Nell’Eccellenza piemontese una delle squadre che si stava ben comportando è sicuramente l’ASDG Centallo. La squadra cuneese presieduta da Stefano Pellissero, cara alle dirigenti, Antonella Bernello Chiara Sordello e Jessica Isaia, è guidata da Sonia Bertoloni affiancata da Gabriella Triolo. Nella rosa rossoblù, da due anni, gioca Annalisa Mondino, calciatrice originaria di Busca. Abbiamo raggiunto il terzino, classe ’93, per conoscere meglio la realtà piemontese.

Annalisa quali esperienze hai maturato prima di questa stagione?
Rispetto alla media ho iniziato molto tardi. Da piccola, infatti, facevo altri sport, come atletica e pallavolo, poi Luca Pavan, un mio concittadino, ha formato una squadra locale che partecipò ad un piccolo campionato di calcetto organizzato dalla associazione Papa Giovanni XXIII. Giocavamo contro i ragazzi, ma abbiamo fatto bellissime esperienze anche nel calcio a 7 femminile CSI.. Poi tornei dell’oratorio e altri tornei informali. Poi il passaggio al Musiello, prima nelle giovanili e poi in prima squadra in Serie D. Quando questa squadra si è sciolta, ho giocato 3 anni nella Saviglianese e, alla fine, due anni fa sono approdata qui”.

Come è andata la scorsa stagione per voi?
“La scorsa stagione è andata benissimo secondo me. Siamo partite molto svantaggiate sulla carta, squadra giovane, poca esperienza ed al primo anno, in più con ragazze che venivano da tanti contesti diversi. All’inizio abbiamo faticato molto ma dopo un po’ abbiamo iniziato a giocare bene, fino al pareggio con l’Area Calcio, squadra storica ed espertissima, poco prima del lockdown, che per noi è stata come una vittoria”.

Come avete vissuto la fase di stop della scorsa primavera?
“La fase di stop l’abbiamo vissuta come tutti quelli chi amano fare sport, e io davvero non posso farne a meno, è stata durissima. L’allenarsi da soli in casa credo sia stato complicato per tutti, anche dal punto di vista sociale. Infatti praticando uno sport di squadra il gruppo l’integrazione è fondamentale, allenarsi a casa non è stata sicuramente la stessa cosa. Personalmente aggiungo un po’ di rammarico perché stavamo iniziando a giocare bene e siamo state interrotte sul più bello“.

Ora siete nuovamente ferme, momento complicato vero?
Quest’anno la vivo in modo più rassegnato, visto che era stata annunciata l’arrivo della seconda ondata. Vista la situazione dei tracciamenti, contagi e isolamenti, credo sia meglio per le squadre dilettanti sospendere le gare, perché si andava in difficoltà a causa delle tante assenze, anche improvvise, sapute il giorno prima o il giorno stesso. Inoltre credo sia davvero necessario fare un piccolo sacrificio per cercare di fermare questo virus, e l’unico modo è proprio quello di ridurre i contatti. Il calcio non può fare a meno di contatti: contatto con il pallone, con i compagni, con le avversarie. Il calcio è contatto e relazione, due aspetti che in questo momento ci mettono a rischio. Credo che anche la società, sempre correttissima con noi rispetto alle norme, gli allenatori e le mie compagne siano d’accordo con questo”.

Che gruppo hai visto nei primi allenamenti?
L’ambizione quest’anno era quella di aumentare il livello dall’anno scorso. Volevamo maggiore continuità di risultati e fare bene in tutte le partite. In rosa sono arrivati nuovi innesti, che secondo me si sono inseriti benissimo. Già dai primi allenamenti si vedeva un gruppo unito e coeso, anche se è stato chiaro fin dal primo momento che non sarebbe stato semplice: già dalle prime settimane di preparazione infatti ci sono state via via persone in isolamento a causa di contatti personali o a scuola, finché la situazione non è degenerata”.

Come reputi il livello del vostro campionato di Eccellenza?
Il livello del calcio di Eccellenza secondo me non è altissimo. Va più che bene per chi come me vuole giocare principalmente per divertirsi, cosa che non è semplice fare in categorie superiori”.

Come sta crescendo il calcio femminile in Piemonte?
“Il calcio femminile sta prendendo un pochino di piede. Ho saputo ad esempio che era partito un gruppo di allenamento per bambine nella società principale della mia città, prima volta nella storia del Busca. Resta un processo lento che richiede prima di tutto sacrificio ed impegno da parte di chi lo pratica e chi lo segue, come allenatori e genitori. Per crescere i movimenti devono essere diffusi con positività e passione”.

Quale reputi il più bel ricordo legato al calcio?
Ho tantissimi ricordi legati al mondo del calcio, sicuramente una bellissima emozione era stata vincere l’allora Serie D con la Saviglianese. Con quella società ho trovato tante persone splendide e alcune rimangono ancora ora nella mia vita, questo è un ricordo che perdura nel tempo. La cosa piú bella del calcio sono proprio le persone che lo popolano: leali, sportive, amiche”