Sono passate due settimane dal raggiungimento della salvezza del Real Meda nel Girone A di Serie C, quando ha messo ko nei playout il Perugia per 3-0. A dare una mano alle bianconere nel mantenimento della categoria ci ha pensato una ragazza nata nel 2007: si chiama Beatrice Antoniazzi e, approdata a gennaio di quest’anno in Prima Squadra dopo tre annate e mezzo nelle giovanili delle pantere, ha realizzato, in sei mesi, ben quattordici gol. La nostra Redazione ha raggiunto Beatrice per risponderci ad alcune domande.

Beatrice quando hai scoperto avere la passione per il calcio?
«Avevo cinque anni, e prima praticavo ginnastica artistica, e andavo sempre con mio papà, che in passato ha giocato anche a lui a pallone, con una squadra maschile dell’ASD Alto Piano, e più andavo avanti, più mi rendevo conto che m’impegnavo sempre in questo sport».

Come mai hai deciso di diventare un’attaccante?
«Perché essere attaccante dà il meglio alle mie caratteristiche di gioco, perché devo mettere la palla in rete, perché devo fare gol».

Cosa ti ha portato nel 2018 a far parte del Real Meda?
«Ho giocato con la squadra maschile dell’ASD Altro Piano per sei anni, e, man mano che uscivo dal campo, mi rendevo conto che non mi faceva stare bene. Quindi ho deciso di andare a giocare in squadra femminile e ho scelto il Real Meda».

Beatrice Antoniazzi in azione con la maglia del Real Meda

Che ambiente hai notato in questi quattro anni?
«Appena sono arrivata ero molto ansiosa, perché dovevo mantenere un certo atteggiamento all’interno del Real Meda, perché bisogna rispettare le regole, ma mi sono trovata, sin da subito, con la società che mi ha accolto bene, e alla fine ho notato tanti miglioramenti, in particolar modo quello avuto col primo mister Giuseppe Candia, il quale mi ha aiutato tanto a crescere, anche se il rapporto con lui è durato solamente un anno e mezzo, consentendomi di entrare a far parte della squadra, e ad aiutarmi dal punto di vista tecnico».

Sei in Prima Squadra del Meda da gennaio di quest’anno, e in sei mesi, con quattrodici gol, hai portato la tua squadra alla salvezza nel Girone A di Serie C.
«Quando ho saputo di essere stata convocata a gennaio contro l’Ivrea ero felice, e, nel giorno della partita, quando l’allenatore mi ha detto di scaldarmi ero felice, ma allo stesso tempo dovevo mantenere la freddezza per entrare in campo e dare il massimo. Ciò mi ha reso felice ed orgogliosa di me stessa. Devo dire che non mi sarei mai aspettata, in così poco tempo, di arrivare a questi livelli, soprattutto per me giocare a quindici anni in un campionato importante come la Serie C e titolare. Ho avuto tantissime emozioni che, alla fine, mi hanno portato a cose molte positive. Alla fine di questa stagione e sentire, nella partita contro il Perugia, il fischio finale, ci ha dato una grande soddisfazione raggiungere questa salvezza. Per quello che ho vissuto in questi sei mesi non siamo una squadra da playout».

La gioia di mantenere la Serie C è stata certificata battendo 3-0 ai playout il Perugia. Che gara è stata secondo te?
«Una gara in bilico, perché se entri in campo e vinci sei dentro, se perdi sei fuori. Noi abbiamo già affrontato due volte contro il Perugia in campionato e l’abbiamo battuto nettamente, ma in quel giorno c’era tensione e ansia, e, purtroppo, queste cose ci hanno fregato per tutta la stagione. Però volevamo vincere la partita, e, dopo il primo gol, ci siamo tranquillizzate, e alla fine abbiamo vinto la partita».

A chi dedichi questa salvezza?
«La salvezza la dedico a tutte le mie compagne che mi hanno accolto veramente bene, e mi hanno sempre sostenuto anche nei momenti difficili, ci abbiamo sempre creduto fino alla fine, al mister che lo abbiamo fatto soffrire per tutta la stagione, la società che ci ha dato tutte le possibilità per restare in Serie C, poi a mio papà e a mia mamma che mi hanno sempre supportato e creduto nel mio sogno e arrivare a queste soddisfazioni».

Beatrice Antoniazzi in azione con la maglia di allenamento del Real Meda

Secondo te come valuti questo campionato?
«Lo valuto come un campionato intenso ma strano, perché siamo sempre stati sopra la metà della classifica, quest’anno, tra infortuni ed altri eventi, abbiamo visto la retrocessione, ma stando uniti con la società e con i tifosi ci siamo riusciti. Questo campionato ci ha segnato tutte, soprattutto per me che sono la più piccola e in Prima Squadra da poco tempo. Però ce l’abbiamo fatta, ed è stato bello festeggiare alla fine la salvezza».

Credi che con l’avvento del professionismo potrà dare la svolta al calcio femminile italiano?
«Sì, credo che questo passaggio possa dare questa svolta in cui credono tutte le ragazze, perché giochiamo lo stesso sport: va bene che siamo diverse dai ragazzi, ma pariamo, giochiamo solo coi piedi e non possiamo usare le mani, tirare la maglia ad un’altra ragazza è fallo. Ci hanno sottovalutato tanto, perché ci sono i risultati per fare bene anche nel calcio femminile, e l’avvento del professionismo può essere fondamentale».

Com’è la tua vita extra calcistica?
«Ho fatto il primo anno di Liceo in Scienze Applicate a Meda, e il passaggio dalle giovanili alla Prima Squadra e passare dalle medie alle superiori è stato difficile, ma alla fine sono stata promossa. Alla fine, i sacrifici hanno ripagato».

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
«Personalmente spero di finire la scuola, in ambito calcistico ci sono tante cose da migliorare, sia tecnicamente che tatticamente, e partecipare a settembre-ottobre di quest’anno agli stage della Nazionale Under 16, perché vorrei diventare, oltre ad essere un punto di riferimento del Real Meda, anche un simbolo per l’Italia».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Real Meda, Beatrice Antoniazzi e i genitori della calciatrice per la disponibilità.

Photos Credits: Anna Lanzani

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.