Quasi ventunenne, Bianca Raicu, italo-rumena atleta nel ruolo di  portiere nel Torino Women, ha raccontato la sua storia in esclusiva a IlCalcioFemminile, tra l’esperienza in Serie A col Valpo e quella in prestito, di quest’anno, in C, al Lecce. Tra la Romania, dove ha le sue origini, e l’Italia, dove ha trovato manforte.

Per cominciare, potresti raccontarci l’inizio della tua stoia?
Sono nata in Romania circa 21 anni fa, ma vivo in Italia da quando ne avevo 6-7. Studio all’università e nel frattempo gioco a calcio, come portiere. La passione per il calcio è nata per gioco… da piccola ho fatto tutt’altro, principalmente sport individuali, come il karate, ma mai calcio. Ho iniziato con i maschietti e con mio fratello e ho giocato con loro fino ai 14 anni, quando sono passata al femminile.

Nella tua crescita a chi ti sei ispirata?
Mi piacevano tantissimo Kahn e Neuer, due portieri fenomenali che hanno lasciato il segno nella storia del calcio tedesco e internazionale. Quando ho iniziato a seguire il calcio femminile, il riferimento è sempre stata Hope Solo.

Entrando nel vivo della tua carriera, dopo due anni al Torino, per la stagione 18-19 hai scelto il ChievoValpo: perché?
Per me è sempre stato un sogno poter giocare in Serie A; sono una persona che punta sempre al massimo e non si accontenta mai. Vedere le ragazze di Serie A mi faceva pensare ‘ci arriverò anche io’. Ho scelto il Valpo dopo aver giocato da giovanissima in Serie B con il Torino, sempre titolare, intraprendendo un importante percorso di crescita, spinta dalla forza dei sogni.

Cosa ricordi della Serie A?
Ricordo tanti bei momenti, che significano tante emozioni. Senza dubbio per primo ricordo l’esordio contro il Milan: non era la prima volta che affrontavo un top club, avendo sfidato in Coppa Italia la Juve, quando giocavo al Toro, ma è un momento che mi resterà per sempre in mente. E, sempre contro il Milan, ha avuto fine la mia esperienza al Valpo, con la salvezza centrata all’ultima giornata a Milano. E’ stato talmente emozionante che ho pianto, e sono una che piange molto raramente. Abbiamo raggiunto l’obiettivo attraverso un grande gruppo. Per noi è stata una conquista: chi l’avrebbe mai detto che saremmo riuscite a battere il Milan!

Quest’anno hai giocato in prestito al Lecce, com’è andata?
A dire la verità, molti mi chiedono il perché di questa scelta, ma l’ho fatto per combiare ambiente e provare un’esperienza di vita. Per confrontarmi con una nuova cultura. Potevo scegliere la Serie B, ma volevo mettermi in gioco in una nuova realtà. Su certi aspetti Torino e Lecce sono realtà molto diverse. Lecce, quest’anno unito al maschile, aveva diversi vantaggi rispetto a molti altri club, come un centro sportivo di proprietà, un campo casalingo…. Ora la mentalità si sta modificando, anche grazie al Mondiale, ma ancora molti club devono migliorare in strutture e garanzie.

Quest’anno hai avuto a che fare con un infortunio…
Sì, a febbraio ho avuto ho una lesione parziale del crociato; questo mio infortunio è dovuto alle pessime condizioni del campo in cui stavo giocando. In anni di gioco, era la prima volta in un campo del genere! E questo dimostra quanta disparità ci sia tra una realtà e l’altra. Ora sono quasi guarita, faccio tutti i giorni fisioterapia. Appena si potrà sarò in campo, virus permettendo.

Presto tornerai al Torino: quali sono le tue aspettative per la nuova esperienza?
Ho sempre seguito il Toro, anche quest’anno. Hanno fatto un buon campionato, ma ancora non so dire molto sul mio futuro. Se dovessi restare al Torino, spero che il club maschile di Cairo possa investire nel femminile e prendere la squadra. Poi spero, ovviamente, che il Toro ritorni in A. Un mio grande sogno sarebbe giocare il derby Juventus-Torino femminile allo Stadium; chissà, un giorno, magari…

Che ne pensi del progetto granata?
Il presidente Salerno è una persona che tiene tantissimo alle sue ragazze. Questa stagione ha investito tantissimo in calciatrici molto giovani e ha fatto molti acquisti importanti, sia dall’Italia che dall’estero. E’ un progetto che va portato avanti: bisogna crederci.

Parlando di te, se aprissimo il cassetto dei tuoi sogni, cosa vedremmo?
Calcisticamente parlando, il mio sogno più grande è vincere il Guanto d’Oro. So che è molto molto difficile, ma nulla è impossibile; cerco sempre di raggiungere i miei obiettivi: piuttosto sbatto la testa contro il muro ripetutamente, ma se mi pongo un target devo raggiungerlo. Poi, come qualsiasi bambina sogno la Nazionale e giocare un Mondiale. Con quale nazionale? Personalmente mi sento italiana, ma ho già provato con le Under della Romania e sogno la nazionale rumena, per rendere orgogliosa mia madre e i miei parenti.

Come sei fuori dal campo?
Cariatterialmente sono determinatissima: e mi pongo un obiettivo non smetto di perseverare finche non lo raggiungo! Sono molto fiera di me, ma con il tempo sto imparando ad essere meno ‘orgogliosa’. Sono anche un po’ permalosa: sono ‘tutto io’, ma con l’esperienza sto cercando di sistemare questo mio lato egocentrico. Per il resto, sono una persona sempre disponibile: consiglio, per quanto posso, ascolto tanto, ho un cuore d’oro. Sono una perfezionista.

Per chiudere, come ti trovi con il tuo agente Angelo Sperandeo?
E’ una persona d’oro, veramente di cuore. A primo impatto l’ho trovato buono, mi ha aiutata, mi ha seguita e sostenuta, soprattutto nel periodo di infortunio. Mi ha fatto sentire subito a mio agio. E’ un agente che fa il bene delle ragazze e non del suo portafoglio: sono molto fortunata!

Credit Photo: Facebook Bianca Raicu