Italia».
Stefania: «Sono state delle belle esperienze dove siamo cresciute calcisticamente: col Luserna abbiamo avuto il piacere di giocare in A, col Pinerolo invece l’abbiamo sentita nostra, sia come città che come squadra».

Parlando di questa stagione il Torino Women al secondo posto del Girone A di Serie C: posizione in linea con le aspettative?
Annalisa: «Vogliamo salire di categoria. Ci troviamo a sei punti dalla Pro Sesto, e sicuramente potevamo fare meglio. Dobbiamo continuare a non mollare, e se non avessimo perso contro Pro Sesto e Genoa, sicuramente avremmo fatto ancora meglio».
Stefania: «Sono contenta della posizione che è arrivato il Torino, speriamo di riuscire di raggiungere il secondo posto. Sei punti non sono tanti: secondo me si può fare».

Che opinione avete su questo campionato?
Annalisa: «Le reputo competitivo, dove nessuna squadra va sottovalutata. Sarà importante l’approccio su ogni partita».
Stefania: «Ho seguito le dirette e sono squadre con cui ho giocato l’anno scorso. Ogni partita ha una storia a sé».

Durante il periodo col Luserna, nel 2015 avete avuto nel un terribile incidente: com’è stato il percorso che vi ha riportato al ritorno in campo?
Annalisa: «Per fortuna l’incidente che abbiamo subito, non ha avuto gravi conseguenze. Il rientro per me è stato lungo, dato che sono stata operata all’addome e ho perciò dovuto fare attenzione. Le compagne del Luserna mi sono state molto vicino e mi hanno permesso di tornare in campo il più presto possibile».
Stefania: «Abbiamo avuto questo incidente in cui oltre a noi c’era anche Raffaella Barbieri, che era la nostra punta di diamante, e siamo riuscite a rientrare rispetto a mia sorella. Per noi è stato difficile sia fisicamente che emotivo. Le nostre compagne ci sono state vicino. La settimana dopo l’incidente c’era la partita contro l’Alba: le nostre compagne hanno vinto 2-1, e quella partita è stata fondamentale per quel campionato».

Cosa pensate del calcio femminile piemontese? E quello italiano?
Annalisa: «Negli ultimi anni è cresciuto molto, e abbiamo la fortuna di avere una squadra come la Juventus. In questa squadra gioca anche Barbara Bonansea, che è una nostra compaesana ha giocato con noi negli anni al Torino, quindi per noi è un motivo d’orgoglio. Il Covid-19 ha messo in difficoltà molte squadre di C o di Eccellenza. Spero che la situazione migliori».
Stefania: «Anch’io sono orgogliosa del fatto di aver giocato con Bonansea e Salvai che dalle giovanili hanno fatto strada. Il calcio femminile sta crescendo, anche se ci sono differenze tra la Serie A e le altre categorie. Il calcio femminile italiano è diventato popolare e mi auguro che il movimento possa essere visto sempre di più e che sia equiparato a quello maschile».

Cha valore avrà l’imminente professionismo per lo sport femminile?
Annalisa: «Sicuramente quando il calcio femminile sarà professionistico darà una grande spinta, soprattutto per il settore giovanile, dove molte bimbe saranno incentivate a prendere molta strada, anche se la spinta del Mondiale ha già iniziato a favorire questo movimento».
Stefania: «Col passaggio ad uno sport a livello professionistico dovrebbe permettere alle bambine di avvicinarsi a questa realtà. Spero possa dare una mano economica alle società e che possano essere coinvolte tutte le fasce d’età, a partire dalle giovanili».

Che persona siete fuori dal campo?
Annalisa: «Sto finendo la Magistrale in Comunicazione, faccio l’istruttrice alla Scuola Individuale di Simona Sodini, ho preso la qualifica UEFA C per allenare».
Stefania: «Lavoro come terapista occupazionale, faccio parte delle professioni sanitarie, e mi auguro che questa professione possa espandersi, soprattutto in Piemonte. Sono una persona timida e determinata».

Dì un pregio e un difetto di tua sorella.
Annalisa: «Stefania è veloce e determinata, ma essendo difensore non ha i “piedi buoni” (ride Annalisa)».
Stefania: «Annalisa ha il pregio di essere la fantasista della squadra: oltre alla tecnica riesce a leggere passaggi che a me non verrebbero neanche in mente, mentre come difetto è troppo altruista, nel senso che quando dovrebbe calciare in porta passa la palla».

Che progetti avete per i prossimi anni?
Annalisa: «Vorrei fare l’allenatrice, dato che ho già allenato l’Under 12 del Pinerolo Femminile, e prendere le qualifiche C e B, come giocatrice vorrei continuare a giocare, salire e confrontarmi con le categorie superiori».
Stefania: «Quest’anno ho smesso per sei mesi e mi è mancato giocare a calcio, quindi vorrei restare ancora col pallone. Mi piacerebbe giocare in categorie più alte, ma vorrei anche togliermi qualche soddisfazione personale».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Torino Women, Annalisa e Stefania Favole per la disponibilità.

Photo Credit: Torino Women

Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.