«Il calcio femminile in Italia ha fatto passi avanti negli ultimi anni. Ma c’è ancora molto da fare. Dobbiamo migliorare, ed è l’unico modo per renderci davvero competitive anche a livello internazionale». Cristiana Girelli, 26 anni, è una delle migliori calciatrici italiane. Non a caso gioca nella squadra campione d’Italia, il Brescia, ed è attaccante della nazionale femminile di calcio allenata da Antonio Cabrini. Ha segnato finora, in carriera, più di 100 gol. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrarla, e di farci raccontare la sua passione per il calcio, e il momento della sua carriera, con uno sguardo al futuro.

Cristiana, il calcio è sempre stata la sua passione? 
Sì, fin da bambina mi piaceva moltissimo, anche se amavo anche il basket. Sono sempre stata appassionata di sport. A calcio giocavo però sempre con i maschi, e in molti, tra coloro che mi osservavano, erano convinti che fossi piuttosto brava. E da lì è partito tutto. Ero attaccante nelle giovanili del Rigamonti Nuvolera, nella squadra maschile, fino a 14 anni. E poi, mi notarono gli osservatori del Bardolino Verona, dove sono entrata in rosa a 15 anni. 

Quindi, giovanissima nel Verona femminile. E tanti successi… 
Sì, è stato un periodo straordinario. Con questo squadra ho vinto 4 scudetti, e tre Coppe Italia e altrettante supercoppe italiane. Sono molto grata a questa società, perchè mi ha scoperto, mi ha fatto crescere e vincere. E ho avuto l’opportunità e la fortuna di crescere al fianco di giocatrici molto brave e molto forti. 

E poi, dopo i successi e 67 gol con la maglia gialloblù?
E poi, come succede spesso nella vita e nella propria professione, abbiamo deciso di separarci, nel 2013… 

Ed è tornata a casa. Lei è bresciana, vero?
Sì, è stata una soddisfazione doppia. Perchè andavo a giocare nella squadra della mia città, e poi perchè il Brescia aveva progetti importanti. Per vincere, soprattutto. Per me vincere è fondamentale. Mi arrabbio anche se perdo un’amichevole…  

E ora è felice a Brescia, e ancora scudettata…
Sì, molto. Il Brescia è una società molto ben organizzata. Sai, è molto facile fare progetti a parole. Poi, contano i fatti. Al Brescia è così. Ho vinto altri due campionati con questa squadra molto forte. Ora siamo seconde, dopo la Fiorentina, che è una squadra molto competitiva. Non a caso, l’unica partita finora l’abbiamo persa con loro. Ma, naturalmente, speriamo di recuperare… 

C’è anche una Champions League femminile. Come è andato il percorso con il suo Brescia? 
Quest’anno purtroppo siamo state eliminate agli ottavi. Peccato, perchè l’anno scorso avevamo raggiunto i quarti di finale. Che è già un grande risultato per il calcio femminile italiano a livello europeo e di Champions. E’ infatti sempre molto difficile competere con le squadre europee, dove il calcio femminile da molti anni è stato migliorato e si fa molto per renderlo assai competitivo. 

Bisogna fare di più, quindi, in Italia?
Sicuramente. A te ne rendi conto proprio quando vai all’estero, specie in Europa. Quando siamo state in Germania, a Wolfsburg, la squadra molto forte che ci ha eliminate, abbiamo avuto subito questa sensazione. Che là il calcio femminile è molto più avanti. La stessa cosa l’abbiamo notata alla finale di Champions League che si è disputata di recente in Italia, a Reggio Emilia. 

Lei è anche attaccante della nazionale femminile di calcio. Anche a livello di nazionale è lo stesso? 
Sì, naturalmente. Siamo comunque competitive, e in tornei brevi e gare uniche tutto può capitare. Nel 2017 ci saranno gli europei in Olanda. E naturalmente andiamo per vincerli. Ci proviamo. 

Come è iniziato il suo percorso in nazionale?
Ho esordito nel 2006 con l’under 19. Vincemmo 6 a 0 con la Bulgaria. Poi nel 2012 sono passata alla nazionale maggiore. 

Notata quindi dal grande Antonio Cabrini… Che CT è Antonio?
Sì, grande per la sua carriera di campione del calcio e grande anche come nostro CT. Con noi è sempre molto disponibile, ci aiuta moltissimo. Ma, esattamente come me, vuole vincere. E’ molto pignolo, e si arrabbia moltissimo quando perdiamo e quando sbagliamo. Ha trasferito la mentalità Juventus anche nella nostra nazionale… ed è giusto così.  

Il suo “biglietto da visita” in nazionale l’ha presentato subito… 
All’esordio, nelle qualificazioni per gli europei 2013, entro nel secondo tempo e poi faccio gol al minuto 93. E vinciamo 1-0. Beh sì, grande soddisfazione, grande gioia… Una gara decisiva per andare poi agli Europei, un’altra esperienza molto bella.  

Ha avuto degli idoli, da ragazzina, che ti hanno ispirato?
Non uno in particolare. Direi un po’ tutti i grandi campioni. Sia del calcio maschile che femminile. 

Un suo sogno nel cassetto?
Per me personalmente, vincere un titolo internazionale, che manca nella mia bacheca personale. O una Champions League, oppure un europeo con la nazionale. E poi, più in generale, che il calcio femminile in Italia possa crescere e diventare finalmente competitivo a livello internazionale.